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Il Medioevo è ritenuto da alcuni studiosi a torto un'età della storia umana oscura e cupa che sarebbe meglio mettere da parte.
Invece il filosofo e scrittore Stefano Fontana nell'opera
La sapienza dei medievali rivela che i sapienti del tempo ci hanno lasciato un patrimonio di insegnamenti spirituali utili e necessari ai nostri tempi.
Non a caso Fontana descrive delle verità che rispecchiano bene il presente:
"La filosofia spesso eccedeva, dando l'impressione di voler spiegare tutto e che quanto non si riesce a spiegare non abbia valore. Le tensioni scoppiavano quando gli eccessi dei dialettici rischiava di mettere in dubbio alcune verità di fede e, lavorando troppo sui significati e sulle parole, stravolgevano il testo sacro o inquinavano l'esatta comprensione di un dogma.
Pier Damiani (10001072) può essere l'esempio più nitido di antidialettico. Egli fu eremita, poi monaco del monastero di Fonte Avellana e quindi cardinale. Egli difende la fede dalle insidie della ragione. L'intellettualismo è considerato inutile: 'Dio onnipotente non ha bisogno della nostra grammatica per trascinare gli uomini dietro a sé, se è vero che all'inizio della redenzione umana non mando né filosofi né oratori, ma uomini semplici e incolti'".
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