Due Europe a
confronto
P. Giovanni Cavalcoli |
di P. Giovanni Cavalcoli
In prossimità delle elezioni europee, più che legittima è la domanda su chi sono i veri costruttori dell’Europa e su cosa dev’essere veramente l’Europa. Ci pare di aver davanti due pretendenti a questo glorioso titolo, con opposte concezioni dell’Europa; da una parte il mondo cattolico o più largamente cristiano, il quale, rifacendosi all’insegnamento di S.Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, vuol farsi promotore di un’Europa moderna e democratica, che viva e testimoni le sue radici cristiane nella società di oggi, segnata da una forte esigenza di proporsi al mondo come fautrice di fratellanza, di dialogo, di accoglienza, di libertà di pensiero, di giustizia, di
benessere economico, di rispetto della natura, di umanità, di
concordia, di attenzione alle classi povere e ai popoli meno favoriti, di
progresso e di pace.In prossimità delle elezioni europee, più che legittima è la domanda su chi sono i veri costruttori dell’Europa e su cosa dev’essere veramente l’Europa. Ci pare di aver davanti due pretendenti a questo glorioso titolo, con opposte concezioni dell’Europa; da una parte il mondo cattolico o più largamente cristiano, il quale, rifacendosi all’insegnamento di S.Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, vuol farsi promotore di un’Europa moderna e democratica, che viva e testimoni le sue radici cristiane nella società di oggi, segnata da una forte esigenza di proporsi al mondo come fautrice di fratellanza, di dialogo, di accoglienza, di libertà di pensiero, di giustizia, di
Dall’altra parte, emerge sempre più chiaro un
progetto di Europa basato su di una concezione dell’uomo e della società, che non
pone Dio al vertice dei valori, ma l’uomo stesso o come singolo (liberalismo) o
come collettività (marxismo) o come sintesi dei due fattori (massoneria),
mentre una parte del mondo cattolico, animata bensì da una volontà di progresso
e di modernità, ma fraintendendo il vero messaggio del Concilio, si mostra cedevole nei confronti di quei
poteri forti, che influenzano i vertici dell’UE, e il cui piano è quello di
portare la Chiesa e il cristianesimo all’estinzione o quanto meno di ridurli
alle dimensioni di una formazione sociale tra le altre, sottomessa al loro potere.
Non convince pertanto la posizione di quei
cattolici, come quelli che ruotano attorno al quotidiano Avvenire, i quali si sforzano di dimostrare che l’Italia è ribelle
a Bruxelles e che non osserva le norme comunitarie, a loro dire per colpa del
nazionalismo e del «sovranismo», quando non evoca addirittura, con fare
calunnioso, lo spettro del razzismo, segno che questi accusatori non hanno la
minima idea di che cosa è veramente stato il razzismo.
Il che non toglie che esistano qua e là in
Italia limitate aree della cittadinanza di mentalità ristretta ed egoistica,
insofferenti della convivenza con extracomunitari, molti dei quali si sono
inseriti da noi e sono bravi ed onesti lavoratori. Qui vale certamente la
condanna del sovranismo, e del
populismo. Ma qui la razza non c’entra. Queste persone, salvo casi rarissimi ed
anacronistici, sono altrettanto chiuse verso il prossimo, anche italiano.
È chiaro quindi che l’Italia, col patto
dell’Unione Europea, deve assoggettarsi lealmente alle regole dell’Unione ed
alla dirigenza di Bruxelles. Vana e antistorica distruttrice dell’UE sarebbe
quindi la nostalgia della vecchia «sovranità dello Stato»[1].
L’Europa è
il teatro dello scontro fra Chiesa e massoneria
Occorre vedere però quali sono le radici
profonde di questo attuale conflitto dell’Italia con l’UE. Per comprenderle,
bisogna far presente che qui giocano due concezioni contrastanti dell’Europa:
una, di marca illuministica, politicamente attuata nella massoneria e legata
alla grande finanza internazionale.
Essa si propone di costringere la Chiesa
cattolica nelle dimensioni di una semplice associazione umanitaria, su base
esclusivamente razionale, impedendole e proibendole o quantomeno intralciandole,
come vecchia superstizione, l’espressione della sua propria dottrina rivelata,
con conseguente sua applicazione morale soprannaturale, in pratica ciò che
distingue il pensare ed agire cattolici nella loro specificità ed originalità
rispetto alle altre visioni e agli altri
costumi dell’umanità.
L’altra visione dell’Europa è quella
riassunta da S.Giovanni Paolo II in due punti: le radici cristiane dell’Europa
e la dottrina dei «due polmoni»: l’occidente e l’oriente europeo, come due
diverse e reciprocamente complementari visioni del cristianesimo. Papa Wojtyla
ci rimanda evidentemente alla Chiesa unita prima dello scisma d’oriente.
Dalla piega che stanno prendendo gli eventi,
tutto fa pensare che la dirigenza dell’UE, sotto l’ispirazione della
massoneria, cerchi di unire le nazioni dell’Unione in un piano comune di
dominio sull’Italia, in modo da estinguere la religione cattolica.
Per quanto riguarda il papato, la massoneria
moderna, a differenza di quella del periodo precedente il Concilio Vaticano II,
ha rinunciato al vecchio piano dell’attacco frontale e blasfemo al papato, per
operare, con la collaborazione di alcuni modernisti, comunisti, ortodossi e
protestanti, al fine di indurre il Papa a rinunciare all’esercizio del primato
petrino nella dottrina e nella morale, affinchè il Papa voglia ridursi a
semplice notaio dell’evoluzione del pensiero e dei costumi, e ad una funzione
puramente umanistica, come promotore del dialogo e della collaborazione fra le
religioni o, come si dice oggi, con mentalità relativistica, tra le «fedi»,
come se non esistesse una sola fede, una fides (Ef 4,5), ma una molteplicità
di fedi, e come esiste una molteplicità di opinioni o di partiti; come se si stesse tornando al politeismo.
In particolare la massoneria ha escogitato
tre mezzi per provocare la dissoluzione del cattolicesimo italiano e, per suo
tramite, del cattolicesimo mondiale: favorire
la corruzione del clero, quella della famiglia e quella del tessuto sociale.
I massoni, inoltre, come è loro costume,
amano mascherarsi e nascondersi abilmente sotto rispettabili mentite spoglie e
dignitose professioni, per cui riescono ad avere un’influenza all’interno della
Chiesa, soprattutto a livello dirigenziale e culturale, senza scoprirsi. Solo
ad un indagatore occhio esperto sono riconoscibili.
Così, essi, tenendosi nell’ombra, utilizzano
i modernisti e in particolare i rahneriani, i quali diffondono un relativismo
morale, che in nome di una falsificazione della riforma conciliare, mina la
formazione sacerdotale; in nome di una falsa libertà sessuale rovina i valori
della famiglia e fa degenerare il tessuto sociale con l’incentivare un
immigrazionismo scriteriato e demagogico, che, in nome di un falso
misericordismo, diffonde nella società il degrado morale e culturale, la
delinquenza e il disprezzo della legge e del buon costume.
Perché
proprio l’Italia?
La massoneria sa bene che il centro di irradiazione
mondiale del cattolicesimo si trova in Italia, e per questo sembra accanirsi in
modo subdolo e sistematico in particolare nell’umiliare, tra tutti i popoli
europei, in particolare proprio il popolo italiano, i suoi valori, le sue tradizioni
e la sua religiosità con una politica di apparente progresso e libertà, ma in realtà
tesa in molti modi a ridurre, diminuire o infiacchire la forza e il peso dell’Italia
nella compagine europea, accusandola di disobbedienza alle norme europee, laddove
l’Italia non accetta gli svantaggi economici, commerciali e finanziari, la
politica scolastica e culturale liberale e relativista, la politica
immigrazionista, che tende ad assegnare all’Italia il peso maggiore se non
esclusivo nella soluzione del difficile problema. Come osserva Agostino Nobili sul
blog di Marco Tosatti stilum curiae
del 21 maggio: «Da Bruxelles arrivano i “suggerimenti” che impongono a tutti
gli stati dell’UE l’aborto, l’eutanasia, il matrimonio gay, l’immigrazione
irregolare di centinaia di migliaia di giovani musulmani».
Tutto ciò equivale a un progetto, anche se
non dichiarato, di distruzione o quanto meno di secolarizzazione ed
assoggettamento della Chiesa, piano che è sempre stato dichiarato
esplicitamente dalla massoneria sin dal suo primo sorgere. Sennonché, però, la
massoneria, nel suo cieco orgoglio, non ha calcolato con esattezza la forza
dell’avversario, che essa vorrebbe assoggettare al suo potere.
Ma il
cristianesimo è invincibile
Infatti, il cristianesimo, per sua essenza,
chiede in realtà l’ossequio dell’uomo e dei poteri terreni. Quindi o questi
poteri rispettano il cristianesimo così com’è o esso, come dimostra la storia, schiaccia
prima o poi inesorabilmente, dopo apparenti sconfitte, i suoi avversari.
Cristo, infatti, è quella «pietra angolare»,
(I Pt 2,7), quel «sasso d’inciampo» (Rm 9,33), scontrandosi col quale, tutti i suoi
boriosi nemici prima o poi sono costretti ad arrendersi ed a sottomettersi, per
amore o per forza, come dice Gesù stesso parlando di Se stesso: «Chiunque cadrà
su questa pietra si sfracellerà» (Lc 20, 18; Mt 21,44).
E come Cristo non può essere accantonato ed
escluso dall’edificazione della città dell’uomo, così non può esserlo la sua
Chiesa. E quando dico «Chiesa», intendo la Chiesa cattolica, fondata su Pietro.
Basti pensare alla resistenza dell’istituto del papato. Quanti nemici e quanti eretici
nel corso dei secoli, dall’esterno e dall’interno della Chiesa, si sono rivolti
non tanto contro questo o quel Papa, – questo lo si può anche ammettere in casi
gravi -, ma contro il Papato come tale; eppure questo divino istituto,
superando prove terribili, ha sempre resistito, secondo la promessa del Signore.
E ancor oggi, con Papa Francesco, ottiene l’ossequio e il rispetto da tutti i potenti
della terra, anche se solo, per lo più, da un punto di vista semplicemente
umano e politico.
Occorrerebbe, però, secondo me, che Papa
Francesco fosse più chiaro nel ricordare le radici cristiane dell’Europa, e il
pericolo di un’Europa anticristiana, sull’esempio dei suoi Predecessori S.Paolo
VI, S.Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche se è apprezzabile lo sforzo che
fa nell’esaltare l’Europa dell’umanesimo, dei diritti umani, della solidarietà,
dell’attenzione ai poveri, dell’accoglienza, della multiculturalità e della
multietnicità.
L’intervento
del Card.Bassetti
Interessante,
su questo argomento, è quanto ha detto il Card.Bassetti all’Assemblea della CEI
il 21 maggio scorso. Egli ha delineato efficacemente una proposta politica
cattolica per l’Europa con le seguenti parole:
«Se
siamo spinti a oltrepassare i confini del gruppo, della piccola comunità, della
cerchia rassicurante di chi la pensa come noi; se ci sta a cuore la
dignità di ogni persona, la vita nascente come quella che giunge al suo
tramonto, la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili – per cui in questi
giorni andremo ad approvare le Linee
guida – il futuro dei giovani, il lavoro, le famiglie provate dalla quotidianità,
la persona migrante e le cause che l’hanno costretta a lasciare la sua terra,
la custodia del creato e lo sviluppo sostenibile, la testimonianza da offrire
ai credenti di altre fedi attraverso la meditazione delle Scritture Sacre e il
dialogo ecumenico e interreligioso
… Se
tutto questo ci sta a cuore è perché siamo radicati nel Signore Gesù. È Lui la
ragione per cui nessuna situazione, nessuna circostanza, nessun ambito umano
può trovarci estranei o indifferenti».
Ed
ha aggiunto:
«Il
nostro è un patrimonio che va rivitalizzato, anche per consentirci di portare
più Italia in Europa. Dobbiamo
essere fieri – sia detto senza alcuna presunzione – di un Cristianesimo che ha
disegnato il Continente con il suo contributo di spiritualità e cultura, di
arte e dottrina sociale. Di umanesimo concreto. Come italiani dovremmo essere
il volto migliore dell’Europa per dare più fierezza ai nostri giovani, ai
nostri emigrati e a quanti sbarcano sulle nostre coste, perché siamo il loro
primo approdo».
Bisogna
allora che il mondo politico cattolico italiano, in questa tornata elettorale di
grande importanza per il futuro dell’Europa e della Chiesa, voti unito, destra e sinistra,
tradizionalisti e progressisti, per i partiti che tengano conto delle radici cristiane
dell’Europa e contro quelli che vogliono un’Europa senza Dio e basata sulla
superbia dell’uomo.
[1] Vedi l’origine di questo concetto, che tanto
ha ostacolato il formarsi degli Stati federali e degli Stati sovranazionali, in
J.Maritain L’uomo e lo Stato,
Edizioni Vita e Pensiero, Milano 1963.
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