Clericalismo e rahnerismo.
Le cause profonde dell’attuale corruzione sessuale del clero
Mons. Viganò ha scoperchiato uno scandalo enorme |
Il Papa ha ripetutamente attribuito la causa dell’attuale corruzione sessuale del clero al «clericalismo», ossia quella forma di prepotenza o violenza, che il prete può esercitare sul prossimo, per fini di un turpe piacere, abusando del prestigio che gli viene dal suo stato clericale. Credo che ciò sia certamente una causa del fenomeno, ma non l’unica e neanche la più profonda. Ma il limite di questa spiegazione è dato anche dal fatto che il Papa non si ferma su di un altro aspetto di questa corruzione, che è il peccato di sodomia dei preti, severamente condannato dal Diritto Canonico (can.1395).
Il motivo immediato e specifico di questi atti peccaminosi non
può essere che la lussuria, nelle sue varie forme. Infatti il semplice clericalismo non necessariamente sfocia nei peccati sessuali, ma può trovare anche altri sbocchi, come per esempio il carrierismo, l’attaccamento al denaro, il desiderio di dominare sugli altri.
Invece la lussuria è la causa specifica, perché è proprio quella tendenza a cercare il piacere sessuale per se stesso, non importano qui le diverse modalità, condizioni o i mezzi usati. Nel nostro caso abbiamo la pedofilia, che cerca il piacere nel contatto con i minori e la sodomia, che cerca il piacere nel contatto con adulti del medesimo sesso.
Ma anche la lussuria non è la radice prima del male, perché può essere a sua volta causata da una cattiva educazione morale di tipo soggettivista, sensista o liberale, la quale, in un soggetto già incline alla lussuria, emotivo e debole nel ragionamento, trova il terreno fertile per la sua messa in opera, illudendo il soggetto con vani argomenti per dare una parvenza di giustificazione morale a ciò che giustificato non può essere.
A tal riguardo dobbiamo notare con molto rammarico che ormai da decenni la formazione seminaristica, a causa della mancata vigilanza dei vescovi o di vescovi dottrinalmente deviati o dell’assenza di avvertimenti provenienti dalla S.Sede, nei seminari è spesso improntata ad insegnamenti, i quali, nel campo della morale e della spiritualità, non rispecchiano la sana dottrina raccomandata dalla Chiesa, come per esempio quella di S.Tommaso o del Concilio Vaticano II rettamente interpretato, ma riflettono le idee di autori modernisti, difformi dal vero insegnamento del Concilio. Tra tutti costoro, per prestigio, notorietà, pericolosità e diffusione emerge certamente Karl Rahner, il cui pensiero ho illustrato in un libro, Karl Rahner. Il Concilio tradito, frutto di trent’anni di studio, edito nel 2009 da Fede&Cultura.
Il cattivo influsso di Rahner in questo campo della condotta sessuale non dipende da una sua specifica dottrina sulla virtù e sul vizio in campo sessuale, che in Rahner non esiste, se non per rari e vaghi accenni , ma dalle basi stesse della sua antropologia, della sua morale e della sua spiritualità.
Per Rahner, infatti, la natura umana e la legge morale naturale mancano di determinatezza ed universalità e si riducono alla singola concreta persona agente; esse non sono definibili con proprietà specifiche, oggettive ed immutabili, ma ogni agente plasma liberamente la propria natura come gli aggrada; l’uomo è autocoscienza di Dio; l’anima non si distingue dal corpo, ma si identifica con esso; l’intelletto si riduce al senso, la scienza all’opinione, il concetto all’immagine, la volontà all’emozione, la libertà alla licenza.
La fede è un’esperienza «atematica», la Rivelazione è evento esistenziale; la Scrittura e la Tradizione sono storicamente condizionate; la grazia è il vertice dell’umano; non esiste la colpa, perché ogni peccato è perdonato dalla misericordia divina; il soprannaturale si riduce al trascendentale; Dio non è nominabile né concettualizzabile, ma è «Mistero assoluto senza nome». Non è immutabile, ma muta in Cristo. Cristo è ridotto a modello dell’uomo, la Chiesa coincide col mondo. L’escatologia non è nel futuro, ma nel presente. Il peccato originale non è un fatto storico, ma un fatto presente. La verità muta, il bene è soggettivo. I dogmi sono concetti mutevoli. Il Papa non è infallibile. Dio non è senza l’uomo. L’umano si compie nel divino. Tutti sono in grazia, tutti si salvano.
È chiaro che con queste idee, che chiunque può verificare sui testi rahneriani leggendo il mio libro, non c’è alcuna possibilità di dare fondamento razionale e dogmatico a un’etica sessuale, che qualifichi come peccato non solo la pedofilia e la sodomia, ma qualunque altra aberrazione sessuale, visto che nell’etica rahneriana, di schietta impostazione soggettivista e relativistica, non esiste una legge morale oggettiva, certa, universale e immutabile, infallibilmente insegnata dal Magistero della Chiesa; ma ognuno è libero di scegliere o stabilire il proprio «orientamento sessuale», ovvero di «plasmare» il proprio io esistenziale come gli pare, in «libertà responsabile», «secondo la sua coscienza», «davanti a Dio».
Per purificare la Chiesa da questa «sporcizia», secondo la parola usata da Papa Benedetto, bisogna che Papa Francesco si decida ad avviare una riforma degli studi ecclesiastici e della formazione sacerdotale, pura da ogni contaminazione ereticale, in particolare rahneriana, ed improntata alla scuola di colui che lo stesso Concilio raccomanda, ossia S. Tommaso d’Aquino.
Ci possiamo chiedere come si è potuto giungere al punto che oggi, invece, il rahnerismo domini nelle scuole, nei seminari e nelle istituzioni accademiche della Chiesa. Visti i risultati terribili che il rahnerismo sta producendo nel campo dottrinale, morale ed ecclesiale, dobbiamo renderci conto di esser stati vittime di un grande inganno e di una grande illusione.
Da cinquant’anni la cultura cattolica si è allontanata a grandi passi al di fuori della retta via. E adesso, visto che ci stiamo perdendo in una «selva aspra e forte», bisogna ritrovare questa retta via. Ci si è illusi di attuare il rinnovamento e il progresso teologico voluti dal Concilio. E non ci si è accorti che questo rinnovamento e questo progresso non sono stati interpretati nella maniera giusta, successivamente dataci dai Pontefici del postconcilio, ma nell’interpretazione rahneriana, che è falsa, perché di stampo modernistico, oltre a tutto influenzato dalla massoneria. Questi Pontefici, è vero, non hanno mai condannato Rahner; ma non lo hanno neppure approvato. Anzi, dai loro insegnamenti emerge che sono contro Rahner.
Solo il Papa attuale, benché anch’egli non abbia approvato Rahner, mostra di essere influenzato da lui. Ma ciò non ha fatto che peggiorare la situazione, producendo lo scoppio di questo tremendo scandalo nella Chiesa. Che cosa si aspetta a porre finalmente un rimedio? O vogliamo precipitare ancor più nel baratro?
La prima cosa da fare, pertanto, è la riforma della formazione sacerdotale secondo le esigenze della sana dottrina nella piena fedeltà all’interpretazione del Concilio data dal Magistero della Chiesa, smascherando, confutando e respingendo il modernismo rahneriano.
In secondo luogo, bisogna che il Papa si liberi dai collaboratori modernisti, piaggiatori, intriganti e sleali, che ha attorno, e ne assuma altri, retti, zelanti e leali, che siano fedeli al Magistero della Chiesa, in modo da poter essere veramente aiutato nello svolgimento del suo ufficio petrino e non distratto o sviato da interessi o mire estranei o addirittura contrari.
In terzo luogo, Mons. Viganò, col suo memoriale, ha rivelato davanti alla Chiesa le gravissime responsabilità anche di Francesco nell’omettere di punire e addirittura nel favoreggiare i corrotti. Come lo esorta Mons. Viganò, occorre che il Papa dia per primo l’esempio nella necessaria opera di purificazione della Chiesa, che oggi più che mai si impone, non necessariamente dando le dimissioni, ma quanto meno con un solenne atto di penitenza davanti a Dio e a tutta la Chiesa, altrimenti i suoi ripetuti richiami alla correzione, alla conversione e al pentimento mancheranno di credibilità.
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