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di don Samuele Cecotti (Osservatorio Van Thuan)
In ideale continuità con La nuova Chiesa di Karl Rahner, il professor Stefano Fontana torna in libreria con un nuovo titolo per le Edizioni veronesi Fede & Cultura: Chiesa gnostica e secolarizzazione. L’antica eresia e la disgregazione della fede, Verona 2018, pp. 173, euro 18,00. In questo nuovo saggio è posto a tema il carattere gnostico di quel neo-cattolicesimo che sempre più virulentemente si sta sostituendo al cattolicesimo tradizionale come contenuto della predicazione e della vita della Chiesa. La Chiesa Cattolica sembra preda, da almeno mezzo secolo, d’una crisi tale da mutarne l’identità, da sfigurarne il volto. E questo nuovo volto neo-cattolico, è la tesi di Fontana, è volto gnostico.
Stefano Fontana non si limita, in questo suo saggio, ad analizzare la patologia nel suo darsi intraecclesiale ma
saggiamente ne rileva l’unità con quel processo epocale che è la secolarizzazione dell’Occidente e che costituisce come l’esito della modernità filosoficamente considerata. Così la mutazione gnostica del cattolicesimo è presentata in stretta unità con la secolarizzazione di ciò che un tempo fu la Cristianità.
Il volume si presenta composto da undici sapidi capitoli più Introduzione e Conclusione. E proprio nell’Introduzione Fontana ci fornisce la chiave di lettura per comprendere l’intero libro definendo la Gnosi non tanto in riferimento al fenomeno tardo-antico dello Gnosticismo quanto piuttosto nel suo tratto essenziale e perenne tale per cui «il peccato originale è l’archetipo di ogni Gnosticismo [… lo Gnosticismo] è il peccato originale che si rinnova» (p. 6). In questa prospettiva essenziale Fontana può con ragione riconoscere nel modernismo condannato da san Pio X, quale compendio di tutte le eresie, la «eresia gnostica» (p. 5), «il modernismo […] non nasce da se stesso, ha origine dalla Gnosi eterna, a cui deve essere ricondotto» (p. 169) e dire come «tutto il pensiero moderno sia a base gnostica» (p. 11), che «il concetto di rivoluzione è gnostico» (p. 11) per concludere che «la Gnosi è l’anima (negativa) del processo di secolarizzazione» (p. 13).
Compendia e conclude questa interessante Introduzione la denuncia della moderna Gnosi come forza erosiva di ogni senso, secolarizzatrice radicale che produce l’oblio nel suo estremo trionfo: «Questo è l’elemento più drammatico della Gnosi: non solo dimenticare, ma dimenticare di aver dimenticato. Non solo riplasmare la realtà e la verità, ma eliminare ogni memoria. La nostalgia, dal punto di vista gnostico, è un sentimento pericoloso. La tradizione è il suo peggior nemico. Comte prevedeva il momento in cui gli uomini non si sarebbero più nemmeno posti il problema di Dio, perché avrebbero dimenticato di averlo dimenticato» (p. 14).
Fontana rileva, ad esempio, la matrice gnostica del pastoralismo e del misericordismo ovvero il concepire la pastorale come non dipendente dalla Dottrina e la misericordia come indifferente alla verità e alla giustizia. Non si nasconde i problemi, Fontana che anzi scrive: «Nel dibattito sinodale sulla famiglia questa tendenza è emersa a più riprese, assieme al suo corollario secondo cui Dio non darebbe prescrizioni, non indicherebbe dei doveri a carattere assoluto» (p. 23). E in tale pericolosa tendenza è già implicita la frattura gnostica tra Creazione e Salvezza, tra ordine naturale e Vangelo.
Cattolicamente e, ancor prima razionalmente, «c’è una verità della misericordia che bisogna assumere – e a cui sottomettersi – se si vuole essere misericordiosi. […] la misericordia è sempre per il bene di chi ne è fatto oggetto. […] Ora, non è possibile fare il bene di qualcuno se non nel rispetto della sua verità. […] la misericordia non cancella la giustizia, ma la presuppone, elevandola. […] La misericordia richiede che sia fatta giustizia e questo è già, in un certo senso, misericordia […] la misericordia non può stare senza verità, la verità stessa è misericordiosa» (pp. 17-19).
Trattando del pastoralismo Rahner ne è individuato come grande maestro, già nel 1972 il teologo gesuita immaginava, in Trasformazione strutturale della Chiesa come compito e come chance, una Chiesa del futuro non dogmatica, «che si costruisce dal basso, frutto di libera iniziativa e associazione […] democratica» (pp. 27-28). Sulla scia di Rahner si inserisce l’idea kasperiana di misericordia che Fontana nomina «misericordia dell’ignoranza» (p. 28) perché per il cardinale Kasper non si può mai conoscere la verità con certezza, «i dogmi della fede sono storici e diversamente interpretabili […] Il peccato viene meno […] Non ci possono quindi essere situazioni oggettivamente sbagliate da condannare, né peccati pubblici da riprovare. La fede cattolica non dice mai dei “no”, ma accompagna con misericordia» (pp. 32-33). Ecco allora che «la Gnosi modernista è penetrata nella Chiesa e la separazione tra misericordia e verità favorisce questa penetrazione. Dal punto di vista strettamente filosofico, sembra evidente che la vittoria del “trascendentale moderno” sia certa» (p. 33).
Se la modernità filosofica è essenzialmente gnostica, questo progressivo affermarsi della Gnosi nell’Europa cristiana ha certamente nella Riforma luterana un momento di svolta. Scrive Fontana: «Tra le varie letture della Riforma luterana ritengo che la più adatta a cogliere adeguatamente l’oggetto sia di vederla come una forma di Gnosi, ossia di una riplasmazione della realtà a partire dal soggetto» (p. 148). Le ricadute politiche dell’eresia luterana sono di primaria gravità: «Poiché la natura umana è irrimediabilmente malvagia e la stessa vita di Grazia non serve per purificarla, nella sfera naturale c’è bisogno del potere per tenere a freno gli istinti malvagi dei cittadini. Tale potere non è legato a una norma morale naturale, dato che dalla natura vista in senso esclusivamente negativo non può derivare una legge morale, né è subordinato a un potere spirituale che è, per Lutero, solo interiore, e quindi si tratta di un potere assoluto» (p. 151).
Se Lutero può essere indicato come il padre della Gnosi moderna, il cattolicesimo contemporaneo ha nel personalismo (ad esempio di Maritain) e nella “svolta antropologica” rahneriana le porte principali attraverso le quali la Gnosi è penetrata e, come un cancro, ha occupato la Chiesa; lo denuncia a chiare lettere Fontana nel capitolo quinto dedicato a “Maritain e secolarizzazione” e nel capitolo sesto dedicato a Rahner e al «suicidio della fede cattolica» (p. 95).
La Gnosi penetrata nella Chiesa opera un cambio di paradigma, da una ragione metafisica ad una ermeneutica con la conseguente riduzione della teologia (e della stesso contenuto della fede) a giuoco verbale con la perdita totale della Realtà conosciuta nella sua oggettività. È la perdita dell’Essere surrogato dal linguaggio, dal discorso inevitabilmente vuoto di senso semplicemente perché preventivamente negato come espressivo del Reale: «Il paradigma metafisico è stato largamente soppiantato da quello ermeneutico. L’ermeneutica penetra nella Chiesa come forma aggiornata di modernismo, sostituendo l’esistenza all’essere e il narrare al conoscere, e come forma aggiornata, più o meno radicale a seconda dei casi, di Gnosi» (pp. 39-40). Questo cambio di paradigma porta con sé la liquefazione della fede e l’impossibilità di riconoscere «i concetti di natura, di natura umana, di ordine naturale e sociale, di peccato, di finalismo ontologico, di coscienza e di moralità» (p. 112) ovvero, sul versante pratico, la morte della morale. «Nella liquidità generale […] non ci sono più nemici […] né battaglie da combattere […] Non ci sono più “no” da dire […] e il fedele deve accettare senza nostalgia di camminare insieme agli altri nell’incertezza e nel dubbio, e la fede cristiana consisterebbe proprio in ciò» (pp. 114-115).
Le conseguenze pratiche dell’infiltrazione gnostica sono facilmente rilevabili: un cattolicesimo incapace di affermare e difendere la legge morale naturale persino nelle sue esigenze fondamentali quali l’indisponibilità della vita umana. Ma la battaglia etica si colloca, ci ricorda Fontana, entro un orizzonte più vasto che è quello del realismo metafisico negato dalla modernità: «Il processo di secolarizzazione dell’Occidente è stato un lungo processo di erosione progressiva della verità […] Il processo di secolarizzazione è stato un percorso gnostico di corrosione del senso. […] La chiave strumentale è la filosofia […] La lotta per l’indisponibile è combattuta dal paradigma metafisico da un lato e dal paradigma ermeneutico dall’altro. La metafisica rappresenta l’accesso concettuale al trascendente, quindi all’indisponibile. L’ermeneutica accoglie invece il trascendentale moderno, un a-priori che impedisce irrimediabilmente l’accesso all’indisponibile» (pp. 38-39).
Riconosciuta la centralità della filosofia nel processo di mutazione gnostica del cattolicesimo («l’apertura della teologia cattolica alla filosofia moderna ha introdotto rilevanti dosi di Gnosticismo nella Chiesa» p. 171), Fontana conclude collocando il processo oltre il campo delle sole forze umana: «quella per l’indisponibilità è una lotta, è una lotta metafisica e religiosa. […] Ogni lotta per l’indisponibilità su questo mondo è finalizzata all’altro, o per annullarlo o per confermarlo. E in questa lotta non agiscono solo forze umane» (p. 41) a dire che su questo terreno si gioca lo scontro tra Cristo e Satana!
A tanto sfacelo – «l’uomo diventa più importante di Dio, il mondo della Chiesa, […] la pastorale del dogma, la prassi della dottrina, […] il mezzo del fine, la coscienza della verità, l’ermeneutica della metafisica, il tempo dell’eternità» (p. 169) – evidente a chi abbia occhi e volontà di vedere («Dopo di allora c’è l’oggi, che tutti abbiamo sotto gli occhi» p. 173), Fontana oppone come medicina il ritorno alla filosofia cristiana (sapienziale, realista, metafisica) di cui san Tommaso d’Aquino è insuperato maestro. Il capitolo sulla filosofia cristiana e ancor più quello dedicato a «Libertà religiosa e regalità sociale di Cristo» meritano specifica trattazione che rimandiamo ad altra occasione. Testo interessante e coraggioso, da leggere!
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