II domenica di Pasqua

La luce della Divina Misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di Suor Faustina ci illumina
di Mons. Gino Oliosi
L'odierna domenica conclude l'Ottava di Pasqua, come un unico giorno "fatto Dal Signore", contrassegnato con il distintivo della Risurrezione e della gioia dei discepoli nel vedere Gesù non come era prima ma con una "mutazione" mai accaduta, nel "salto" decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova e con l'annuncio che avrebbe
riguardato anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l'intero universo.
Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere a Tommaso che voleva accertarsi che il Risorto era proprio quello che avevano messo in croce, di toccarli. La condiscendenza divina ci permette di trarre profitto. Infatti, toccando le ferite del Signore cioè accertandosi che il Risorto è il Crocefisso, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza di arrivare alla meta di ogni bene attraverso la sofferenza.
La visita del Crocefisso risorto non si limita allo spazio del Cenacolo, alla persona di Tommaso, ma va oltre, affinché tutti ricevano il dono della pace e della vita con il "Soffio ricreatore di ciò che il peccato ha rovinato" e aggiunge: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Detto questo, soffiò su di loro, dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati". Confessarsi è disporsi a un giudizio di Cristo attraverso il ministro della gioiosa realtà dell'amore misericordioso del Padre.
Nell'attuale situazione di crisi sia della società sia dei credenti appartenenti alla Chiesa che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l'avvenire dell'uomo e dei cattolici, dei cristiani sulla terra così presi di mira? A noi non è dato saperlo. E' prevedibile che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose in tutti i campi. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di Santa Faustina in questa Domenica della Divina Misericordia ci illumina in tutte le tribolazioni e prove.
Come Tommaso, come gli Apostoli un tempo, è necessario però che anche noi qui convenuti, che anche l'umanità di oggi accolga nel cenacolo della storia la presenza e l'azione sacramentale, ecclesiale del Cristo risorto, che mostra le ferite della crocefissione e ripete realizzando quello che con la Parola dice: "Pace a voi! Occorre che l'umanità si lasci raggiungere e pervadere dallo Spirito che Cristo risorto le dona sul senso della vita. E' lo Spirito che risana le ferite del cuore, abbatte le barriere che ci distaccano da Dio  e ci dividono tra di noi, restituisce insieme la gioia dell'amore del Padre e quella dell'unità fraterna. E' importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla Parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, "Domenica della Divina Misericordia". Nelle diverse letture, la liturgia ci ha disegnato il cammino della misericordia che, mentre ricostruisce il rapporto di ciascuno con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidarietà. Cristo ci dice che "l'uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è pure chiamato a "usare misericordia" verso gli altri, non escludendo interiormente nessuno: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5,7)" (Dives in misericordia,14).
Egli ci ha poi indicato le molteplici vie della misericordia, che non perdona solo i peccati, ma viene incontro anche a tutte le necessità degli uomini. Gesù si è chinato su ogni miseria umana, materiale e spirituale. Il suo messaggio di misericordia continua a raggiugerci attraverso il gesto delle sue mani verso l'uomo che soffre. E' così che lo ha visto e lo ha annunciato agli uomini di tutti i continenti suor Faustina, nascosta nel suo convento di Cracovia, facendo della sua esistenza un canto alla misericordia.
Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce  di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza con l'aiuto della Madre della Divina Misericordia.

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