Noi non siamo già in modo compiuto, figli di Dio, ma dobbiamo progressivamente diventarlo ed esserlo esistenzialmente sempre di più mediante una nostra sempre più profonda comunione ecclesiale fraterna con Gesù. Essere figli diventa l'equivalente di seguire Gesù
di Mons. Gino Oliosi
Oggi il Vangelo ci propone un tema fondamentale per la nostra vita, per il nostro lavoro: la preghiera. La prima lettura lo prepara, parlando dell'intercessione di Abramo a favore di una città peccatrice.
Oggi il Vangelo ci propone un tema fondamentale per la nostra vita, per il nostro lavoro: la preghiera. La prima lettura lo prepara, parlando dell'intercessione di Abramo a favore di una città peccatrice.
Gesù è raccolto in preghiera, un po' appartato dai suoi discepoli, con un volto splendido suscitando un grande desiderio in loro e uno gli disse: "Signore, insegnaci a
pregare" (Lc 11,1). In effetti egli prega spesso e a lungo come quando si ama; talvolta, come ci ricordano gli evangelisti, passa anche una notte intera in preghiera (Lc 6,12). Gesù prega prima di ogni decisione importante: ad esempio prima di scegliere i suoi apostoli avviando la Chiesa; prima di partire per Gerusalemme; prima di mandare i discepoli in missione.
Gesù prega in solitudine. Talvolta si alza molto presto al mattino, per poter pregare tranquillamente, anche se il giorno prima si è dovuto occupare a lungo dei malati, "dopo il tramonto del sole" (Mc 1,32.35).
Gesù ha un intenso desiderio di pregare, perché vive e opera innalzando continuamente mente a cuore al suo Padre celeste.
E proprio questo suo esempio suscita nei discepoli il desiderio di pregare bene, di pregare con perseveranza, in continuità. Gesù non fece obiezioni, non parlò di formule strane o esoteriche, ma con molta semplicità disse: "Quando pregate, dite: "Padre…", e insegnò il Padre nostro (Lc 11,2-4), traendolo dalla sua stessa preghiera, con cui si rivolgeva a Dio, suo Padre, dal suo essere Persona divina in un volto umano. San Luca ci tramanda il Padre Nostro in una forma più breve rispetto a quella del Vangelo di san Matteo, che è entrata nell'uso comune. Siamo alle prime parole della Sacra Scrittura che apprendiamo fin da bambini. Esse si imprimono nella memoria, plasmano la nostra vita, ci accompagnano fino all'ultimo respiro. Da più di due mila anni svelano che, pur essendolo fin dal Battesimo, esistenzialmente non siamo già in modo compiuto figli di Dio e quindi fratelli, ma dobbiamo progressivamente diventarlo ed esserlo sempre più mediante una nostra sempre più profonda comunione ecclesiale fraterna con Gesù. Essere figli fin da bambini diventa l'equivalente di assimilarci, con il dono del suo Spirito nella preghiera e nel lavoro, a Lui.
Questa preghiera accoglie ed esprime anche le umane necessità materiali e spirituali: "Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano (cui attendiamo con il nostro lavoro), e perdona i nostri peccati" (Lc 11,3-4) (cui puntiamo con il nostro esame di coscienza della sera). E proprio a causa dei bisogni e delle difficoltà di ogni giorno, Gesù esorta con forza per rendere possibile al Padre che avendoci creati con il libero arbitrio" non può intervenire senza la nostra preghiera: "Io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" (Lc 11,9-10). Non è un domandare per soddisfare le proprie voglie o per pretendere che il Padre faccia la nostra volontà, quanto piuttosto che Lui possa intervenire nel nostro impegno e tenere desta la nostra amicizia con Lui, il quale – dice sempre il Vangelo – "darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono" (Lc 11,13). Lo ha esperimentato Abramo, come abbiamo sentito, che implorò il Signore di risparmiare i pochi giusti della città di Sòdoma (Gn 18,23-32).
Ogniqualvolta recitiamo il Padre nostro, la nostra voce s'intreccia con quella della Chiesa, perché chi prega non è mai solo. Ogni fedele dovrà cercare e potrà trovare nella verità e ricchezza fraterna della preghiera cristiana, insegnata dalla Chiesa, la propria via, il proprio modo di pregare…si lascia quindi condurre …dallo Spirito Santo, il quale guida, attraverso Cristo, al Padre.
Giovedì, 25 luglio, abbiamo celebrato la festa dell'apostolo Giacomo detto "il Maggiore", che lasciò il padre e il lavoro di pescatore per seguire Gesù e per lui diede la vita, primo tra gli apostoli. Rivolgiamo uno speciale pensiero ai pellegrini accorsi numerosi a Santiago de Compostela! La Vergine Maria ci aiuti a riscoprire la bellezza e la profondità trinitaria della preghiera cristiana al Padre attraverso il Figlio nello Spirito Santo.
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