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Ormai adulto, Antonìto ci conduce in un viaggio nella sua ormai lontana fanciullezza, un viaggio composto di brevi sequenze, semplici e intense, che ci rendono l’essenza viva del sentire del pueblo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Ma soprattutto ci inducono, se non a rimpiangere, senz’altro a riflettere sulla nostra stessa innocenza perduta e su un piccolo mondo antico ormai sepolto dalla Storia.
Da "Confessioni di un piccolo filosofo" di Antonio Azorín
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