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Dalla vita di questa grande Santa possiamo trarre almeno tre insegnamenti importanti ieri quanto altrettanto oggi:
- l’amore per la propria patria è un valore cristiano: Il Cristianesimo afferma che tutti gli uomini sono uguali e sono fratelli, ma non ritiene sia giusto pensare che il mondo intero sia un’unica comunità spoglia di qualsiasi identità culturale;
- combattere deve essere sempre una “extrema ratio”, non è casuale che con santa Giovanna d’Arco la Provvidenza non scelse un cavaliere della corte francese avvezzo alle armi, nemmeno una donna di corte, bensì una ragazza che mai avrebbe pensato di mettersi a capo di un esercito.
- bisogna lottare per la verità e non per il potere: mentre il re Carlo VII si adattò alla convenienza del momento cercando di trattare, santa Giovanna volle giustamente andare fino in fondo. È il ragionamento dei santi, che seguono la Verità costi quel che costi, e non il mondo né il plauso della folla.
Come racconta nel suo volume lo scrittore di saggi a carattere stolico-militare Hilaire Belloc, metà inglese e metà francese, Giovanna d'Arco, la guerriera di Dio è soprattutto segno di contraddizione, scandalo e follia. Sovvertendo ogni logica mondana, con il suo “sì” alla chiamata divina – che ricorda il fiat di Maria –, la fanciulla metterà a ferro e fuoco i pregiudizi di un mondo incancrenito nell’egoismo, tutto intento a badare solamente al proprio tornaconto. Umile, come chi si riconosce mero strumento, la Pulzella d’Orleans si trasformerà in gloriosa condottiera, armata non di spada ma di una pietà che non conosce paura. Il suo eroismo è prima di tutto quello dell’obbedienza, quello della fiducia in un Dio che la voleva lontana dal suo villaggio, rivestita di un’armatura, a capo di uomini che avevano perso ogni speranza.
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