Le élite ci hanno ridotto a colonie, un crimine di cui sarà chiesto conto

di Angela Pellicciari
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Nel 1844 Marx iniziava i suoi Manoscritti economico filosofici con una domanda seria: come mai le quantità di merci prodotte non fanno che aumentare mentre la popolazione diventa sempre più povera? Invece di rispondere, lui ebreo, nell’unico modo possibile, e cioè perché l’uomo, avendo ripudiato Dio, si è abituato a trattare i poveri come bestie per produrre ricchezza, Marx si è inventato una risposta gnostica grazie alla quale, riscrivendo il DNA della natura umana, presumeva di risolvere i problemi della società liberale: la causa della palese contraddizione di una ricchezza sempre maggiore cui corrispondeva una povertà sempre più generalizzata, l’origine di tanta ingiustizia, andava individuata nella proprietà privata dei mezzi di produzione. Col risultato di trasformare in despoti satanici quanti hanno guidato il processo di spogliazione dell’uomo di tutto quello che ha di più caro, e lo hanno fatto, per di più, in nome della giustizia e della libertà.


Qualcosa di simile accade anche oggi. Oggi come allora siamo spettatori di una gigantesca contraddizione: come mai da decenni le nostre autorità politiche, europee e nazionali, non fanno che incentivare l’immigrazione di popolazioni in prevalenza musulmane, immigrazione per cui vengono spese cifre astronomiche mentre viene abbandonata a sé stessa la nostra popolazione povera? Le persone più avvertite danno a questo interrogativo una risposta che in realtà pone una seconda domanda: perché abbiamo bisogno di manodopera, di persone che paghino le nostre pensioni, rispondono, dal momento che la popolazione europea ha smesso di mettere al mondo figli.

Ma se il problema è davvero questo, se le cose stanno così, se il punto è che non facciamo più figli, come mai allora, e questa è la domanda, la nostra classe dirigente, tutti i mezzi di comunicazione di massa, televisioni e film, e adesso anche le scuole, non fanno che pubblicizzare come diritto di civiltà uno stile di vita che promuove la dissoluzione della famiglia e, quindi, la decrescita della popolazione?

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Nel 1884 Leone XIII scriveva nell’Humanum genus: “poiché quasi nessuno è disposto a servire tanto passivamente uomini scaltriti e astuti come coloro il cui animo è stato fiaccato e distrutto dal dominio delle passioni, sono state individuate nella setta dei Massoni persone che dichiarano e propongono di usare ogni accorgimento e artificio per soddisfare la moltitudine di sfrenata licenza; fatto ciò, esse l’avrebbero poi soggiogata al proprio potere arbitrario, e resa facilmente incline all’ascolto”. Al di là delle interessanti e articolate risposte al dramma cui stiamo assistendo, dramma che, se non interrotto, condurrà la popolazione italiana alla guerra civile, una guerra fra poveri, e alla completa dissoluzione della nostra bimillenaria, splendida, cultura e identità, la risposta vera non può che essere una: perché le élites illuminate che ci dominano e ci hanno ridotto a colonia, disprezzano, anzi odiano, la cultura cattolica, ponendo in atto ogni mezzo per distruggerla.

Certo, di questo crimine sarà chiesto conto a quanti l’hanno promosso, come sarà chiesto conto ai politici che si sono girati dall’altra parte facendo finta di niente. Sarà chiesto conto però anche a noi e alla nostra spensierata quanto cieca e supina acquiescenza.
Tratto da: Angela Pellicciari
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