Il nostro caro amico e Autore Padre Giovanni Cavalcoli ci ha chiesto di pubblicare questo scambio di comunicazioni e volentieri lo facciamo.
Fede & Cultura
BREVE DICHIARAZIONE A RIGUARDO DELLE AFFERMAZIONI DI PADRE CAVALCOLI. (di don Minutella)
Non ho predicato me stesso, mie teorie, miei proclami, ma sempre e solo il messaggio di Cristo. Questo dà una libertà interiore e una gioia, che non si fanno sconvolgere nè dagli applausi, nè dagli insulti, una libertà e una gioia che mi
permettono di andare avanti, fino in fondo, sì, fino in fondo, anche quando dovessi rimanere solo. O anche se tutto l'orbe cattolico, finalmente, prendesse coscienza che dico semplicemente la verità.
Non è il dibattito (doxa) che io cerco, ma la testimonianza della verità (martyria).
Il mio punto di riferimento è Gesù Cristo e la sua Chiesa, l'amata Chiesa cattolica. Il mio sostegno è la Santa Vergine. E con Lei vado avanti. Solo contro tutti.
Il papa è Benedetto XVI. Il cardinale Bergoglio è un usurpatore. "Ubi Petrus, ibi Ecclesia": Pietro è Benedetto XVI e solo là c'è l'Una Sancta Ecclesia Catholica. Il resto è soltanto "corpo mistico dell'anticristo" (F.Sheen). Non c'è azione dello Spirito nè grazia nelle messe celebrate in unione con chi non è il principio visibile della Communio.
Persone, per quanto rispettabili, come Cavalcoli, non fanno che sostenere l'impostura corrente. Discutono, io testimonio.
E, soprattutto, con 2 scomuniche, 1 sospensione a divinis, la rimozione da Parroco, l'odio e la calunnia, l'isolamento e l'emarginazione, io vado avanti, sì, avanti, fino in fondo. Lieto di soffrire per la Chiesa e per Cristo.
Non è lontano il tempo in cui sarò riconosciuto come testimone dell'unica verità. Il resto è giornalismo che cerca consenso, opinione da salotto.
W la Chiesa Cattolica, w Papa Benedetto!
Col sangue...
Don Minutella
Lettera di Padre Giovanni Cavalcoli
Caro Don Alessandro,
non dubito che tu, da buon Sacerdote cattolico, vuoi mettere il messaggio di Cristo al di sopra delle tue idee. Io qui, come Sacerdote Domenicano, sono con te. Non dubito della tua ardente devozione per la Beata Vergine Maria. È anche la mia. Non dubito del tuo amore per la Chiesa cattolica. È anche il mio. Non dubito della tua volontà di essere testimone della verità, a costo di essere «odiato da tutti» (Mt 10,22). Anch’io voglio «andare fino in fondo» sulla via del Vangelo. Anch’io «sono lieto di soffrire per la Chiesa e per Cristo». Anch’io, servendo Cristo, provo come te una «libertà interiore e una gioia, che non si fanno sconvolgere nè dagli applausi, nè dagli insulti, una libertà e una gioia che mi permettono di andare avanti, fino in fondo, sì, fino in fondo, anche quando dovessi rimanere solo».
Per quanto riguarda il «dibattito», capisco che tu dia più importanza alla testimonianza che al dibattito, ed hai ragione, perché mentre il dibattito, per quanto importante e necessario, muove solo l’intelligenza, è un semplice restare sul piano delle idee, e può lasciarci perplessi o dubbiosi o in disaccordo, la testimonianza della vita e dei fatti ci colpisce, ci persuade, ci commuove, ci trascina, ci fa meglio passare all’azione. S.Paolo VI diceva; «Abbiamo più bisogno di testimoni che di maestri». E tu effettivamente stai dando una testimonianza, così come anch’io, me lo concederai, la sto dando, con le mie povere forze, ma sostenuto dalla grazia.
Certamente non dobbiamo cercare il dibattito come la cosa più importante; eppure tu, dottore in teologia, sai bene quanto sono importanti la discussione e il dialogo, proprio in rapporto alla testimonianza, alla quale sono finalizzati, e dalla quale sono confermati e resi avvincenti e calati, per così dire, nei fatti.
Devo riconoscere che sei un maestro nell’oratoria, nell’argomentazione e nella perorazione, sai mostrare la tua cultura teologica con linguaggio chiaro, semplice ed efficace, che dimostra la tua esperienza di pastore. Come sai, condivido la tua forte e coraggiosa denuncia della diffusione dell’apostasia, del lassismo, del relativismo, del modernismo e del rahnerismo all’interno della Chiesa, nonché l’influsso che essa subisce del protestantesimo, della massoneria e del marxismo, nell’inerzia e nel pavido silenzio dei pastori.
Come sai, non risparmio le critiche a Papa Francesco, le quali, però, per quanto severe, si mantengono nei limiti consentiti, avendo io imparato come si tratta col Papa in Segreteria di Stato, dove ho lavorato dal 1982 al 1990. Ma ribadisco che non posso giungere al punto di accusarlo di essere, come sostieni tu, un «usurpatore», il che ti fa parlare di «impostura corrente». Non sono servo di nessuna «impostura», ma solo di Gesù Cristo, credimi.
Riconosci piuttosto che non sei stato capace di controbattere alle osservazioni che ti facevo riguardo alla legittimità del papato di Francesco. E di fatto non vi sono assolutamente elementi anche per solo dubitare che Francesco sia Papa, come ti ho fatto notare. Per questo, intelligente e colto come sei, non posso pensare che tu creda seriamente alla verità di quello che dici. Dovrei darti del matto o dell’invasato e non me la sento. Piuttosto rintraccio dell’orgoglio.
A me sembra che la tua sia un’illazione disperata e senza fondamento, che ti si è fissata nella mente per trovare una qualche via d’uscita dallo sgomento che provoca in te l’esperienza del papato di Francesco. Ti capisco, ma non è sensato ricorrere alla scriteriata soluzione da te proposta. Esistono ben altri modi, ragionevoli ed opportuni, per esortare Francesco al ravvedimento senza bisogno di negare la legittimità della sua autorità. Che cosa ti ha procurato un’idea così temeraria? La scomunica. E per forza. Ma che cosa ci hai guadagnato?
Tu ritieni che sia una scomunica ingiusta e invalida perché Francesco è scomunicato. Mentre il vero Papa sarebbe Benedetto XVI. Non ti rendi conto che stai lavorando con la fantasia? Se devo dirTi il mio pensiero, stimo Benedetto più di Francesco. Credo che se Benedetto avesse conservato l’esercizio del munus petrino, non ci saremmo ridotti come ci siamo ridotti adesso. E tuttavia non c’è nessuna ragione per negare che Francesco sia Papa. Dunque prendi atto della realtà e agisci di conseguenza, se vuoi essere vero testimone di Cristo e vero devoto della Madonna, vero amante della Chiesa e vero ministro di Dio.
Per rialzare le sorti della Chiesa, occorre obbedire proprio a colui che sembra esserne la rovina, e che in realtà sta effettivamente danneggiando la Chiesa, Papa Francesco. È questo un paradosso della fede. Di Francesco si potrebbe dire quello che Cristo dice di se stesso: «Beato chi non si scandalizzerà di me» (Mt 11,6). Oppure bisogna ricordare le parole di S.Paolo: «Noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta» (II Cor 4,7).
Papa Francesco, con le sue debolezze e coi suoi peccati, ci dimostra più dei Papi precedenti, come la Chiesa non è guidata dagli uomini, ma dallo Spirito Santo. Anche Francesco, come ogni buon cattolico, deve ogni tanto confessare i suoi peccati nel sacramento della penitenza ed ascoltare le parole del confessore, che lo corregge e lo consiglia; lo corregge, ovviamente, nella condotta morale e non nella dottrina. Prima di convertire gli altri deve convertire se stesso; prima di predicare agli altri deve predicare a se stesso. Deve anzi dare l’esempio, come gli ha detto Mons.Viganò.
Ragionando umanamente, considerando i guasti provocati dai modernisti al tempo in cui Benedetto dette le dimissioni, a molti cattolici sembrava auspicabile un Papa del tipo di S.Pio X, che rimediasse alla situazione. Invece la Provvidenza ci ha dato Papa Francesco, che non solo sembra incapace di frenare il modernismo, ma addirittura favorirlo.
Così, per vincere il modernismo e realizzare la vera riforma voluta dal Concilio, ci troviamo a dover far capo a un Papa che sembra modernista. A parte coloro che lo ritengono illegittimo, questo timore che sia modernista è proprio di molti buoni cattolici. I piani del Signore a volte sono paradossali. Beato chi sa fare una lettura di fede. E qual è questa lettura di fede? Quella che va al di à degli errori e dei peccati di Francesco e sa vedere in lui la roccia, sa ascoltare in lui il maestro della fede. Questa è la via di uscita. Chi non rimane con Francesco, chi si separa da lui, chi non vede in lui il Vicario di Cristo, si perde. Perché la Chiesa è dove è Francesco e Francesco è dove è la Chiesa. Come disse infatti Lutero? «Los von Rom!». E sappiamo come è finito.
Coloro che sono entusiasti di Francesco come fosse un cantante pop o un campione dello sport o un attore del cinema o un capopopolo o un demagogo rivoluzionario, procurano a Francesco un falso successo, un successo effimero come le nuvole di primavera, del quale forse egli si illude, successo che però sarebbe pronto a volgersi in odio e disprezzo, come è capitato ai Papi precedenti, se Francesco si preoccupasse meno di accontentare le folle ed annunciasse il Vangelo non solo nelle parti dolci e piacevoli, ma anche in quelle ardue ed austere. Per aspera ad astra. Non è questa la vera devozione ed obbedienza al Papa.
Tu chiami costoro i membri della «neo-Chiesa». Chiamali col loro vero nome: modernisti, falsi cattolici, mondani, «canne sbattute dal vento». Non usare la parola «nuovo» in senso spregiativo. Indubbiamente, non sempre il nuovo è benefico o costruttivo, in linea con l’antico o con la tradizione. Eppure la Chiesa deve sempre rinnovarsi. Ecclesia semper reformanda.
Beati coloro che, guidati dai Papi del postconcilio, hanno saputo vedere nelle dottrine conciliari il progetto e la speranza di una Chiesa rinnovata alla luce dello Spirito Santo e non il brodo riscaldato del modernismo! Emitte Spiritum tuum et creabuntur, et renovabis faciem terrae!
I modernisti, che si ritengono i primi della classe, falsi amici del Papa, suoi vili adulatori, meriterebbero di essere scomunicati, e se non lo sono giuridicamente ed esteriormente, sono però interiormente e di fatto fuori della comunione ecclesiale col Papa, nelle loro idee perverse e nella loro falsa carità e condotta scandalosa.
Viceversa, ci può essere anche chi è scomunicato ingiustamente ed invalidamente, perché il Papa non è infallibile nello scomunicare e non è detto che sia sempre giusta una scomunica latae sententiae. Il diritto canonico non è infallibile.
Caro Don Alessandro, benché escluso esteriormente, Tu ti senti in comunione con la Chiesa di Cristo, con la Chiesa di Benedetto XVI. Ma questi ha bensì il munus, ma non lo esercita. Ora, per governare effettivamente e giuridicamente la Chiesa, occorre l’esercizio del munus, che appartiene solo a Francesco. Benedetto, quindi, come ha detto egli stesso di sé, è aiuto orante di Francesco, non fa da controaltare. Sarebbe un Antipapa, che Dio non voglia.
La tua idea, come dici, Ti dà forza, pazienza e gioia. Eppure io ti invito a riflettere, Ti supplico e Ti imploro, da uomo a uomo, da fratello a fratello, da sacerdote a sacerdote, nel nome del nostro comune sacerdozio, nel nome di quel Cristo che adori e vuoi servire, nel nome della Beata Vergine tua e nostra Madre, nel nome della Chiesa, che ami, desisti da quell’idea che vero Papa sia solo Benedetto e non Francesco, idea empia ed assolutamente infondata, che non è una convinzione, ma un’allucinazione, una fissazione ed un’illusione del demonio.
Onesto, intelligente e colto come sei, possibile che non Ti renda conto di questa follìa? Una Chiesa senza Papa potrà al massimo essere la Chiesa ortodossa o la comunità luterana, ma non certo la Chiesa Cattolica. Come fai a tenere il Papa da una parte e Cristo, la Chiesa e la Madonna dall’altra? Torna ad abbracciare la Madre, ritorna ai tuoi fratelli, pensa agli avi, inchinati ai padri, guarda ai figli, non restare da solo nel pericolo. Abbraccia la vera carità, l’umiltà e la santità. Fatti togliere la scomunica con un gesto di pentimento.
Accetta Papa Francesco, che Ti perdona e Ti abbraccia. Per vincere il potere delle tenebre, occorre un esercito disciplinato e ben organizzato sotto il comando del Capo. Il soldato che combatte da solo fuori dai ranghi è perduto. Vae soli! Va bene questo solo se tutti gli altri hanno torto. Ma come puoi pensare di essere il solo ad aver ragione contro gli angeli, i Santi, la Chiesa celeste, il collegio cardinalizio, l’episcopato e il clero, gli istituti religiosi e i laici del mondo, che riconoscono Francesco?
Dio Ti ha dato ottime qualità di intelligenza e di cuore e Ti vuole impiegare per la sua gloria per il bene della Chiesa, e per la tua salvezza. Ricordati dei tuoi Genitori, dei quali ci hai parlato in modo commovente, di chi Ti ha conferito i sacramenti dell’iniziazione cristiana, chi Ti ha ordinato sacerdote, dei tuoi educatori, degli amici, della formazione seminaristica ricevuta, dei preziosi titoli accademici conseguiti, della tua produzione teologica, della tua feconda attività di Parroco a servizio della diocesi palermitana, del tuo fervente culto a Maria. Et tu, quandoque conversus, confirma fratres tuos.
Un abbraccio
P. Giovanni
1 commento:
Ma veramente padre Cavalcoli, lei prima che lo Spirito Santo sia talmente masochista di soffiare addirittura contro sé stesso, obbligandoci a dover per forza seguire un mercenario che vuole condurre il gregge in mano ai lupi!?!
LA SUA MEMORIA È TROPPO CORTA, SI RICORDI,SE RIESCE A TROVARNE IL TEMPO, DI PADRE MANELLI E DEI FDI.
Ma forse è il pensiero di potersi ritrovare nella sua situazione il motivo di tutti questi suoi calcoli.
Cristo rimase solo sulla Croce perché non solo Giuda ma anche tutti gli altri discepoli eccetto Giovanni lo abbandonarono, Pietro per paura addirittura lo rinnegò per ben 3 volte ... Non è cosa da poco diventare santi.
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