Clicca per info e acquisti |
I fedeli sono allarmati. "E anche Bergoglio di recente ha riconosciuto che qualcuno sta meditando umo scisma. Cosa che egli comunque dice di non temere" (Vittorio Messori)
Parte dell'intervista di Stefano Filippi a Vittorio Messori per la riedizione di "Ipotesi su Gesù" in LaVerità del 28 ottobre 2019
Il libro "Ipotesi su Gesù" uscì nel 1976, nel pieno degli anni di piombo.
"Era l'anno in cui per la prima volta i voti al Pci superarono quelli della Dc. Il clima non era certo favorevole a un testo sulla storicità dei Vangeli. Ma il mondo cattolico era ancora numeroso. Ora i cattolici sono più che dimezzati. Direi però che i superstiti sono più motivati e più informati di un tempo,
quando essere cattolico era qualcosa di ereditario. Adesso il cattolicesimo sta diventando una scelta e questo non è male, perché la fede non è una imposizione ma una proposta. Oggi i cattolici credono perché ne sono convinti, non perché ne sia impregnato l'ambiente".
Non crede che la popolarità di Ipotesi su Gesù contenga anche una ricerca di punti fermi, di quel rigore che lei ha posto nella ricerca storica?
"Oggi con Bergoglio si ha l'impressione che si voglia in qualche modo mettere le mani sulla dottrina. Il Papa è il custode del depositum fidei. Dopo il Concilio, i tre grandi api Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno molto modernizzato lo spirito con cui leggere e vivere il Vangelo, ma non si sono mai permessi di toccare la dottrina".
E papa Francesco?
"L'impressione è che Bergoglio metta le mani su quello che un papa invece dovrebbe difendere. La dottrina così come è stata consegnata al pontefice in 2000 anni di ricerca viene consegnata al pontefice perché la difenda e non la cambi. Ora l'impressione è che stia avvenendo proprio questo, e ciò allarma soprattutto i credenti. Lo stesso Bergoglio di recente ha riconosciuto che qualcuno sta meditando uno scisma. Cosa che egli comunque dice di non temere".
Lei che sensazione ha?
"Certamente lo scisma non avverrà, ma c'è forte inquietudine perché siamo di fronte al primo Papa il quale molte volte sembra dare al Vangelo una lettura che non segue la tradizione".
La nuova edizione di Ipotesi su Gesù può rispondere a queste inquietudini?
"Questo è un libro di storia, secondo i miei studi e gli approfondimenti culturali posteriori. Un volume che affronta la verità del Vangelo, che vuole scavare attorno alle radici dell'albero cristiano, verificare se tali radici ci sono e se sono abbastanza solide. Non mi occupo di questioni teologiche, così come non mi son quasi mai occupato di morale".
La morale è meno importante?
"Tutt'altro, ma è da seguire se si è convinti che il Vangelo da cui viene ricavata non sia una leggenda. E io ho inteso rispondere alla domanda cruciale di Gesù: voi chi dite che io sia? È un interrogativo esplicito. Ho cercato di raccogliere la sfida e di verificare se egli fosse semplicemente un carismatico ebreo di Galilea oppure se sotto questa apparenza umana ci fosse in realtà un Dio, incarnato, il Dio fatto uomo".
Anche gli apostoli si chiedevano "Chi è costui?". E la domanda è aperta anche dopo 2.000 anni.
"È una questione che Gesù pone a tutti gli uomini. Per questo non mi stupisce che il mio libro continui a diffondersi. È un testo che non ha tempo perché risponde a una domanda che non può invecchiare".
Come don Gino mi chiedo come spiegare "Lo stesso Bergoglio di recente ha riconosciuto che qualcuno sta meditando uno scisma. Cosa che egli comunque dice di non temere". Dal tempo della Teologie nouvelle con il Surnaturelle di De Lubac e soprattutto con Rahner con la priorità del naturale in relazione al soprannaturale si è sviluppata un paradigma teologico che relativizza la dottrina tradizionale dei dogmi per cui attraverso la dialettica hegeliana anche uno scisma, una apostasia può preparare una sintesi teologica dottrinale migliore. Tipica la discussione nel recente Sinodo di Chiesa da volto amazzonico o Amazzonia dal volto cattolico nell'evangelizzazione, nella liturgia. Nel primo paradigma anche uno scisma, una apostasia dalla dottrina tradizionale può avviare un processo, sotto l'azione dello Spirito, migliore. E questi due paradigmi oggi sono in contrapposizione. Chi è per il secondo teme un relativismo del primo.
Nessun commento:
Posta un commento