di Mons. Gino Oliosi
Gesù, oggi risorto e presente nella e attraverso il suo corpo che è la Chiesa, diffonde la verità con una dedizione contro l’opposizione del Maligno
Gesù, oggi risorto e presente nella e attraverso il suo corpo che è la Chiesa, diffonde la verità con una dedizione contro l’opposizione del Maligno
Il Vangelo di questa domenica ci mostra che la vita pubblica di Gesù non è stata un periodo solo di tranquillità e di progresso senza ostacoli: al contrario, egli ha dovuto affrontare opposizioni, critiche anche molto aspre, ed è stato contrastato anche dai suoi familiari. A questo ci prepara la prima lettura che ci parla di ciò che è accaduto dopo il
peccato di Adamo. La seconda ci fa capire che anche Paolo ha dovuto affrontare difficoltà nel suo ministero. Lieta notizia è il modo sereno con cui si affrontano tutte le tribolazioni con il Vincitore del Maligno.
La prima lettura è stata scelta a causa dell’accusa rivolta a Gesù nel Vangelo di essere complice del principe dei demoni. Gli scribi cioè gli intellettuali, discesi da Gerusalemme, dicono a suo riguardo: “Costui è posseduto da Beelzebul (= nome dato a un demonio) e scaccia i demoni per mezzo del principe dei demoni”. Si tratta di una totale contestazione del ministero di Gesù, che viene considerato complice del tentatore, del mentitore anziché Colui che ha tolto al Maligno la possibilità di vincere che aveva prima dell’Incarnazione. Dopo il peccato originale Dio viene descritto passeggiare nel giardino, e Adamo si nasconde dalla sua presenza. Adamo è stato complice di Satana. Quando Dio lo chiama, risponde così: “Ho percepito il tuo passo nel giardino e ho avuto paura, perché sono nudo e mi sono nascosto”. Questo atteggiamento rivela che egli non è più nella semplicità originaria di sentirsi dono nel proprio e nell’essere della sua sposa, come di tutto il mondo del Donatore divino e si chiude in se stesso.
Quando Dio lo interroga: “Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”, Adamo risponde dando la colpa a Eva: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ho mangiato”. Dio allora interroga la donna, che a sua volta dà la colpa al serpente che ha oscurato la sua coscienza: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”. Il demonio è all’origine della prima disgrazia dell’umanità. E’ il nemico numero uno, è il tentatore per eccellenza. Sappiamo così che questo essere personale oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora: è il nemico occulto che semina errori e sventure in tutta la storia umana. Dio maledice il serpente e annuncia l’inimicizia tra il serpente e la donna: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. E il primo annuncio dell’Incarnazione nel grembo verginale. Non c’è concezione cristiana della vita di ogni uomo, di tutta la storia umana se non si ha presente il centro dell’opposizione all’avvenimento redentore di Cristo, che risorto permane nella storia, opposizione non più certo con la possibilità di vincere che ha avuto prima dell’Incarnazione del Signore risorto che vincitore continua la sua presenza e la sua azione nella via divino-umana della Chiesa con la Sua Parola. i suoi Sacramenti e l’amare come Lui ci ama. Con la secolarizzazione si rischia la non consapevolezza dell’esistenza del Demonio, chi sia, che cosa fa con la tentazione e l’azione maligna e come partecipare all’azione vincitrice di Cristo attraverso noi.
Importante la preghiera al Cuore Immacolato di Maria.
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