Ordine di servizio TV. Se qualcuno dice che i figli allevati da una coppia di invertiti stanno benissimo e sono felici, dare il massimo rilievo alla notizia. Ignorare tutte le prove scientifiche contrarie.
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33 commenti:
Ah perché esistono prove scientifiche? Mi illumini, la prego. Se non sbaglio, lei era quello che all'università di Cagliari sosteneva l'idea (ridicola e senza fondamento) che il virus dell'HIV passava attraverso i pori del preservativo.
Egregio Valerio, lei si è meritato una merdaglia d'oro al valor civile da parte dei fabbricanti di gondoni, o preservativi che dir si voglia, per il valido sostegno da Lei gratuitamente offerto ai loro lucrosi affari. Sappia che ci sono prove sperimentali che attraverso i pori dilatati del lattice riescono a passare perfino gli spermatozoi, che sono cellule, e quindi enormemente più grandi di un virus. Tutto questo senza contare le frequenti rotture. Naturalmente i fabbricanti di preservativi non l'ammetteranno mai, e poi possono contare su sostenitori del suo calibro, quindi quei signori sono in una botte di ferro e continueranno a fare affari d'oro rovinando la gente. Ma forse lei non sa cos'è un virus: un virus è costituito da un acido nucleico (DNA o RNA) legato a una proteina, quindi un filamento sottilissimo, del diametro solo di qualche raggio atomico. Un filamento del genere passa in modo facilissimo attraverso i pori dilatati del latrice che hanno un diametro fino a cinquanta volte maggiore. Quanto ai disgraziati allevati da coppie di invertiti, spesso subiscono violenze carnali, come ben sa chi legge i giornali non silenziati dal regime, senza contare che il bambino, per crescere normalmente, ha bisogno di un padre e di una madre. Sono comunque lietissimo di leggere critiche a quanto scrivo, perché significa che non mi legge soltanto la gente sveglia e controcorrente, ma anche qualcuno che oggi vaga nella nebbia, ma forse domani comincerà a capire che l'uso improprio dell'ultimo tratto del tubo digerente non è un esercizio salutare né intelligente. Stia bene.
Egregio Biagini,
Mi fa piacere che apprezzi anche i commenti di gente poco sveglia. In realtà, vista la scarsità di commenti dei suoi post, vien da pensare che la gente sveglia neppure se li fila, i suoi pensierini dal retrogusto sessuofobico e oscurantista. Detto ciò, la informo che:
a) Da ormai vent’anni la letteratura scientifica internazionale (quella che passa dalla revisione incrociata, non i trafiletti di cronaca nera) ha dimostrato che non vi è alcuna prova che l’omogenitorialità sia dannosa ai bambini. Si dia pace.
b) So benissimo cos’è un virus, come tutti coloro che hanno frequentato una scuola pubblica fino al terzo anno di scuola media. E so anche che il virus dell’HIV ha bisogno di un fluido di trasporto, come sperma o sangue, per infettare. Se no, muore. Il preservativo, se correttamente utilizzato, impedisce il contatto diretto tra mucose e fluidi, e quindi il contagio. Il lattice, impermeabile, è lo stesso usato nei guanti di chirurgia, usati da decenni senza che nessun cattolico abbia mai denunciato infezioni da virus che passano attraverso i pori: a riprova della malafede delle sue argomentazioni omofobiche (visto che per lei l'uso del preservativo è prerogativa di maschi omosessuali). Naturalmente è liberissimo di postarmi qualche esempio di “prova sperimentale” che dimostri il contrario.
Un’ultima curiosità: il regime a cui lei allude si chiama regime democratico. E’ lo stesso che l’ha stipendiata per anni per insegnare in una università pubblica, che probabilmente la mantiene oggi con una pensione, e che le permette di esprimere tranquillamente la sua opinione in migliaia di post e in decine di libri.
Egregio Valerio,
vedo che lei crede ancora a Babbo Natale e alla serietà della letteratura scientifica internazionale. Mai sentito parlare del "Climagate"? Perfino i climatologi colti in flagrante a scambiarsi e-mail su come imbrogliare per dimostrare un inesistente riscaldamento globale, sono rimasti al loro posto.
Ci di mezzo lobbies potentissime. Nel rapporto segreto Kissinger del 1974, desecretato 20 anni dopo, si dice che, per preservare la supremazia degli USA, era indispensabile limitare con ogni mezzo la crescita della popolazione mondiale: uno di questi mezzi è lo spauracchio ambientalista, e poi la contraccezione, la distruzione della famiglia, l'aborto, l'omosessualismo, e via devastando.
Lei dice di sapere cos'è un virus. Ha una grande fiducia nella scuola pubblica, dopo le riforme molto meglissime della sinistra, e ciò le permette di credere anche alla Befana e alla Fedeli. No, lei dimostra di non aver capito niente se dice che il virus "muore". Ma caro, ingenuo amico, il virus non può morire, perché non è mai stato vivo. Il virus è una macromolecola, non un essere vivente e non è in grado di fare nulla di quello che fa un essere vivente, eccetto riprodursi per duplicazione, e così facendo invadere gli organismi che gli vengono a tiro.
E i guanti da chirurgo? Quelli non devono trasmettere impulsi tali da provocare l'orgasmo, basta che lascino una certa sensibilità tattile; sono quindi molto più spessi e i vari strati si compensano; e soprattutto non devono dilatarsi allargando i fori. I preservativi, sottili, fragili e fortemente dilatati dall'erezione, lasciano passare di tutto, talvolta perfino spermatozoi, e figuriamoci se non passano i virus. I virus hanno "bisogno di un fluido di trasporto", dice lei; ma naturale, e nell'eiaculazione ne trovano quanto ne vogliono.
Non ho mai detto che solo i maschi omosessuali usano il preservativo: questa è una sua fantasia che dimostra una notevole deficienza di attenzione da parte sua. Noti che io non mi permetto di accusarla di malafede come fa lei, senza ragione, con me. Certo che il preservativo viene usato anche dagli eterosessuali, l'hanno sempre usato, e anche qui con risultati non sempre brillanti, in termini di infezioni e gravidanze indesiderate. Perché il preservativo, oltre a non essere del tutto impermeabile, non di rado si rompe.
Il regime che lei chiama democratico è il nuovo ordine mondiale che ci sta letteralmente strangolando e mira ad avere una massa indifferenziata di disgraziati impoveriti, su cui signoreggerà, e già signoreggia, la ristrettissima élite del gruppo Bilderberg. Si riempia pure la bocca di "democrazia" e le faccia buon pro, mentre la sua "democrazia" assassina i bambini non nati e anche quelli nati, che certi medici non sono capaci di curare.
Lei mi rimprovera che questo regime "democratico" mi abbia stipendiato, mi mantenga ancora oggi con una pensione, e mi permetta di esprimere la mia opinione. Il fatto è che questo regime può permettersi di lasciar campo libero alle critiche, perché ha in mano praticamente tutti, o quasi, i mass media, e anche se viene contraddetto, non se ne accorge o fa finta di non accorgersene.
Ad esempio, il riscaldamento globale è una bufala: è stato fatto innumerevoli volte, ma il regime, attraverso i suoi mass media, ripeterà esattamente la stessa bufala, con le stesse parole, e troverà milioni di sprovveduti pronti a credergli.
Infine, caro Valerio, vedo che lei è molto informato su di me, e che trae da queste informazioni tutti gli schizzi di veleno di cui il suo nobile animo democratico è capace. Io, invece, non so niente di lei, ma le assicuro che non nutro alcuna curiosità.
Egregio Biagini,
Mi ha scoperto: credo nella lettura scientifica internazionale! Sarà perché redatta da gente con decenni di ricerca alle spalle, sarà perché verificata da revisioni incrociate e sottomesse alla critica di persone competenti, sarà perché fondata su prove e dimostrazioni razionali. Tutto il contrario delle fonti alle quali lei sembra attingere, nonostante sul mondo scientifico ci abbia costruito la sua carriera...
Quindi insisto: visto che tale strano sistema di letteratura scientifica continua a essere alla base del progresso umano (quello grazie al quale lei può non morire di morbillo a cinque anni, o spostarsi su un'auto, o trovare su internet strampalate teorie del complotto), attendo che mi fornisca una referenza seria che avvalori le sue improbabili teorie su preservativi porosi e perversi genitori omosessuali. Altrimenti possiamo star qui per ore a chiacchierare di massoni e nuovo ordine mondiale: argomenti divertenti, ma credibili come la storia di Babbo Natale.
Attendo fiducioso.
Egregio Valerio,
sta perdendo colpi. Lei crede nella “scienza”, crede ai grandi studiosi “con decenni di esperienza sulle spalle”, ma preferisce glissare sui fatti. Ad esempio sullo scandalo Climagate, di cui ha parlato tutto il mondo. Allo stesso modo glissa sul rapporto segreto Kissinger del 1974, che è una delle tante agghiaccianti testimonianze del Nuovo Ordine Mondiale. E glissa pure sui delitti di questa democrazia che condanna a morte bambini malati esattamente come faceva il regime hitleriano.
Sui punti che veramente contano è evidente che non sa cosa dire. Io porto documenti e fatti, lei motti di "spirito". In compenso mi sfida a citare studi scientifici a sostegno delle mie opinioni. La servo subito, limitandomi a pochissimi titoli perché il sistema non accetta commenti oltre le 4096 battute.
Dalle testimonianze di moltissimi figli di omosessuali si ricava che da bambini essi soffrivano per la situazione, ma non osavano dirlo, per vergogna, perché intimiditi dai genitori (J. Stacey - T. Biblarz, “(How) does the sexual orientation of parents matter?”, American Sociological Review, 66 [2001], pp. 159-183). Vedi anche: P. Cameron, “Children of homosexual parents report childhood difficulties”, Psychological Reports, 90 [2002], pp. 71-82); e M. Regnerus, “How different are the adult children of parents who have samesex relationships?”, Social Science Research, 41 [2012], pp. 752-770. Quest’ultimo studio, uno dei migliori sull’argomento, ha incontrato forte opposizione, perché i risultati sono sfavorevoli all’ideologia “ghei”, infatti dimostra che figli di coppie omosex pensano di più al suicidio (12% contro il 5% dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%) e in una percentuale superiore (19% contro l’8%) sono in terapia psicologica.
Passiamo al preservativo.
Le statistiche mostrano che, nel 10-15% degli atti sessuali, il preservativo non impedisce la trasmissione sessuale dell’HIV. Questo cresce fino al 20-30% nei rapporti sono omosessuali.
R. F. Carey, in un esperimento pubblicato nel 1992 su Scientific American, ha preso dei preservativi nuovi di diverse marche e li ha riempiti con delle microsfere fluorescenti di politstirene del diametro di 0,1 micron (le dimensioni del virus HIV) e li ha sottoposti poi a stiramenti e pressioni simili a quelle del coito. In due minuti passarono attraverso i micropori circa 12.000 sferule, in mezz’ora 180.000.
Sulla scarsa efficacia del preservativo uscì nel 2000 uno studio di John Richens, John Imrie, Andrew Copas, Condoms and seat belts: the parallels and the lessons”, The Lancet, 29 gennaio 2000, volume 355, numero 9201) in cui si registrava che il condom ha lo stesso effetto psicologico delle cinture di sicurezza: rende più disinvolti facendo aumentare l’abitudine a comportamenti a rischio, e quindi non aumenta affatto il livello di protezione, anzi.
L’European Study Group ha pubblicato uno studio ancora nel 1989 sull’autorevole British Medical Journal da cui risulta in definitiva, una “protezione” intorno al 69% (quindi il 31% di insicurezza).
Le bastano American Sociological Review, Social Science Research, Psychological Reports, British Medical Journal, Lancet e Science? O anche loro fanno solo chiacchiere non confortate dalla mitica peer review?
Mi fermo qui per mancanza di spazio.
Gentile Biagini,
Se i « punti che veramente contano » sono il complotto globale, l’ideologia gender e le sue paranoie di fanatico, sono ben lieto di continuare a credere nella scienza.
Mai parlato di sfida: le proponevo di fornirmi qualche studio che suffragasse le sue teorie. Me li ha forniti: grazie. Ma io temo che li abbia messi per errore, o forse non li ha letti bene, visto che… sono tutti a suo sfavore!
Lo studio di Stacey Biblarz non è in alcun modo a sfavore dei genitori omosessuali. Ma lo ha letto? Si sottolinea che “Because lesbigay parents do not enjoy the same rights, respect, and recognition as heterosexual parents, their children contend with the burdens of vicarious social stigma” (p. 177). In altre parole: se i figli soffrono non è colpa dei genitori che sono omosessuali, ma di gente come lei che li tratta come degli appestati.
E Paul Cameron, suvvia… è stato espulso da ogni seria associazione di psicologi e sociologi già negli anni ’80, è un ciarlatano conclamato. Infine, lo studio di Mark Regnerus è stato criticato non perché c’è l’ideologia “ghei” (sigh), ma perché fondato su criteri metodologici assai dubbi che hanno falsato tutte le conclusioni, come già evidenziato da S. Cheng e B. Powell (Measurement, methods, and divergent patterns: Reassessing the effects of same-sex parents, 2015).
Guardi, la prego, prima di disturbarsi a propormi altri esempi di questo tipo, le cito lo studio recentissimo di J. Adams e R. Light (Scientific Consensus, the Law, and Same Sex Parenting Outcomes, 2015), che ha confermato come ormai dagli anni 2000 la letteratura sociologica e psicologica è concorde nel non rilevare differenze rilevanti tra bambini cresciuti in coppie etero o omosessuali. Le ripeto, si metta l’animo in pace…
Passiamo al preservativo, che è meglio. Anzi no.
Lo studio di Carey volevo leggerlo, ma purtroppo ho notato che il testo è copiato spudoratamente da una pagina a caso presa da internet (un professore che copia e incolla, ma che mi combina?). Anche la citazione dello studio del 1989 è scopiazzata da fonti ignote (da effedieffe? da digilander? da altri siti negazionisti da quattro soldi?). La prego di citarmi le fonti con precisione.
Il solo che ho trovato è stato lo studio del The Lancet, il quale sottolinea semplicemente che la diffusione massiccia di preservativi, dei cui benefici gli autori non dubitano, può accompagnarsi a una minore percezione del rischio. Da qui a dire che il preservativo aumenta il rischio di contagio, ce ne vuole!
Le rivelo un segreto di Pulcinella. La questione sui pori nel lattice è superata da decenni. I virus passano solo ed esclusivamente se c’è un liquido di trasporto, e i liquidi non sono sferette fluorescenti, ma – per l’appunto – liquidi: soggetti a fattori come la tensione superficiale e la capillarità, che impediscono il passaggio anche se i pori sono più grandi di atomi, molecole e quant’altro. Ma secondo lei perché viene fatto un test di permeabilità, di elettricità, di scoppio e di resistenza fisica prima di mettere in commercio un preservativo?
Se il preservativo a volte non protegge non è a causa dei fori, ma del cattivo utilizzo: e finché si continuerà a stigmatizzare l’educazione sessuale nelle scuole gridando “Al lupo! Al lupo!” contro improbabili complotti di gay, stia sicuro che i contagi aumenteranno. Come già sta accadendo in Italia, del resto: dal 2005 al 2013, le vendite di preservativi sono calate del 13%, mentre le infezioni sessuali sono aumentate del 31%, assieme alle gravidanze indesiderate (e il rischio aborti). Questi sono i frutti del lavoro di disinformazione di gente come lei.
Veda lei se controbattere. Per il momento, la ringrazio per i preziosi articoli, che mi hanno permesso di consolidare le mie conoscenze (e le mie certezze).
E con ciò? Tutti pescano da internet. Ma confesso di essermi sbagliato: non è che Vostra Scientificità stia perdendo colpi. I colpi da sparare (intendo colpi intelligenti) non li ha proprio, né mai li ha avuti. Lo si vede anche da come perde il controllo nella polemica, scadendo negli insulti. Certo che difendere l’indifendibile, come l’uso improprio del retto, non è proprio quello che ci vuole a mantenere l’equilibrio. Se non lo sa, l’epitelio del retto è sottile e privo di quelle ghiandole secernenti liquido che agisce da lubrificante, che sono invece presenti nella vagina femminile, e per questo i “ghei” devono spesso ricorrere a cure mediche per danni anche gravi alla sezione inferiore del tubo digerente. Vero è che da lubrificante possono funzionare le deiezioni intestinali, ossia la cacca, specie se dissenterica. Vede quali interessanti argomenti fanno capolino quando, per tener viva una così dotta corrispondenza scientifica, ci si deve occupare di sgradevoli attività contro natura?
Ella, bontà sua, scrive che i virus passano solo se c’è un liquido di trasporto, però, aggiunge, il medesimo liquido, a causa della tensione superficiale e della capillarità fa anche da barriera. Ma trasporta o fa da barriera? Fatto sta che i virus passano e più la gente fotte e più si infetta. Forse sarebbe meglio un comportamento meno immorale. In Uganda i tassi di infezione da Hiv sono diminuiti dal 15% del 1991 al 5% del 2001. Questo grazie al grande cambiamento nei comportamenti sessuali. Anche questo Stato è invaso dai preservativi, ma al contrario degli altri qui ci si è dedicati alla fedeltà di coppia e all’astinenza: lo stesso in Thailandia e Haiti.
Le consiglio il libro di Dawn Stefanowicz, intitolato “Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay” (edizioni Ares 2012), nel quale l’autore ha trovato il coraggio di raccontare la sua infanzia rovinata con un padre omosessuale e a stretto contatto con la comunità Llllggggbbbtt di Toronto.
La prestigiosa rivista scientifica “Social Science Research” ha pubblicato nel 2012 due studi in peer-review sulle problematiche dei bambini cresciuti all’interno di una relazione omosessuale. Loren Marks, della Louisiana State University, è l’autore del primo studio con il quale si è dimostrata l’infondatezza della posizione politica dell’American Psychological Association, secondo la quale i figli di genitori gay o lesbiche non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie eterosessuali. Dall’analisi di 59 studi citati dall’APA graditi alla lobby Llllgggbbbttt risulta che sono tutti scientificamente inconsistenti.
Il secondo studio è quello (citato prima) dal sociologo dell’Università del Texas Mark Regnerus, il quale basandosi sul più grande campione rappresentativo casuale a livello nazionale, ha voluto far parlare direttamente i “figli” (ormai cresciuti) di genitori omosessuali, dimostrando un significativo aumento di problematiche psico-fisiche rispetto ai figli di coppie eterosessuali. Ed ecco levarsi le solite urla isteriche Lllggbbbtttt che pretendevano addirittura il licenziamento in tronco di Regnerus, mettendo sulla strada lui, sua moglie e i tre figli. Ma l’indagine interna dell’Università del Texas ha riconosciuto la legittimità del lavoro e la fedeltà al protocollo seguita dalla metodologia. Questo ateneo è una delle migliori università pubbliche degli Stati Uniti; a livello internazionale è classificata 67a tra le migliori università del mondo per il “US News and World Report”, 35a nel mondo per la “Shanghai Jiao Tong University”, la 49a migliore università del mondo secondo “The Economist”.
I risultati ottenuti da Regnerus sono quindi affidabili. Li ricapitolo: i figli di coppie omosex pensano di più al suicidio (12% contro il 5% dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40% contro il 13%), sono più spesso disoccupati (28% contro l’8%) e in una percentuale superiore (19% contro l’8%) sono in terapia psicologica.
(continua)
(seguito)
Ben prima del responso dell’Università del Texas, lo studio di Regnerus in cui si dimostra il disagio psicofisico per i figli cresciuti da genitori omosessuali, è stato menzionato con approvazione perfino dal politicamente corretto “New York Times”, dove è scritto che “gli esperti esterni, in generale, hanno detto che la ricerca è stata rigorosa, fornendo alcuni dei migliori dati sul tema”. Un gruppo di diciotto scienziati e docenti universitari “tramite un comunicato sul sito della Baylor University da diversi psicologi e psichiatri che hanno scelto di prendere posizione, hanno riconosciuto l’attendibilità degli scomodi risultati.
Dice lei: “Lo studio di Mark Regnerus è stato criticato non per ideologia, ma perché fondato su criteri metodologici assai dubbi che hanno falsato tutte le conclusioni”. Ovviamente lo studioso controcorrente non lo si attacca dicendo che provoca pruriti al fondoschiena già duramente provato, ma cercando di trovargli difetti di metodo. Visti i vantaggi dello schierarsi dalla parte delle lobbies violente schiamazzanti, non stupisce affatto trovare “scienziati” pronti ad attaccare ogni studio scientifico che metta in imbarazzo i Lllgggbbbttttt.
Secondo la Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago (riferisce La Stampa), una percentuale che arriva ai tre quarti delle persone Llllgggbbbttt è vittima di violenze domestiche, ma è estremamente riluttante a denunciare il partner violento, a differenza di quanto avviene nelle coppie normali, per cui il trend è di portata ben superiore a quello descritto dal dipartimento di Giustizia Usa, in uno studio congiunto con il Center for Desease Control, che osservando tutta la società nel suo complesso, rileva che la media delle donne che subisce violenza è del 22% e la media degli uomini è del 7%. Basterebbe questo a qualificare l’omosessualità una patologia sociale, come è sempre stata considerata dai sociologi seri fino ad epoche recenti e un po’ meno isteriche.
Vergognoso poi è linciaggio morale subito da Paul Cameron, “ciarlatano conclamato” (dice lei). Tutti ciarlatani quelli che danno fastidio alle fragili emorroidi degli Llllgggbbbtt.
I disturbatori delle comode certezze sono infallibilmente crocifissi. Guai ad attaccare malthusianesimo e darwinismo, pilastri della scienza che tanto piace a Vostra Augusta Scientificità e, per il loro carattere ateo e materialista, sono forti agenti di scardinamento della morale, e perciò graditissime agli Lllllgggbbtttt.
Tra il 1949 e il 1965 John Nash, Lynn Margoulis ed Ester Boserup confutarono indipendentemente la già screditata teoria malthusiana delle progressioni geometriche per la popolazione e di quelle aritmetiche per le risorse. Veniva così compromessa la credibilità della teoria malthusiana che aveva ispirato a Darwin l’idea della “lotta per la vita”.
(continua)
(seguito)
Le ricerche di Nash, della Margoulis e della Boserup rappresentarono una sconfitta di prima grandezza per il piatto evoluzionismo basato su competizione e selezione, e questo ridiede spazio all’evoluzione quantistica, per salti, che riemerse nel 1972, col libro “Punctuated equilibria: an alternative to phyletic gradualism”, di Niles Eldredge e Stephen Jay Gould. Se nel mondo vivente regnava la collaborazione piuttosto che la competizione veniva incrinata la certezza dogmatica che i neodarwinisti avevano imposto. Si noti che Eldredge e Gould non erano affatto bigotti cattolici, ma solidi atei materialisti, quindi, secondo il vostro metro, o Augusta Scientificità, “veri scienziati” e non “paranoici fanatici”.
Ciononostante i due vennero messi in croce e costretti a ritrattare di fronte a reazioni istericamente corrette: scalzare il darwinismo aveva, per i poteri forti anglosassoni, conseguenze devastanti: niente più competizione, niente più legittima preminenza di un gruppo sugli altri, niente più eugenetica, niente più forzato controllo delle nascite. Gli “equilibri punteggiati” interferivano con la legittimazione delle politiche di asservimento e sfruttamento dei paesi poveri: ridotta a equilibri punteggiati, l’evoluzione non era più sinonimo di “progresso”, essendovi cambiamenti improvvisi e imprevedibili.
Della controffensiva restauratrice e retrograda si incaricò il furiosamente ateo Richard Dawkins con il libro “The selfish gene”, del 1976, nel quale fantasticò una sorta di mito della “creazione”, di religione onnicomprensiva che non ammette altra spiegazione fuori di se stessa. Secondo Dawkins, Darwin avrebbe segnato un’epoca, con una visione altrettanto rivoluzionaria quanto quella copernicana. Darwin avrebbe spiegato tutto, l’origine della vita, l’evoluzione della vita, il (non) significato della vita. L’uomo? Solo un animale, che si esaurisce nelle funzioni biologiche. Non esisterebbero altri livelli di realtà. Nient’altro da capire e da spiegare. Naturalmente Dawkins impiega molte più parole per presentare queste amenità e prendersi gioco dell’intelligenza dei lettori, ma il succo è questo. Chiacchiere indimostrate? Ripetizione di vecchie sciocchezze? Valore scientifico sottozero? Certamente. Solo che Dawkins è dalla parte “giusta” della barricata, dalla parte che controlla i media. Dalla parte che ha eletto Darwin a nume tutelare del dominio mondiale anglosassone. Dalla parte che ha elevato a scienza la manipolazione del consenso e il bavaglio ai dissidenti. Impeccabilmente allineato agli interessi propagandistici e mistificatori dei poteri forti anglosassoni, Richard Dawkins ripropone, oltre al neodarwinismo, il neomalthusianesimo, questa chiave di volta della politica americana, espressa dal famigerato Rapporto Kissinger, mirante a distruggere la vitalità degli altri popoli che potrebbero far concorrenza agli Usa.
(continua)
(seguito)
Per far penetrare a livello popolare il verbo ateo, materialista, malthusiano, antinatalista, Dawkins ha introdotto il concetto di “meme”, che sarebbe il “replicatore” della trasmissione culturale, o replicatore delle idee. In questo modo la cultura diventa campo di applicazione dell’evoluzionismo. Il meme sarebbe assimilabile a un parassita della mente, come un virus capace di replicarsi infettando altre menti. Prove? Non facciamo ridere. Si tratta di un’affermazione apodittica, gratuita e pretestuosa, non sostenuta che dalle affermazioni di Dawkins. Ma l’idea balzana del meme serve. A cosa? A distruggere la religione e la morale. Se alcune idee non sono opinioni e convinzioni, ma malattie che richiedono di essere curate, siamo di fronte ad uno spaventoso potenziale distruttivo di ogni idea contraria, presentata come un’aberrazione, e non come legittime alternative, come prescritto dal “Leviathan” di Thomas Hobbes. E questa sarebbe scienza? Agghiacciante è il parallelismo con i manicomi sovietici per la repressione del dissenso. Ci si consolidi le sue conoscenze (e le sue certezze), egregio Valerio, e buon pro le faccia.
L’attacco ateo si fa ancor più brutale nello scritto “Viruses of the mind”, nel quale Dawkins (1991) paragona una suora cattolica a un agente infettivo e la mente di bambini esposti al suo influsso a organismi immunodeficienti da proteggere contro le infezioni. La Chiesa cattolica sarebbe la maggior fonte di tali malattie invettive, indicandone i “sintomi”: 1) la fede; 2) la mancanza di prove per la propria fede [sic]; 3) la convinzione che il “mistero” sia qualcosa di buono (con particolare riferimento alla Transustanziazione del pane e del vino nella Messa e alla Trinità); 4) l’intolleranza verso le altre fedi; 5) l’incapacità del “paziente” di avvertire che le proprie convinzioni fanno parte di una realtà epidemiologica; 6) la religione è imposta dai genitori, ma anche nel raro caso che il paziente segua una religione differente, la spiegazione sarebbe comunque epidemiologica; 7) le sensazioni intime del paziente potrebbero essere “reminiscenze associate alla sessualità.”
Qui siamo perfino al di sotto della comune malascienza, che in qualche modo somiglia alla scienza, o almeno la scimmiotta usando i medesimi termini. Siamo di fronte al gracchiare insensato di una mente malata di cristofobia. Ma il fatto più grave è che questo gracchio è voce ufficiale dell’imperialismo razzista anglo-americano che, già ricco e potente, smania per diventare padrone del mondo. Il carattere razzista del malthusianesimo, e in particolare della sua espressione di punta, l’aborto, è palese: la gente di colore rappresenta il 15% della popolazione statunitense, ma il 40% degli aborti riguardano madri di colore; in Cina l’aborto fa strage specialmente di esseri umani di sesso femminile, ai quali è negato il diritto di nascere. E tutto in nome della scienza!
(continua)
(seguito)
Ai poteri forti anglosassoni non interessa dunque neppure il trionfo dell’evoluzionismo in sé, tanto meno i presunti “diritti” della scienza, anche se di quei “diritti” non fanno che riempirsi la bocca. Al contrario, essi sostengono un particolare tipo di evoluzionismo, solo quello che fa loro comodo. L’evoluzionismo ha da essere ateo, neodarwinista, graduale, basato sulla “lotta per la vita”, sulla “competizione per l’esistenza”: si tratta della versione meno sostenibile, meno aderente ai dati paleontologici, i quali non offrono “anelli di congiunzione” (l’Archaeopteryx, il mitico anello tra rettili e uccelli è un falso), ma al contrario mostrano sequenze fossili stabili per decine di milioni di anni a dispetto dei vasti cambiamenti ambientali. Perché accanirsi proprio per quel tipo di evoluzionismo, combattendo tutti gli altri? Perché rifiutare qualsiasi conciliazione con la Fede in Dio, tutt’altro che impossibile, visto che la Chiesa non ha mai condannato Darwin e si è sempre mostrata (fin troppo) conciliante e possibilista? Il motivo è più che evidente: la frode evoluzionistica servì inizialmente alla congrega di atei senza scrupoli per sostenere l’imperialismo razzista inglese, e oggi viene impiegata dagli eredi della congrega a sostegno dell’imperialismo americano, e del “naturale” trionfatore della “lotta per la vita”, l’uomo “superiore”.
Ma il peggio è che lei, poveretto, non sa o non vuole vedere l’insieme. Vede un solo albero, preferibilmente quello del caucciù. Il caucciù è la sua ossessione. La sua testa è fasciata di caucciù. Per cui non vede il bosco. Liquida come “paranoia” la legittima preoccupazione per il groviglio di disastri materialisti che ci stanno portando alla rovina. Malthusianesimo, darwinismo, aborto, immigrazione incontrollata al preciso scopo di distruggere l’identità cristiana, divorzio, sgretolamento della famiglia, omosessualismo che aggredisce la stessa identità dell’essere umano, assassinio di bambini malati che i medici non sono capaci di curare (il giudice che ha condannato a morte il piccolo Alfie non a caso è un Lllllgggbbttt). Tutte queste mostruosità sono indissolubilmente collegate. Il loro effetto non si valuta a chiacchiere, ma osservandone i frutti.
Ha mai sentito parlare della scuola filosofica francofortese, che era tutta composta di invertiti? Prevedendo che il comunismo fosse ormai destinato al crollo, i francofortesi agirono per spostare la lotta di classe a tutte le categorie fra le quali si potesse seminare odio e agitare rivendicazioni, dando luogo all’omosex, all’immigrazionismo, all’indigenismo, all’ambientalismo, all’animalismo, al piantismo. È la rivoluzione diabolicamente parcellizzata, e rivestita di buonismo, con l’obiettivo evidente di “rifare l’uomo” e scardinare qualsiasi genere di identità nazionale, onde ottenere una massa umana indifferenziata sulla quale vogliono dominare le ristrette élites della finanzia usuraia. È il piano attribuito erroneamente (fraintendendo il suo libro “Praktischer Idealismus” del 1925), al conte Rickard Nicolaus Coundenhove-Kalergi, ma perseguito incessantemente da George Soros (generoso finanziatore, fra l’altro, delle lobbies Llllgggbbtt) e dai pescecani suoi sodali, in piena sintonia con l’infame Kissinger Report. Queste non sono “paranoie di fanatico”: è scritto nero su bianco e sta avvenendo sotto i nostri occhi. Ma la sua scientifica testa rimane ben incappucciata di lattice, tanto che ha poco elegantemente sorvolato, in assordante silenzio, l’imbarazzante e gravissimo fatto del Climagate, che avrebbe dovuto insinuarle almeno un piccolo dubbio sulla serietà degli scienziati e sull’affidabilità di quella “scienza” nella quale, poveretto, ripone le sue “certezze”.
Comunque le sue esternazioni sono molto divertenti, e mi saluti Pulcinella.
Complimenti, professor Biagini! Ha mantenuto la calma e argomentato lucidamente di fronte a un atteggiamento aggressivo e palesemente provocatorio.
La ringrazio.
Gentile Biagini
Mi scuso se le rispondo in ritardo. Ho notato che le sue argomentazioni straripano su questioni decisamente fuori tema, quindi mi scuserà se mi concentro sui due temi in discussione: famiglie omosessuali e preservativo.
Preservativo. Riassumo la diatriba: lei ha postato dati scopiazzati da fonte ignota, per poi giustificarsi dicendo che “tutti pescano da internet” (frase da ritiro della laurea) senza citare alcuno studio serio. La ragione è semplice: non ce ne sono. Quella dei buchi nel preservativo è una panzana che farebbe sbellicare qualunque medico serio, se ne faccia una ragione. I preservativi, usati in modo corretto e intelligente, sono un valido sostegno alla lotta all’AIDS, e i casi di Uganda, Haiti e Thailandia (da Lei citati in modo improprio, a riprova che Lei non legge, o non comprende, le sue stesse fonti) lo dimostrano ampiamente. La Thailandia è diventata nel 2017 il primo paese asiatico a eliminare la trasmissione madre-figlio dell’Hiv, seguendo le direttive dell’Oms. Uno dei cardini dell’azione è stata proprio una campagna di distribuzione di preservativi, il “100% Condom Use Programme”, al fine di prevenire le infezioni. Anche ad Haiti l’efficace strategia contro l’hiv (gestita da UNAIDS e UNICEF) prevedeva – tra le altre cose – la capillare distribuzione dei condom: più di 1 milione nel 2016, su una popolazione di 10 milioni di anime. E perfino l’Uganda, che ha improntato il suo modello di prevenzione su fedeltà e castità, ha comunque implementato la diffusione dei preservativi da 87 milioni a 240 milioni dal 2012 al 2015: segno che tale strumento può essere efficacemente integrato a un’educazione sessuale compatibile coi valori cattolici che Le stanno tanto a cuore.
Famiglie omosessuali. Lei insiste col citare Regnerus: la invito a seguire il Suo stesso consiglio e a “vedere l’insieme”, quello che secondo Lei io non saprei o non vorrei vedere. Nel 2015 la Columbia University (14a nel ranking mondiale 2018, visto che Lei ci tiene), ha fatto un bello studio di insieme, selezionando tutti i lavori sui figli di gay o lesbiche coi criteri necessari per esser definiti scientifici: 79 in tutto. Di questi, ben 75 concludevano che i bambini in famiglie Lgbt crescevano come gli altri. Solo 4 no: tra questi, guarda caso, c’era anche lo studio di Regnerus. Ma il meglio deve venire: questi 4 studi, che millantavano di aver dimostrato che i figli di genitori Lgbt crescevano male, erano tutti inaffidabili, perché fondati su un campione fuorviante e inesatto. Cito e traduco: “Al massimo una manciata dei bambini studiati sono stati effettivamente cresciuti da genitori dello stesso sesso; il resto proveniva da famiglie in cui genitori di sesso opposto avevano cresciuto i loro figli per un certo periodo, ma in cui, spesso, un genitore si dichiarava come gay o lesbica e lasciava la famiglia. Ne risultava una famiglia che aveva sopportato uno stress aggiuntivo e spesso una spaccatura o una rottura del nucleo familiare. Includere questi bambini tra quelli etichettati come "cresciuti da genitori dello stesso sesso" è tanto ingannevole quanto inaccurato”. Riassumo: non solo gli studi contro i genitori omosessuali solo un’infima minoranza (se esistessero differenze enormi come quelle da Lei evocate, studi come quelli di Regnerus sarebbero la regola, non l’eccezione), ma sono anche inaffidabili.
Quindi la sfida razionalisti VS omofobi, per il momento, vede una netta vittoria per 75 a 0. Spero che almeno la matematica non sia annoverata come diabolico strumento di corruzione…
PS: non commento il resto del discorso, che è un monologo autoreferenziale per mascherare un vuoto pauroso di argomenti. Imbarazzante la sua visione degli omosessuali, tutti maschi ovviamente (tipico degli omofobi vedere solo l’omosessualità maschile), dipinti come bestie dedite al coito. Per inciso, il compiacimento con cui Lei si sofferma in dettagli scabrosi (deiezioni, emorroidi, ghiandole secernenti liquido) indica un’ossessione morbosa inquietante. Scriva meno cattiverie, e riscopra un po’ di umana pietà. Le farà bene.
16 luglio 2018
Gentilissimo, pressoché divertente Valerio,
meno male che è riapparso. Temevo di aver perso la sua stimolante presenza così impregnata di quella che Lei si compiace di chiamare “scienza”. La sua scienza consiste nel decretare “panzane che farebbero sbellicare qualunque medico serio” tutti gli studi che smentiscono le sue radicate (diciamo così) “idee”. Io, invece, anche basandomi sull’opinione di stimati professionisti di mia conoscenza, ritengo che i medici sostenitori del preservativo siano in mala fede. Non solo perché sostengono gli interessi delle grasse multinazionali che producono e vendono quella roba, con pregiudizio per la salute della gente (i motivi li ho elencati sopra e non è il caso che mi ripeta), ma perché l’idea che il preservativo abbia come unico scopo quello di “difendere la salute” è fuorviante in partenza. Il vero scopo del preservativo è abbattere le nascite, che è l’ossessione delle lobbies finanziarie per motivi fin troppo ovvi che, con un minimo di riflessione, non le sarà difficile capire.
Quanto alle “famiglie” omosessuali, che ci siano più studi a favore che contro significa solo che le lobbies finanziarie di cui sopra “pompano” soldi in una certa direzione, sempre per il solito motivo: abbattere le nascite. Non è il numero degli studi a contare, ma la loro qualità.
Il crollo delle nascite ha portato a un vero e proprio inverno demografico, che è il primo responsabile della crisi economica attuale.
Dettagli scabrosi, non me li sono certo inventati: sono nella letteratura sull’argomento.
Cattiverie: mia moglie ed io ne siamo coautori orgogliosi, e continueremo a scriverne finché ne avremo voglia. Non c’è niente di più disgustoso del buonismo. Capisco che, per un razionalista, come lei si vanta di essere, il diavolo sia solo l’invenzione ridicola di gente bigotta e omofoba, ma il primo esempio di buonismo che lo mostra la Genesi, quando il serpente, nel tentare Eva, si finge “più buono di Dio”, e ottiene di far entrare nel mondo la morte.
Sul resto della sua pappardella, “parole non ci appulcro”, se non per trovare comico il fatto che lei si aggiudica da solo la vittoria della partita “razionalisti contro omofobi”, facendo al tempo stesso da giocatore e da arbitro.
Ma Biagini, il morboso è lui, poveretto.
Gentile Biagini,
Sono lieto di leggere la sua risposta a di scoprire che è capace di scrivere senza astio né turpiloquio, addirittura citando il favellar del sommo Poeta. Lo sono un po’ di meno di fronte alle sue argomentazioni circa la mia “pappardella”, la quale – a differenza della sua – si era almeno sforzata di rientrare nei 4000 caratteri richiesti. Constato che sui preservativi resta sulle sue posizioni: liberissimo di farlo, non è mia intenzione di obbligare chicchessia a conformarsi alle mie idee. Ma non posso esimermi dal constatare alcuni punti:
- i “medici sostenitori del preservativo” non sono una sparuta cricca, ma corrispondono a tipo il 99,999% del campo. Gli stimati professionisti a cui allude, evidentemente, godono di pochissima stima da parte del corpo medico.
- che il reale scopo del preservativo sia abbattere le nascite è un’affermazione fuori da ogni logica. I preservativi esistono da secoli, la loro diffusione industriale in Europa risale alla metà del 1800 e da allora la popolazione del continente è passata da 266 milioni a più di 700 milioni. Nel frattempo, anche la popolazione del resto del pianeta è cresciuta, di circa 6 miliardi. Il mondo non è mai stato così popolato: bizzarro risultato, per delle lobbies “tanatofile”. Oggi si cerca di mantenere la crescita a livelli sostenibili, per evitare crisi alimentari ed energetiche, conflitti, esodi di massa. Certo, si potrebbe anche lasciare libero corso alla natura, continuare a crescere a ritmi serrati e arrivare prima o poi al collasso del sistema: magari con la popolazione africana che cresce a un tasso annuo del 10% e alimenta nuove migrazioni verso l’Europa sempre più popolosa, uno scenario incoraggiante. Sfugge comunque il ruolo del preservativo in tutto ciò: se le lobbies vogliono abbattere le nascite, come mai distribuiscono preservativi che – lei m’insegna – sono bucati e dunque inefficaci? Misteri di fede.
- l’ossessione contro imprecisate lobbies è egualmente anacronistica. Oggi l’azienda leader della produzione di preservativi è la Durex, che a sua volta è solo un marchio della Reckitt Benckiser, multinazionale specializzata nei prodotti di pulizia, che fattura circa 10 miliardi di dollari all’anno: meno della Colgate che produce dentifrici, per intenderci. Il calo delle nascite è forse funzionale al complotto contro lo sporco impossibile? Che ci guadagna un’azienda che vende anticalcare dall’inverno demografico e dalla crisi economica? Il mistero si infittisce. Che poi anche lo strapotere delle lobbies, suvvia, ha i suoi limiti: negli anni ‘80 a difendere i “benefici” delle sigarette vi erano lobbies con montagne di soldi (molto più della Durex), ma guarda un po’, ricerca dopo ricerca, alla fine è comunque venuto fuori che il fumo provoca il cancro, con buona pace delle multinazionali del tabacco e dei loro accoliti. Ho la netta sensazione che agitare lo spettro di lobbies, complotti globali e machiavelliche operazioni su scala mondiale e plurisecolare non siano altro che un comodo alibi per non mettere in dubbio i pilastri delle sue certezze, fondate più sul credere che sul ragionare.
Vede, quindi, che il mio intento non è di fare l’arbitro, il giudice, e neppure il giocatore: solo l’osservatore critico. Si rallegri dunque nella sua cattiveria, ma sappia che le sue posizioni sull’omosessualità (il tema centrale della discussione, ricordo) sono state sconfessate da decenni. Poi per carità, il sapere scientifico è progressivo: se tra dieci anni le attuali conoscenze verranno superate da studi più ampi e documentati, sarò ben felice di fare ammenda. Ma, fino ad allora, posso ragionevolmente affermare che i figli “allevati da coppie di invertiti” non soffrono disturbi particolari legati all’orientamento sessuale dei genitori. E già che ci sono, mi permetto di aggiungere che le sue argomentazioni sono fallaci, infondate, e - visto che mi ha postato testi copiati e articoli dal contenuto travisato - profondamente disoneste.
Le auguro una cattivissima giornata, visto che il buonismo la disturba.
Simpaticamente esagitato Valerio che mi augura una cattivissima giornata (io invece gliene auguro una ottima che le schiarisca un po’ le idee),
poiché lei continua a bearsi di certa carta stampata, le consiglio, contro la bufala dell’Aids e del preservativo, il libro Sex virus, di L. Rossi (un medico), pubblicato nel 1999 da Feltrinelli. Questo libro mi era stato consigliato dal mio medico, apprezzato professionista, e contiene quelle disgustose descrizioni degli accoppiamenti omosex contro i quali lei obietta. Certo, fatti disgustosi non possono che causare descrizioni disgustose, come si è sempre saputo prima dell’attuale caos diabolico, e come continuano a pensare tutte le persone sane di mente. Certo io non ho l’esperienza diretta che lei deve avere, e di cui ovviamente non potevo, né mai potrò parlarne per esperienza. Quanto alle lesbiche, non ne so niente e non desidero saperne niente.
Lei rifiuta in partenza quello che non le fa comodo, come il fatto che omosessualismo e preservativo sono teatro di pressioni di lobbies potentissime e multimiliardarie, per cui gli studi in favore di omosex e preservativo sono pesantemente condizionate a sostenere solo ciò che porta acqua al mulino dei padroni del vapore. Non ne può quindi nascere nient’altro che scienza spazzatura, Fossero pure non 75 ma 75.000, gli studi che tirano da quella parte, sarebbe sempre scienza spazzatura di “scienziati” (si fa per dire) che nuotano con la corrente. Evidentemente a lei piace la spazzatura e il nuoto secondo corrente (più sicuro e meno impegnativo per le “cellule grigie”). Io preferisco gli studi contro corrente, che dimostrano coraggio e serietà, e dai quali lo studioso che li pubblica non può aspettarsi grassi finanziamenti, ma solo calunnie e insulti da parte dei politicamente corretti.
Perché mi sono trovato coinvolto in una polemica del genere, che prima non mi ha mai interessato in modo particolare? È semplice: in un mio testo dal titolo Le Isole Britanniche nel contesto globale (che lei può trovare recensito nel mio sito www.itrigotti.it, nella sezione “Saggistica”), all’ultimo capitolo, che trattava delle tendenze sociali contemporanee, ho riportato la scandalosa prevaricazione di una preside londinese, lesbica dichiarata, che aveva vietato agli studenti di assistere ad un balletto basato su “Giulietta e Romeo”, del quale gli studenti stessi avevano già ricevuto i biglietti omaggio. La scusa dell’ineffabile preside era che “Giulietta e Romeo” era “blatantly heterosexual”.
E se il titolo fosse invece stato ‘Giulietto e Romeo’? Allora tutto bene. Ecco la scena madre: “Oh, Giulietto, non è l’usignolo che canta, ma la sgraziata allodola che annuncia l’alba e il triste istante della nostra separazione...” “Fuggi, Romeo, che già s’appropinquano i tristi Capuleti omofobi, armati di stocchi, scimitarre e trinciapolli, e di te faranno spezzatino se ti sorprendono nel mio casto talamo.”
A parte il ridicolo dell’intero caso, questo aveva provocato grave scandalo e irate interrogazioni in Parlamento, contro questa vergogna del “politically correct”. Si trattava di un fatto ampiamente riportato e commentato da tutti i giornali, per cui valeva la pena di segnalarlo nel testo, appunto come esempio delle tendenze sociali in atto. Non lo avevo neppure commentato, perché il fato si commentava da solo.
A lezione non ne avevo mai parlato, perché c’erano ben altri argomenti da trattare, come i condizionamenti e le opportunità offerte dall’ambiente naturale, lo sviluppo della lingua e della cultura inglese, il colonialismo, il Commonwealth, la rivoluzione industriale, i mutamenti dell’organizzazione territoriale, la pianificazione, e così via. Il caso della preside nemica di “Giulietta e Romeo” perché “vergognosamente eterosessuale” era accennato in pochissime righe su un testo di oltre mille pagine. Il mio testo, però, è capitato in mano a una studentessa non frequentante che evidentemente simpatizzava con la prevaricazione della preside londinese autoritaria. Questa studentessa si è lamentata per lettera col mio preside, anche lui “sensibile” (diciamo così) a temi del genere. Il quale preside ha dato in escandescenze, sulle quali stendo un pietoso velo di silenzio.
Lei mi ricorda appunto quel preside, un individuo che non ha potuto tenere la carica più di due anni perché quelli stessi che condividevano le sue idee gli hanno “consigliato” di dimettersi. Le sedute di facoltà e del senato accademico erano diventate, grazie a lui, che ritornava maniacalmente sempre sul medesimo argomento, piuttosto noiose. Non ne poteva più nessuno. Un tipo imbarazzante anche per quelli che la pensavano come lui. La sua intemperanza verbale, egregio Valerio, come pure il suo (vano) tentativo di provocare e di offendere, la denuncia come un individuo di tal genere. Per il suo bene le consiglio vivamente di calmarsi e di dedicarsi a cause più sane.
Non mi sembrava di averle chiesto la storia della sua vita, ma grazie lo stesso. Lei deve essere una persona oltremodo sensibile, o oltremodo confusa, per scagliarsi in accuse contro il mondo intero (con tanto di volgari neologismi come "merdaglia") e poi interpretare come offese e provocazioni le risposte ironiche di un commentatore a caso. Noto anche che la confusione si estende al campo conoscitivo, dove Lei ostenta un sapere controcorrente ma su certi argomenti confessa fieramente di non saperne niente.
E' chiaro, dalla sua mancanza di risposte serie (siamo passati da articoli scientifici a thriller complottisti di bassa lega), che cercare di tirare fuori una conversazione utile con Lei è un esercizio sterile e noioso. Seguo dunque il suo consiglio e mi dedicherò a cause più sane che discutere con Lei di temi al di fuori della sua portata.
Anche perché, come diceva Nietzsche, "chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro anche lui".
Saluti
Peccato che l'animoso Valerio non abbia più risposto. Era così divertente con la sua fede cieca nel preservativo e in quella che lui chiama "scienza". Si vede che ha preso qualche buon decotto e si è calmato.
Cara Valeriana,
invece sembra che non si sia calmato affatto, poveretto. Sempre digrignante e insultante, come tutti quelli che non hanno argomenti.
E il finocchione cita pure Nietzsche, si vede che si sente superuomo. Come i nazisti.
Concludendo, secondo me questo individuo che si nasconde dietro il nome Valerio ha paura. Lo dimostra, fra l'altro, quando si lascia andare a parlare di "mostri". La caratteristica del cristiano è non aver paura. Invece chi odia la verità vive di paura, anche se non lo ammetterebbe mai.
Ma che simpatici accoliti che ha, Biagini! Valeriana convinta che la scienza si basi su un atto di fede, e un pimpante Anonimo che pensa che la difesa dei diritti degli omosessuali implichi ipse facto l’essere omosessuali. E in mezzo Lei, uso a dispensare quotidianamente epiteti come “frocio” e “puttana”, e a baloccarsi con neologismi scatologici da terza elementare come “merdaglia”, “Caccadicapra” e “Pratomerdoso”, che recita la parte della povera vittima di insulti che le avrei scagliato (ma dove? Me li segnali, di grazia, sono curioso).
Proprio un bel quadretto. Del resto, chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
Caro Biagini, perché non spiega al suo amico Anonimo, giustamente ostile al nazismo, come mai la sua sparuta combriccola di Fede & Cultura è saldamente inserita in una galassia cattolica di estrema destra che annovera fior fior d’antisemiti? Come Roberto Dal Bosco, che tra un libro e l’altro collabora col sito antisemita Effedieffe di Maurizio Blondet. Come il fascista Piero Vassallo, che nega l’etichetta di antisemita ma elogia un cattonazista come Don Curzio Nitoglia, il quale a sua volta sostiene che “la soluzione pratica de problema ebraico può essere solo la legislazione caritatevolmente discriminatoria”. E poi ci sono gli allegri confratelli della comunità di Pio X che celebrano il funerale di criminali nazisti come Priebke, e tanti altri. Compagni di merende con cui a volte ci si azzuffa, ma con cui in fondo in fondo si condivide una narrazione di marca complottista che, largamente fondata sulle idee dei Protocolli dei Savi di Sion, contiene in nuce il germe dell’antisemitismo.
Aggiungo poi che Fede & Cultura ha pubblicato un’opera classica dell’antiebraismo cattolico, “Gli Ebrei” di Hilaire Belloc, in cui si afferma senza pudore che gli ebrei sono un corpo estraneo d’Europa.
Vede che bel mondo ruota attorno alla sua crociata di odio contro il diverso? Ci rifletta, mentre scrive la prossima cattiveria contro il complotto dei preservativi bucati.
Il commento precedente è stato eliminato per riproporlo dopo aver corretto errori introdotti dal malefico correttore automatico, e non perché abbia minimamente cambiato idea.
Bene, un'altra scarica di insulti che ci fa conoscere sempre meglio questo individuo. Dopo aver sbraitato di aver concluso, torna all'assalto con la sua mente patologica che chiama complottismo tutto quello che non gli fa comodo. Che pena...
Sono orgoglioso di essere un lettore di Fede & Cultura e mi fa piacere che venga insultata da un imbecille perché ciò dimostra soltanto che la Casa Editrice è sulla buona strada. Appioppare insulti (fascista, antisemita, ecc.) dimostra l'incapacità dell'imbecille di capire quello che legge. Ammesso che abbia letto davvero gli autori che pretende di conoscere.
Per Valerio:
Fede & Cultura è diretta da un cattolico fieramente di stirpe ebraica. Chi solo pensasse che siamo antisemiti è un disonesto e un falso nelle sue affermazioni. Il libro di Hilaire Belloc non ha nemmeno una virgola di antisemitismo, ma espone una visione cattolicissima relativa al periodo prima della seconda guerra mondiale usando terminologie che erano tipiche dell'epoca. Se oggi la sensibilità linguistica è cambiata non lo si può imputare a Belloc. Il vero antisemitismo lo trovo piuttosto nei disonesti che stanno sono filo-ebrei quando gli fa comodo, ma poi sono rabbiosamente anti-ebrei e filo islamici in altri (frequenti) momenti.
Cara Voce di Don Camillo, evidentemente condivide con l'ex-prof. Biagini la poco lodevole capacità di non capire i testi su cui si appoggiano le sue idee (si veda il mio commento del 3 maggio 2018 sull’articolo travisato di Stacey Biblarz). Come infatti ogni studioso dell’antisemitismo sa fin dal primo anno di università, storicamente l’antisemitismo “materialista” di matrice razziale non fu slegato, ma connesso e talvolta fuso, ad un antigiudaismo “spirituale”, che vide negli ebrei dei corpi estranei da isolare (anche se non da eliminare). In questo filone, che combinava vecchi pregiudizi (deicidio come colpa collettiva, omicidi rituali...) e nuove accuse (controllo della finanza e della massoneria, cosmopolitismo…), numerosi autori cattolici di area reazionaria si scagliarono contro il cosiddetto “problema ebraico” tra Otto e Novecento, con particolare virulenza: si leggano gli articoli di Ballerini e Qreglia nella rivista “Civiltà cattolica” , o si veda la posizione di numerosi giornali cattolici italiani e francesi in occasione del caso Dreyfus.
Hilaire Belloc si inscrive perfettamente in questa corrente, ed è ipocrita negarlo tirando in ballo questioni speciose come “le terminologie erano tipiche dell'epoca”. Non è la forma, ma la sostanza dello scritto di Belloc a essere intrisa di pregiudizio: gli ebrei, considerati come un blocco unico, sono considerati un “corpo alieno” inassimilabile da escludere e da segregare. Che tale visione "cattolicissima" fosse ampiamente condivisa all'epoca non cambia di una virgola la gravità della posizione.
Il vero problema, tuttavia, non è l’antisemitismo in sé, quanto la vostra cecità nel non voler vedere i rischi e le ambiguità della vostra campagna di odio contro tutto ciò che non è conforme alla vostra visione di cattolicità: che siano gli ebrei, gli omosessuali, i rom, gli avversari politici (tutte categorie che riempirono a migliaia i crematori dei lager) poco importa. Ieri la cattiveria 1428 si è avventata su omosessuali, oggi contro papa Francesco, ma su quali nemici si scaglieranno le prossime?
AHi, ahi, ahi, Valerio, che figura!
Fumigante Valerio,
Il buonismo è portatore di morte dell’anima e del corpo. Nel preservativo c’è tanto odio. Dice: fate quello che vi pare, tanto ci sono io a proteggervi da ogni inconveniente, l’anima, non c’è, Dio non c’è, divertitevi. E non è neppure affidabile come protettore della salute. Questo è sfruttamento, odio, morte.
Ho trovato disgustoso e scusabile solo dall'ignoranza lo schizzo di veleno contro Piero Vassallo. In “Pensieri teologicamente scorretti”, Milano, Radio Spada, 2015, Piero dimostra come la distanza tra cattolicesimo ed ebraismo non può essere colmata dalla melassa buonista e conciliarista, ma piuttosto da una disamina attenta della complessità ebraica. Indiscutibile è la radice ebraica del Cristianesimo: i fedeli cristiani e gli ebrei credenti sono segretamente uniti nell’attesa dei tempi ultimi, mentre le ideologie anticristiane messe in circolazione da intellettuali ebrei della diaspora erano paradossalmente radicate non nell’ebraismo ma nell’antiebraismo: come il comunismo, la psicanalisi freudiana e la gnosi francofortese. Questi anticristiani erano sì ebrei ma niente affatto ortodossi, ben lontani dal vero ebraismo.
La puntuale analisi di Piero Vassallo dimostra, a chi non sia del tutto cieco, come il suo pensiero (come il mio e di tutti gli amici che la pensano come noi) sia lontanissimo dall'antisemitismo.
Nel mondo cattolico le sporadiche persecuzioni antiebraiche erano compiute da singoli che, così facendo, peccavano gravemente. I papi proteggevano gli ebrei. Il vero antisemitismo nasce col protestantesimo (sarebbe bene se si informasse sulle invettive furibonde di Lutero, e sull'odio di Federico il Grande contro ebrei e cristiani, da lui identificati come un'unica fonte di "superstizione"). Nemico del Cristianesimo fino all’ultimo Federico il Grande, aveva farneticato nelle sue “Memorie”: “I Fontenelle, i Voltaire, gli Hobbes, i Collins, gli Shaftesbury, i Bolingbroke, questi grandi uomini diedero un colpo mortale alla religione.”
Dalla gnosi protestante scaturisce la dissociazione fra Antico e Nuovo Testamento: vi sarebbero due dei, potente e malvagio quello dell’Antico, buono ma impotente quello del Nuovo. E siccome gli ebrei erano il popolo dell’Antico Testamento, su di loro si appuntava l'odio protestante germanico. L'enciclica “Mit brennender Sorge” del 1937, nell'attaccare la gnosi nazista rivendicava la stretta unione fra Antico e Nuovo Testamento, e quindi il legame indissolubile tra ebrei e cristiani. Il nazismo perseguitò ferocemente i cristiani, sedie i cattolici. Lo sradicamento dell’ebraismo doveva servire a cancellare anche il Cristianesimo, colpevole di avere radici ebraiche. Poco elegantemente, Valerio Ragazzo Troppo Serio, nella sua lista delle vittime dei campi di sterminio nazisti, dimentica i cristiani, che furono numerosissimi.
Vuole sapere su quali nemici ci scagliamo? Contro gli assassini dell'anima (distruttori della famiglia naturale, l'unica) e del corpo (già 6 miliardi e più di aborti nel mondo).
Errata Corrige:
Il nazismo perseguitò ferocemente i cristiani, specie i cattolici, non "sedie" i cattolici. Accidenti al correttore automatico e alla disattenzione.
Colgo l'occasione per sottolineare che la vera Chiesa di Cristo, cioè la cattolica, fu il primo bersaglio, mentre i seguaci dell'arcieretico Lutero furono inizialmente lasciati in pace. Solo quando alcuni di loro cominciarono ad indignarsi per le atrocità naziste, vi furono anche pastori luterani internati nei campi di concentramento.
Già che ci sono, vorrei rilevare due punti essenziali:
1) le persecuzioni sono il segno della Verità, la Chiesa è perseguitata perché è nella piena Verità (non ha forse detto Cristo ai Suoi discepoli: "Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi"?);
2) vi sono stati Papi santi e Papi demoni, addirittura sconci ed eretici, eppure la Chiesa ha resistito, mentre qualunque istituzione umana, attaccata con feroce violenza dall'esterno e minata dall'interno sarebbe crollata ben prima di duemila anni; abbiamo dunque un segno ulteriore del fatto che la Chiesa è istituzione divina.
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