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di Remo Bessero Belti
Gesù, dunque, viene a prenderci al momento della morte, e viene a prenderci perché noi si sia con Lui. Sono parole tanto importanti e consolanti, queste, se ne sappiamo cogliere tutto il significato. Veramente, noi siamo importanti per Dio; siamo creature sue, volute dal suo amore e al suo amore destinate; ci ha redenti col sangue del suo divin Figlio; ci vivifica della sua vita e ci accompagna sempre col suo amore di Padre. Ci ama di amore infinito. Sì, Dio ci ama sempre con amore infinito, perché Dio è Amore! Dire che Dio è Amore, è molto più confortante che dire che Egli ci ama. Anche noi possiamo
“amare”, ma noi non siamo “amore”, la nostra natura non è di essere “amore”. Invece Dio è Amore, la sua essenza è di es-sere Amore, e quindi Egli è sempre Amore, non può non essere Amore. È Amore anche quando noi pensiamo alla sua giustizia, che può atterrirci, perché giustizia infinita. Ma non è mai giustizia sola: è sempre Amore anche quando noi pensiamo alla giustizia. Non è opinione nostra: è la sublime rivelazione che ha portato Cristo agli uomini, come l’ha raccolta e an-nunziata al mondo l’apostolo dell’Amore, san Giovanni: “Dio è Amore” (1 Gv 4,8)! Ci tornano le bellissime parole del testamento del padre Auguste Valensin: “Non ho paura di Dio, io; ma non tanto perché lo amo, quanto perché so che Lui ama me. Quanto a sapere perché mio Padre mi ami, e che cosa Egli ama in me, non lo so davvero, né sento alcun bisogno di chiedermelo; e sarei per di più imbarazzatissimo, anzi addirittura incapace a trovare una risposta. Mio Padre mi ama perché è Lui l’Amore”.
da Remo Bessero Belti, Non piangere, Fede & Cultura 2019
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