In questi otto giorni come un unico giorno è importante rileggere le narrazioni della risurrezione di Cristo che troviamo nei quattro Vangeli e leggerle con il nostro cuore
di Mons. Gino Oliosi
In questi otto giorni come fossero liturgicamente un unico giorno è importante rileggere le narrazioni della risurrezione di Cristo che troviamo nei quattro Vangeli e leggerle con il nostro cuore. Si tratta di racconti che, in modi diversi, presentano gli incontri dei discepoli con Gesù risorto, e ci permettono di meditare, di ruminare secondo san Benedetto, questo evento stupendo che ha trasformato al storia e dà
In questi otto giorni come fossero liturgicamente un unico giorno è importante rileggere le narrazioni della risurrezione di Cristo che troviamo nei quattro Vangeli e leggerle con il nostro cuore. Si tratta di racconti che, in modi diversi, presentano gli incontri dei discepoli con Gesù risorto, e ci permettono di meditare, di ruminare secondo san Benedetto, questo evento stupendo che ha trasformato al storia e dà
senso all’esistenza di ogni uomo, di ognuno di noi.
L’avvenimento della risurrezione in quanto tale non viene descritto dagli evangelisti: esso rimane misterioso, non nel senso di meno reale, ma di nascosto, al di là della portata della nostra conoscenza: come una luce così abbondante che non si può osservare con gli occhi, altrimenti li accecherebbe. Le narrazioni incominciano invece da quando, all’alba del giorno dopo il sabato, le donne si recarono al sepolcro e lo trovarono vuoto. San Matteo parla anche di un terremoto e di un angelo sfolgorante che rotolò la grande pietra tombale e vi sedette sopra (Mt 28,2). Ricevuto dall’angelo l’annuncio della risurrezione, le donne, piene di timore e di gioia, corsero a dare la notizia ai discepoli, e proprio in quel momento incontrarono Gesù, si prostrarono ai suoi piedi e lo adorarono; ed Egli disse loro: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Mt 28,10) e lo vedranno per quaranta giorni. In tutti i Vangeli le donne hanno un grande spazio nei racconti delle apparizioni di Gesù risorto, come del resto è anche in quelli della passione e della morte di Gesù. A quei tempi, in Israele, la testimonianza delle donne non poteva avere valore ufficiale, giuridico, ma le donne hanno vissuto un’esperienza di legame speciale con il Signore, che è fondamentale per la vita concreta della comunità, e questo sempre, in ogni epoca, non solo all’inizio del cammino della Chiesa.
Modello sublime di questo rapporto con Gesù, in modo particolare nel suo Mistero pasquale, è naturalmente Maria, la Madre del Signore. Proprio attraverso l’esperienza trasformante della Pasqua del suo Figlio, la Vergine Maria diventa la Madre della Chiesa, cioè di ognuno dei credenti e dell’intera comunità. A lei ci rivolgiamo ora invocandola Regina coeli, con la preghiera che la tradizione ci fa recitare al posto dell’Angelus durante tutto il tempo pasquale. Maria ci ottenga di sperimentare, soprattutto in questi otto giorni, in questi quaranta giorni, la presenza viva del Signore, sorgente di amore, di speranza e di pace.
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