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di Simone Giudici
La quadrilogia dei Bianchi, i realisti, e dei Blu, i rivoluzionari giacobini, è in linea con lo stile di Dumas, una commistione di storia e invenzione, e in questo caso la vicenda è ambientata tra la Rivoluzione francese e il periodo di ascesa di Napoleone. I romanzi, qui raccolti, si snodano intorno alla guerra franco-prussiana e al periodo del Terrore del 1793, dove la ghigliottina mieteva vittime senza tregua; fino al dissenso interno e all’assalto alla Convenzione nazionale nel 1795, per arrivare ai tentativi di colpo di Stato e alla campagna d’Egitto, dove un giovane ufficiale non ancora noto, Napoleone, si stava facendo largo tra alleanze e complotti.
Se pur distante dall’inserire giudizi espliciti sugli eventi, è evidente un’empatia con “gli ultimi”, quei soldati semplici e coraggiosi, quei popolani trascinati dalla voglia di cambiare, ma altrettanto evidente è la condanna, nelle meticolose descrizioni, verso la pura violenza della massa, verso la bassezza di chi condannava a morte senza bat- ter ciglio e soprattutto contro quella classe dirigente nuova che, sostituendo la vecchia dell’Ancien Régime, si stava consolidando come quella appena combattuta.
Per capire quei tumultuosi anni lasciamoci trasportare da un Dumas che voleva fare della Storia una storia sempre attuale.
I Bianchi e il Blu, Alexandre Dumas, pp. 720
Simone Giudici, Megliounlibro n. 88/2019 p. 18
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