L'altra faccia della teoria gender

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Riportiamo uno stralcio dell'intervista rilasciata dal Dott. Gilberto Gobbi (Psicologo-Psicoterapeuta – Sessuologo Clinico) pubblicato sulla rivista on-line LoSchermo.it, autore del volume Il bambino denudato (in cui spiega che l’ideologia gender esiste per davvero ed è diffusa dalle direttive dell’OMS per un’educazione sessuale nelle scuole).

Dott. Gobbi, Lei ha dichiarato che il gender è un’ideologia che “si è imposta con un nuovo linguaggio, nuove norme, così da invadere anche l’ambito educativo con la proposta/imposizione di nuovi contenuti, imponendosi con un successo impensabile in tutto il mondo, divenendo globalmente normativa, una imposizione dittatoriale”.

"Vorrei fare una premessa. Si vuole a tutti i costi negare l’esistenza del Gender e si afferma che esistono solo 'studi di genere', in quanto vi è una serie di studi e ricerche sul genere e null’altro. E’ vero che vi sono questi studi, ma nel contesto vi è un filo conduttore, una stratificazione culturale e antropologica che unisce questi studi, per cui si può affermare che negli ultimi 50 anni è emersa l’ideologia del Gender con caratteristiche e connotazioni ben precise, che partendo dalla sessualità ha coinvolto il senso e il significato della procreazione, della famiglia, del matrimonio, della genitorialità, dell’utero in affitto, dell’affidamento e dell’adozione. Il Gender è la proposta di un nuova antropologia, cioè di una nuova concezione dell’uomo, che nega ogni differenziazione e afferma categoricamente il massimo arbitrio di ciascuno".

Nuova antropologia, la stessa che sostiene quando spiega che il gender “porta con sé una rivoluzione di valori e ideali e sta scardinando la cultura giudaico-cristiana, e impone una nuova visione antropologica dell’uomo”.
"Uno dei principi fondamentali del gender è che 'sesso' e 'genere' non coincidono, perché biologicamente si può appartenere a un determinato sesso, ma scegliere un genere diverso a seconda della percezione di sé, che può essere modificato in qualsiasi momento. Il gender, infatti, sostiene che la persona è il risultato dei modelli e dei ruoli sociali, ignorando non solo il significato ontologico della persona, ma anche il modo e il percorso psicologico con cui elabora se stessa nel processo della propria identità".

Secondo lei la teoria gender, proposta nelle scuole, può entrare in conflitto con l’etica, quella che universalmente è riconosciuta come la morale? E tale teoria può creare o meno problemi nella sessualità del bambino?
"La separazione del sesso biologico da quello psicologico (identità di genere) porta a concludere che il maschile e il femminile sono costruzioni puramente sociali. Sotto l’aspetto generale vi sarà la desessualizzazione della coppia (uomo/donna), per cui la maternità e la paternità non sono delle realtà in relazione con l’identità maschile e femminile, ma funzioni sociali. L’uomo è escluso dalla procreazione, che diviene proprietà della donna e, in una prospettiva già attuale, un’appropriazione e manipolazione della tecnica per soddisfare i 'bisogni' dei singoli e delle diverse coppie ad avere a tutti i costi un bambino (figlio!). In sintesi, con il pensiero dominante dell’ideologia del Gender, che cosa viene insegnato al bambino e successivamente al ragazzo (secondo gli orientamenti dellOMS)? Questi aspetti. La sessualità è scissa dalla procreazione con la contraccezione e l’aborto; la coniugalità è dissociata dal matrimonio con la convivenza e con la costruzione di diverse 'famiglie', fondate sul 'volersi bene' e il riconoscimento delle differenti 'unioni civili'; la fecondità è dissociata dall’atto sessuale con la procreazione medicalmente assistita e la donazione dei gameti; la stessa gestazione è disgiunta dalla maternità con la maternità surrogata; vi è il riconoscimento del diritto per qualunque soggetto e coppia di adottare e di 'farsi fare un figlio' (omogenitorialità)".

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