Imprevedibili sprazzi di paternità

di Giovanni Zenone
Cominciato e finito tutto d'un fiato. Non perché sia un capolavoro dal quale non si riesce a staccarsi, ma perché è breve e si lascia leggere con facilità. Il libro mi è stato dato da leggere forse come una medicina, e forse lo sarà, chissà mai. Otto brevi racconti della vita e dell'esperienza del narratore americano, ebreo, progressista. Comincia con l'esortazione che gli fece un altro scrittore a non fare figli, per non perdere capacità e tempo per fare libri. La sua vita è andata in un'altra direzione, e di figli ne ha messi al mondo quattro. Ciascuno con le sue peculiarità da far inorridire, annoiare, schifare... da amare. Ma lui non esprime se non in modo molto soft giudizi morali, è molto "aperto". Anche alla possibilità che la sua prospettiva non sia l'unica possibile e cogente per i suoi figli, anche alla possibilità di
sbagliarsi. Anche lui in effetti è un tipo strano, e ne ha coscienza  ma forse è solo un modo per sentirsi unico. La fatica di accompagnare un figlio a baseball per un anno, la noia di portarne un'altro alle sfilate di moda maschile, l'incapacità di avere un briciolo di empatia per la figlia che si è fatta un taglio di capelli orrendo, la meraviglia di scoprire la personalità di un figlio che si va affermando nonostante la pressione omologante dei compagni della scuola media... La difficoltà e il risentimento sepolto nei confronti del padre perfetto ma rigido e poco presente, ma che si riscopre sul letto del dolore, un pochino, ma senza stravolgimenti. Brevi schizzi di vita famigliare con le sue piccole gioie e fatiche, riconoscendo la propria inadeguatezza, incapacità, "stronzaggine" di marito, di padre, di figlio. Un libro breve da prendere come una pillola dolce, piacevole, sperando che apra una piccola crepa nella mia personalità troppo integra(lista), tutta d'un pezzo (ma pezzo di che cosa?), rigida. Una crepa che possa mandare tutto in pezzi, o forse attraverso la quale possa entrare un po' di luce.
Farà effetto? Forse, fra un po', bevendoci su un bicchier d'acqua! Come tutte le medicine, ci vuole un po' di fiducia perché svolga il suo compito una volta assorbito.

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