Il tempo pasquale di maggio è dedicato anche alla Vergine Maria, la protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito
di Mons. Gino Oliosi
Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Queste
Il Vangelo di questa domenica, tratto dal capitolo 14 di san Giovanni, ci offre un implicito ritratto spirituale della Vergine Maria, là dove Gesù dice: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Queste
espressioni sono rivolte ai discepoli, ma si possono applicare al massimo grado proprio a Colei che è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l'ha amata e in lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente (Gv 14,26), come non pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva? In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa, di noi battezzati.
La vita cristiana è una vita vissuta nell'intimità con Dio e avendo Dio come ospite interiore. Dobbiamo essere sempre più coscienti di questo nostro privilegio. L'amore per Gesù ci spinge a osservare la sua parola; la conseguenza è che il Padre ci ama e, assieme a Gesù, viene a noi, prende dimora in noi.
La Comunione eucaristica manifesta questa dimora divina in noi, come è avvenuto in modo originario nel grembo verginale di Maria e la rafforza. Noi non siamo mai soli: con noi e in noi c'è sempre Dio, che si è degnato di assumere un volto umano e abitare in noi. Non avremmo mai potuto immaginare un privilegio così grande, vivendo in grazia di Dio. Noi siamo tempio di Dio, come ci ricorda Paolo nelle sue Lettere (1 Cor 3,16-17; 6,19; 2 Cor 6,16; Ef 2,21).
Ovviamente questa dimora divina richiede da noi un rispetto profondo e una docilità sincera. Non possiamo far dispiacere ai nostri ospiti interiori, ma dobbiamo vivere in armonia con loro: un'armonia piena di fiducia e di amore.
Poi Gesù annuncia la venuta dello Spirito Santo fin dalla prima Pentecoste, chiamato "Consolatore", perché consolerà i discepoli per la sua presenza visibile e darà sempre incoraggiamento e conforto interiori.
Lo Spirito Santo ha una funzione riguardo alla nostra intimità con Gesù e il Padre. Egli viene in noi dandoci la capacità di amare come ci ama Gesù, il Comandamento nuovo, la Nuova Storia di amore. Dice Gesù: "Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto".
Nell'ultima settimana di questo mese mariano, dal 26 maggio al 2 due giugno, sarà a Verona l'immagine pellegrina della Madonna di Fatima e giovedì pomeriggio qui nella Cittadella della carità a Negrar di Valpolicella. E' un invito a partecipare attivamente con la preghiera: con un cuore solo e un'anima sola invochiamo l'intercessione della Vergine Maria per la Chiesa, per l'Europa, per la pace nel mondo.
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