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di Emilio Biagini
L’Italia è un Paese condannato all’estinzione per il tragico crollo della natalità. La distruzione della famiglia, il divorzio, la contraccezione, l’aborto stanno assassinando l’Italia, derubandola del futuro. La sinistra, maestra di chiacchiere inconcludenti, ha finto di rendersi conto del problema ma ha saputo proporre solo penosi palliativi di sostegno alla “famiglia”. Ma quale famiglia? Se la famiglia non è chiaramente definita, secondo quanto detta la natura e la legge divina, come unità fondamentale della società e frutto di un matrimonio il cui fine è la procreazione, non si va da nessuna parte.
L’Italia è un Paese condannato all’estinzione per il tragico crollo della natalità. La distruzione della famiglia, il divorzio, la contraccezione, l’aborto stanno assassinando l’Italia, derubandola del futuro. La sinistra, maestra di chiacchiere inconcludenti, ha finto di rendersi conto del problema ma ha saputo proporre solo penosi palliativi di sostegno alla “famiglia”. Ma quale famiglia? Se la famiglia non è chiaramente definita, secondo quanto detta la natura e la legge divina, come unità fondamentale della società e frutto di un matrimonio il cui fine è la procreazione, non si va da nessuna parte.
Non c’è solo il crollo della natalità, ma anche l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani italiani preparati e capaci, che non trovano un ambiente adatto ad esprimersi nel nostro regime paranoico e iper-ideologizzato, che altro non sa fare se non imporre ostacoli all’iniziativa e tasse demenzialmente alte. La popolazione italiana invecchia, accumulando pesi insostenibili sul sistema previdenziale e di assistenza medica, con la sinistra, succube e lacché di Soros, che non trova di meglio, per riparare al disastro da lei stessa provocato, che proporre l’assassinio di vecchi e malati e l’immigrazione selvaggia e incontrollata. Il tutto condito di osceni ululati di odio non appena qualcuno osa indicare i fatti incontrovertibili di questo assassinio morale e materiale dell’Italia.
La prefazione di Matteo Salvini già mette molto bene in chiaro questi gravi nodi del problema, che viene successivamente trattato in modo scientificamente ineccepibile dai due autori. Lorenzo Fontana, vicesindaco di Verona ed europarlamentare è uno dei pochissimi politici ad avere realmente a cuore la famiglia e le radici cristiane. Il Professor Ettore Gotti Tedeschi non ha bisogno di presentazione, essendo uno dei massimi economisti mondiali. E poiché l’Italia e il Vaticano non amano i loro figli migliori, egli è stato vergognosamente perseguitato senza ottenere sostegno né dallo Stato, né dalla comunità scientifica, né dalla Chiesa.
Agghiacciante è il quadro del Nuovo Ordine Mondiale. Assistiamo alla crescente povertà dell’Europa mentre emerge l’ex-Terzo Mondo (dopo che per decenni i soloni del delirio marxista ci avevano assordato con le loro lagne terzomondiste, dipingendoci come ricchi epuloni che succhiavano il sangue ai morenti di fame); conflitti ovunque; squilibri socio-economici mostruosi (l’1% della popolazione ha in mano metà della ricchezza mondiale); migrazioni di massa (perfino con la scusa dei “cambiamenti climatici”); dilagante terrorismo (che i mass media asserviti ai poteri forti chiamano “internazionale”, mentre gli autori non esitano a qualificarlo correttamente come islamico); crisi religiosa e morale coi modernisti ormai padroni della Chiesa.
Una società che non crede più in niente, che ha perso i criteri per definire le cose, non ha più radici ed è facilmente pilotabile, diventa dipendente dai consumi, dallo stato, dai vizi. I propugnatori delle “unioni” pseudo familiari agiscono per proprio interesse, spingendo verso una visione che chiamano “modernità”, mentre in realtà è ostile all’uomo. La superficialità con cui la sinistra ha affrontato il gravissimo problema della denatalità si osserva nelle conseguenze del Jobs Act: l’apporto dei governi Renzi e Gentiloni è stato di precarizzare il lavoro dei genitori. Il numero degli aborti in Europa cosiddetta “unita” equivale al deficit del tasso di natalità europeo. L’esempio della Francia dimostra tuttavia che è possibile invertire la tendenza; Parigi investe per le famiglie il 3,8% del PIL nazionale ed è riuscita a portare il tasso di fecondità a 2,01 figli per donna (sebbene resti il dubbio di quanto questo risultato sia dovuto alla più alta fertilità islamica: dubbio non risolvibile perché l’acido regime laicista francese vieta ogni determinazione censuaria della religione), contro l’1,35 italiano. Grazie ad una classe politica irresponsabile, l’Italia è invece fra i paesi europei a più grave rischio di estinzione. Tuttavia, un drastico cambiamento di rotta, con un governo responsabile, potrebbe ancora salvare la situazione, se unisse buone prassi politiche ad una sensibilizzazione culturale mirata.
Investire sulle nascite vuol dire investire sul capitale: i figli infatti sono risorse fondamentali. Il PIL non può crescere in modo sostenibile se non cresce la popolazione. In una società che non fa più figli l’unico modo per generare crescita economica è far leva sui consumi individuali, spingendo al massimo il modello consumistico, che però implica un maggior uso di risorse e pesanti danni ambientali. In un mondo globalizzato si decentrano le produzioni dove la manodopera costa meno, e i paesi ex-ricchi del mondo occidentale diventano sempre più semplici consumatori, mentre viene distrutto il lavoro locale e incrementata la manovalanza immigrata. A tutto ciò consegue un ribasso dei salari e delle tutele ai lavoratori. Dopo tanto agitarsi per la tutela dei lavoratori, ecco la sinistra sostenere la globalizzazione che, col tacito consenso degli imprenditori, impoverisce ed umilia i lavoratori.
Economicamente è diventato difficile formare una famiglia perché da trent’anni si è deciso di non fare figli. Non aver fatto figli prima rende difficile avere oggi la possibilità economica e il coraggio di farli. Non solo sono proprio i paesi ex poveri, come India, Cina, Brasile, che incrementando la popolazione sono diventati ricchi, mentre noi, ex ricchi, diminuendola, siamo diventati poveri. La deleteria ideologia malthusiana, fallita e smentita più e più volte, continua a far danno nell’Occidente che, perdute le radici cristiane alle quali doveva la sua grandezza, ha perduto anche il ben dell’intelletto, affogato nel relativismo dei cattivi maestri che infestano scuole e università. Il fallimento malthusiano si ricava anche da pubblicazioni come quelle dell’ONU, nonostante siano perfettamente allineate ai diktat dei poteri forti: nessun impoverimento legato all’aumento della popolazione. Infatti tra il 1900 e il 2000 la popolazione è quadruplicata, ma il PIL mondiale è cresciuto di quaranta volte.
Le radici del problema economico, come ha costantemente insegnato il Prof. Gotti Tedeschi, sono di carattere morale. La prima responsabilità va cercata nel pensiero gnostico: la gnosi ha corrotto l’intelligenza di tante persone facendo loro credere che il bene fosse male e che la scienza potesse risolvere tutti i problemi del mondo. I falsi profeti dello gnosi sono anzitutto i neo-malthusiani, responsabili per il crollo dell’economia, per la crisi attuale e per l’impoverimento del mondo occidentale. Negli ultimi decenni la capacità di pensare si è notevolmente affievolita, per l’eliminazione dei modelli di apprendimento fondati sulla conoscenza del “perché”. Infatti il modello introdotto in seguito, fondato sulla conoscenza del “come”, mentre risulta sicuramente più produttivo a breve termine, alla lunga produce schiavitù di pensiero e ritarda le capacità immaginative e reattive di progettazione del futuro adeguato alla nostra vocazione.
La gnosi ha fatto sognare una parte del mondo, convincendola che la difesa dell’ambiente fosse la priorità dell’uomo. Persino superiore alla difesa della dignità dell’uomo, persino contro l’uomo, definito “cancro della natura”. Il sogno recondito di molti è trasformare la cura dell’ambiente in una religione universale. Questa blasfema idolatria della natura è stata imposta da circoli tecnocratico-gnostici autonominatisi guida dell’umanità, ma la svolta teologico-progressista della Chiesa ha fatto la sua parte, accettando acriticamente il neo-malthusianesimo e l’umiliazione dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio.
Basti pensare alla ribellione contro l’Enciclica Humanae Vitae, che in un manifesto firmato da duecento teologi e pubblicato il 31 luglio 1968 sul “New York Times”, sparava a zero definendo l’enciclica “tragica e disastrosa, ripugnante intellettualmente ed emotivamente”, mentre famosi teologi iper-progressisti come Karl Rahner e Hans Küng (futuri catastrofici protagonisti del Vaticano II) incitavano alla disobbedienza al Papa. Ed ecco apparire il progetto di fondazione di una nuova religione atea apertamente contraria alla vita, che calpesta la Genesi in tutta la sua estensione, con le assurde e blasfeme teorie del gender, del malthusianesimo, dell’ambientalismo, dell’animalismo. Onu e Vaticano si incontrano ormai apertamente in questa strada tappezzata di miliardi di dollari, che conduce direttamente all’abisso.
Una gravissima responsabilità in questo disastro morale e materiale è quella dell’imperialismo americano, che giudica l’aumento demografico mondiale un’insidia per l’impero di Washington (Rapporto Kissinger 1974). Gli altri dovrebbero smettere di far figli affinché gli yankees regnino indisturbati. Ed ecco quindi una feroce propaganda malthusiana e la distribuzione di contraccettivi ai paesi del Terzo Mondo. L’industria dei contraccettivi è diventata un lucrosissimo affare, affiancandosi alle lobbies delle armi e del petrolio, onnipotenti negli USA e generatrici di continue tensioni e guerre “per portare la libertà” (sic).
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La delocalizzazione produttiva ha portato vantaggi enormi per Cina e India che sono entrate nel ciclo economico globale, ma ha impoverito i Paesi trasferenti, producendo una potenziale dicotomia tra i Paesi produttori e non consumatori e i Paesi consumatori ma non produttori. Dicotomia insostenibile se i Paesi consumatori che hanno trasferito le produzioni non si sono dati una strategia alternativa di creazione di ricchezza e una politica di impiego adeguata. Invece per sostenere la crescita si è ricorsi al debito, così che l’indebitamento (pubblico, privato, imprese, banche) è cresciuto in modo pericoloso e insostenibile, provocando il collasso finanziario e dell’economia reale. La finanza senza regole è stata una conseguenza e un tentativo di compensazione di effetti provocati dai fattori “fondamentali”.
Per una vera economia si dovrebbe tornare a difendere anzitutto la vita, ma si tratta di un obiettivo difficile quando se ne disconosce la sacralità. Si vuole che l’essere umano, potendo scegliere fra le tre nutrizioni raccomandate dal magistero della Chiesa (corporale, intellettuale, spirituale) si contenti e si soddisfi solo di quella più “animalesca”. Si vuole inoltre che l’uomo, creatura del caos, confidi solo nella scienza. Si vuole ridurre le nascite per stare meglio, poi anche ridurre i vecchi che sono inutili e costosi, senza rendersi conto della contraddizione fra le due scelte. Un Papa che provasse a spiegare tecnicamente che a causa del disconoscimento del valore della vita umana si è scatenata la crisi economica, spiegando che tra morale, leggi naturali e leggi economiche c’è un legame totale e divulgando questo pensiero, costui si farebbe molti nemici, anzitutto fra gli intellettuali neo-malthusiani, inclusi gli ignoranti che di Malthus conoscono solo il nome ma sanno che per far carriera devono essere contro la crescita demografica.
Risultato per l’Italia: in trent’anni il peso delle tasse sul PIL è raddoppiato, la percentuale dei risparmi sul reddito delle famiglie è passata dal 25% al 5%, facendo mancare la base monetaria al sistema bancario. I giovani emigrano in massa perché non riescono a trovare lavoro in Italia, dopo che sono stati delocalizzati investimenti e produzioni in Asia per ridurre i prezzi e incrementare il potere d’acquisto da noi, consumatori e non più produttori.
L’uomo del XXI secolo, che esalta la ragione e l’immanentismo, sta manifestando, come non mai nella storia dell’umanità, irrazionalità, incoerenza e immaturità. Ha investito in tecnologia ma non in sapienza e intelletto, così che gli strumenti tecnologici gli sono sfuggiti di mano e hanno acquistato autonomia morale. Sempre più immaturo e nichilista, ha preso decisioni contro se stesso, con il controllo delle nascite, la legalizzazione dell’aborto, fino all’odio contro la famiglia, accusata di creare discriminazioni, disuguaglianze, ingiustizie, violenze. Ma se si umilia e si ostacola la famiglia per essere più ricchi e felici, oltre al risultato di essere più poveri e infelici, si innesta un processo di distruzione di civiltà. Il degrado economico e sociale è sempre conseguenza del degrado morale. Benché ciò sia dimostrato, viene rifiutato pregiudizialmente, perché è stato voluto. Lo stesso può dirsi della madre di tutte infamie: il darwinismo, utile da sempre ai piani egemonici dei poteri forti, senza il quale non si reggerebbero né il malthusianesimo, né l’ambientalismo, né l’omosessualismo.
I neomalthusiani, ambientalisti, omosessualisti dominano tutti i centri decisionali, le istituzioni internazionali, i mass media. La classe politica ha avuto responsabilità enormi nel permettere questo dissesto socioeconomico, culturale, morale, che sta stroncando la nostra civiltà. Non vi sarebbe nulla di strano se ad un certo punto la Corte Internazionale di Giustizia vietasse di celebrare riti “superstiziosi”, come la Santa Messa e i Sacramenti (ma non vieterebbe mai il culto islamico, perché quelli sparano), o vietasse di insegnare in famiglia “superstizioni” arcaiche come la dottrina cristiana. Malignità personale: che faranno allora i prelati e i preti che predicano l’accordo col mondo a tutti i costi, e che con la loro accidia e la loro vigliaccheria hanno tanto favorito il trionfo degli anticristi? Avranno forse un ritorno di fiamma e affronteranno il martirio? Ritengo più probabile che getterebbero la tonaca alle ortiche per unirsi ai nemici.
Nell’enciclica Laudato si’ si confondono le cause con gli effetti. È il neomalthusianesimo ambientalista che ha creato le condizioni della crisi e del degrado ambientale. Nell’Enciclica si richiamano invece temi di “sostenibilità” riaffermando le teorie ambientaliste del Club di Roma, dimenticando che è il peccato che genera iniquità, non il contrario. L’Enciclica lascia pensare che l’ambiente sia il problema chiave dell’umanità, permettendo in tal modo alla gnosi di proporre l’ambientalismo quale religione universale. L’ambientalismo è dottrina gnostica e anticattolica. Per l’ambientalismo la terra è una divinità dove si è incarnato l’angelo ribelle caduto. I nemici da sottomettere sono le religioni giudaico-cattoliche perché professano la moltiplicazione degli individui umani, sottomettono la terra all’uomo, separano maschio e femmina. L’ambientalismo pretende di riscrivere la storia sacra, di riproporre una sua versione (darwiniana) della creazione, di realizzare il paradiso in terra.
Riguardo alle migrazioni si vuole favorire gli arrivi invece di potenziare gli aiuti ai Paesi di provenienza. Queste scelte politiche sono viziate dalla decisione di lavorare sugli effetti dimenticando le cause del fenomeno migratorio, alimentato dagli interessi del grande capitale e sostenuto da una visione buonista della Chiesa che favorisce l’accoglienza indiscriminata senza tener conto di chi sia veramente in pericolo (i cristiani perseguitati del Medio Oriente, ad esempio) e di chi rappresenti invece un pericolo (facendo entrare senza alcun controllo terroristi e criminali). Una Costituzione europea che contenesse un chiaro riferimento alle radici cristiane dell’Europa sarebbe stata la più alta forma di sintesi per una pluralità di stati nazionali che si riconoscono in comuni valori. Solo che questi comuni valori non vengono più sostenuti da chi più dovrebbe averli a cuore: la Chiesa cattolica, la quale sembra invece preferire appiattirsi sui temi gnostici e privilegiare il “dialogo” con l’errore piuttosto che la difesa ad oltranza della Verità che da Cristo ha ricevuto in custodia.
Si pretende, da parte dei poteri forti, che menzionare le radici cristiane nel Trattato Costituzionale Europeo, avrebbero dato ad esso un carattere di esclusività, mentre l’Europa deve essere inclusiva, tollerante e rivolta al futuro. Ma quale futuro? Rinnegare le radici cristiane vuol dire rinnegamento di se stessi, radicamento nel nulla, sfacelo morale; vuol dire matrimonio sconciato, culle vuote, invecchiamento, morte. Altro che futuro! I politicanti cosiddetti “progressisti” non vogliono capire che una società non è “tollerante” e “inclusiva” perché rinnega se stessa. Diventa solo invertebrata e pronta ad essere calpestata da altre tradizioni che non fanno sconti, come l’islamismo.
Perduta la sovranità, gli Stati europei oggi redigono i propri bilanci come un compito in classe da presentare all’insegnante che sta a Bruxelles. Le élites europee hanno imposto regole talmente stringenti da arrestare la crescita. L’ideologia del libero mercato, nella sua frenesia di tener lontani gli Stati dall’intervento nell’economia ha prodotto due effetti distorsivi: ha ammanettato i governi, negando loro la possibilità (salvo in rare eccezioni) di intervenire anche in situazioni in cui la mano pubblica avrebbe prodotto effetti virtuosi per l’economia nazionale, e ha, di riflesso, allargato il campo proprio della concorrenza sleale, alimentando proprio l’effetto che intendeva contrastare. Infatti, se uno Stato è abbastanza importante da riuscire a persuadere le autorità comunitarie che imprese o attività nazionali siano “strategiche” per l’interesse comune, cioè per la UE nel suo insieme, allora gli aiuti arrivano subito. È chiaro che in questo modo vengono favoriti i potenti e prepotenti schiacciando i più deboli. È la fine della politica economica nazionale. La UE assume in maniera pressoché monopolistica e certamente discrezionale, il potere di contestare ai governi scelte economiche operate nell’interesse nazionale. Inoltre le “regole”, per la già citata “discrezionalità”, valgono per qualcuno più di altri. Quando la Francia ha deciso di nazionalizzare i cantieri navali STX di Saint-Nazaire in predicato di finire all’italiana Fincantieri, l’UE ha ritenuto l’intervento a gamba tesa del governo Macron del tutto legittimo.
Errore politico imperdonabile, recante il segno del sorriso vacuo di Prodi, è stato quello di svendere la lira lasciando che altri ne decidessero le condizioni. Un errore di cui si è compresa la portata con l’avvento della crisi dalla quale non siamo ancora usciti e che ha causato danni enormi, economici e sociali. Ci gingilliamo con una moneta garantita da Stati non più sovrani che si indeboliscono e non sanno quale sarà il futuro della moneta che usano. Mai prima dell’euro una moneta era nata senza uno Stato. Un’altra novità anomala è stata quella di mettere in comune una moneta senza condividere i debiti pubblici. La Germania ha imposto patti leonini agli altri membri della UE, prendendosi come complice la Francia e opprimendo tutti gli altri. È dunque tempo, per l’Italia, di cambiare radicalmente, riconquistando la sovranità nazionale e monetaria e riallacciandosi alle radici cristiane, senza le quali non c’è futuro.
Emilio Biagini
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