Il Battista è la persona in cui l’Antico Testamento, l’Antica Storia di Amore di Dio per noi attraverso un popolo raggiunge il suo culmine
di Mons. Gino oliosi
Oggi la Chiesa celebra la Natività di san Giovanni Battista, il precursore del Signore. E’ una festa grande, proprio perché il Battista è la persona in cui l’Antico Testamento cioè la rivelazione della storia di amore di Dio per noi attraverso il popolo ebraico raggiunge il suo culmine.
Oggi la Chiesa celebra la Natività di san Giovanni Battista, il precursore del Signore. E’ una festa grande, proprio perché il Battista è la persona in cui l’Antico Testamento cioè la rivelazione della storia di amore di Dio per noi attraverso il popolo ebraico raggiunge il suo culmine.
Il brano evangelico di oggi ci fa rivivere la nascita di Giovanni e come gli è stato dato questo nome, scelto da Dio. Le altre
letture completano la prospettiva, evocando il ministero di Giovanni Battista e il suo annuncio del Salvatore.
Rivivere, contemplare la nascita di Giovanni è motivo di grande gioia. L’angelo aveva annunciato a Zaccaria che alla nascita di questo bambino molti si sarebbero rallegrati (Lc 1,14), ed effettivamente, trattandosi di un evento straordinario – Elisabetta non era più in età da avere figli, ma il Signore ha manifestato in lei la sua misericordia -, alla nascita di questo bambino tutti si rallegrano con sua madre.
Quando poi viene il momento di decidere quale nome dare al bambino, vediamo come la Provvidenza ha una cura speciale di lui. C’è una ispirazione per decidere il suo nome, un’ispirazione sorprendete.
La gente pensa che al bambino debba essere dato – come avviene di solito – il nome di suo padre, “Zaccaria”, ma la madre non è d’accordo e vuole che si chiami “Giovanni” (Giovanni è un nome che in ebraico significa: “Dio fa grazia”, un nome che costituisce tutto un programma).
I conoscenti fanno obiezione, perché nessuno della parentela si chiama con questo nome. Allora domandano con cenni a suo padre come vuole che si chiami il bambino; e Zaccaria scrive su una tavoletta: “Giovanni è il suo nome”. Si tratta di una ispirazione che viene da Dio, perché Elisabetta e Zaccaria non si erano intesi in precedenza, ma ora si trovano d’accordo sul nome da dare al bambino. E’ un nome programmatico, annuncio di un tempo di grazie.
Tutti rimangono meravigliati, e Zaccaria, che era stato reticente quando l’angelo gli aveva annunciato la nascita del Bambino e che per questo era stato provato da Dio con l’impossibilità di parlare, ora riacquista la parola.
In questo stesso istante gli si apre la bocca, gli si scioglie la lingua ed egli riprende a parlare benedicendo Dio. Zaccaria si esprime con parole piene di gratitudine e con magnifiche predizioni nel suo cantico Benedictus.
Questi eventi impressionano la gente e anche noi, perché in essi si fa presente visibilmente il dito di Dio. La gente si domanda: “Che sarà mai di questo bambino?” Giovanni è predestinato ad una missione molto importante che anche noi oggi viviamo, celebriamo nella Messa con quel suo annuncio prima della Comunione “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”: quella di preparare la via del Signore.
Rallegriamoci per questa festa. Accogliamo tutte le grazie che il Signore ci ha concesso per mezzo di questo personaggio, il più grande nato di donna, caratterizzato da una fedeltà esemplare, da un grande coraggio nel proclamare la parola di Dio e da una straordinaria generosità, sino al punto di offrire la propria vita, in un’unione anticipata con il mistero di Gesù. Maria che con il concepimento verginale del redentore, nella visita alla mamma lo ha liberato dal peccato originale prima di nascere ci renda attenti e ci prepari ad accogliere sempre il Signore.
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