L'immacolata

Avvento significa intreccio di ricordo e speranza, tanto necessari ad ogni essere umano. Ognuno di noi potrebbe raccontare la propria storia sulla falsariga di ciò che significano per la sua vita i ricordi del Natale, della Pasqua, oggi della festa dell'Immacolata
di Mons. Gino Oliosi
Ringrazio il Signore nel rilevare che il mio spirito non è stato ingannato fin dall'infanzia da una falsa liberazione sottraendo la memoria del cuore e ritengo che tutti noi non viviamo come quella generazione alla quale una certa pedagogia della liberazione ha annullato il passato e reso quindi impossibile la speranza. Quando incontriamo con quanto
pessimismo una parte della nostra gioventù guarda al futuro, ci domandiamo da che cosa può dipendere. Immersa nel superfluo di cose materiali, non le manca forse il ricordo della bontà umana, che induce a sperare? Con il disprezzo dei sentimenti, con lo scherno della gioia non si è calpestato anche la radice della speranza? Ognuno di noi potrebbe raccontare le feste liturgiche come eventi di speranza. Tutte le feste dell'anno liturgico iniziato con l'Avvento, che l'anno della fede custodisce e rivela, divengono ricordi personali della propria storia di vita attraverso la liturgia e le tradizioni. Ognuno potrebbe raccontare la propria storiasulla falsariga di ciò che significa la festa, la liturgia oggi, la Parola di Dio dell'Immacolata.
Abbiamo risentito con gioia il Vangelo dell'Annunciazione (Lc 1,26-38), che contiene appunto il dialogo tra l'angelo Gabriele e la Vergine. "Rallegrati, graziosa, piena di grazia: il Signore è con te" – dice il messaggero di Dio che annuncia il darsi della persona divina del Figlio che assume un volto umano rivelando chi è Dio, Padredi tutti, e a cosa è destinato ogni uomo a figlio del Figlio con il dono dello Spirito.L'espressione piena di grazia, che ci è tanto familiare fin dall'infanzia perché la pronunciamo ogni volta che recitiamo l'"Ave Maria", ci offre la spiegazione del mistero dell'incarnazione che oggi celebriamo. Infatti Maria, fin dal momento in cui fu concepita dai suoi genitori, è stata oggetto di una ricreazione, di una nuova Eva, da parte di Dio, il quale nel suo disegno eterno, l'ha prescelta per essere madre del suo Figlio, nuovo Adamo, che assume anche un volto umano e, di conseguenza preservata dal peccato originale cioè dalla originaria tendenza al male. Perciò l'angelo si rivolge a lei con questo nome, che implicitamente significa: "da sempre ricolma dell'amore di Dio", della sua grazia come vocazione a Madre di Dio e della nuova umanità  ricreata con il perdono in Gesù Cristo. Guardando, ricordando Lui, noi ravviviamo la speranza riconoscendo l'altezza e la bellezza del progetto di Dio per ogni uomo: diventare santi e immacolati nell'amore (Ef 1,4), ad immagine del nostro Creatore, Redentore.
Che grande dono avere per madre, come figli nel Figlio fin dal Battesimo, Maria Immacolata! Una donna splendente di bellezza, trasparente all'amore di Dio. Penso ai giovani di oggi, cresciuti culturalmente fin dalla scuola d'infanzia in un ambiente, segnato dalla drammatica frattura tra Vangelo e cultura, saturo di messaggi secolariche propongono falsi modelli di felicità. Questi ragazzi e ragazze con questi ricordi rischiano di perdere la speranza perché sembrano spesso orfani perfino della capacità di un vero amore, che riempie di significato e di gioia anche questa vita e perfino la morte che apre alla vita veramente vita. San Giovanni Paolo II quante volte ha proposto alla gioventù del nostro tempo, quale ricordo che ha fondato la sua speranza, Maria quale "Madre del bell'amore". Non poche esperienze documentano purtroppo che gli adolescenti, i giovani e persino i bambini sono facili vittime della corruzione dell'amore, ingannati da adulti senza scrupoli i quali, mentendo a se stessi e a loro, li attirano, spesso senza rendersi conto, nei vicoli senza uscita del consumismo: anche le realtà maschili-femminili più belle, più sacre, come il corpo umano, tempio del Dio dell'amore e della vita, diventano così oggetti di consumo; e questo sempre più presto, già nella preadolescenza. Che tristezza quando i ragazzi smarriscono quello stupore, quell'incanto dei sentimenti più belli, quel valore del rispetto del corpo, manifestazione della persona e del suo insondabile mistero. A tutto questo ci richiama la festa dell'Immacolata, che contempliamo in tutta la sua bellezza e santità ricordando che per mezzo di essa l'umanità di Dio nel Natale è apparsaanche la bontà dell'umanità degli uomini, speranza anche peccatori. Dalla croce Gesù l'ha affidata a Giovanni e a tutti i discepoli (Gv 19,27), e da allora è diventata per l'umanità intera, anche prodiga, Madre, Madre appunto della speranza.

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