“I chierici,” stabiliva il canone, “sono tenuti all’obbligo di osservare la continenza perfetta e perpetua per il regno dei cieli, perciò sono vincolati al celibato, che è un dono particolare di Dio.” Ma il comma 1 aggiungeva subito dopo: “Tutto ciò salvo i casi in cui i chierici avvertano la chiamata all’amore coniugale in tutte le sue forme e giudichino, in coscienza, di poter così aderire più facilmente alla missione con cuore colmo di gioia.”
Era stata una bella rivoluzione, sì, quel Nuovissimo codice di diritto canonico. Ed ecco perché i presbiteri uxorati, etero e omo, erano chiamati volgarmente “comma uno”. E i loro figli “figli del comma uno”.