di Emilio Biagini
Angela Pellicciari, La gnosi al potere: perché la storia sembra una congiura contro la verità, Verona, Fede & Cultura (2014)
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Il decrepito trombone comunista Norberto
Bobbio si distinse, su un giornale di regime (Repubblica, naturalmente), con una penosa aggressione alla
Professoressa Pellicciari e al suo sacrosanto revisionismo. Il trombone si
permise di bollare (senza diritto di replica) come “tentativo ideologico di
destra” lo svelamento della brutale aggressione anticattolica nota come
“risorgimento”. Lo smentiscono i fatti e le dichiarazioni degli stessi vertici
massonici, che si gloriano e si vantano di aver “unificato” l’Italia. Ma,
nonostante ciò, la negazione di aver avuto alcuna
parte nei disastri della
malfatta unità, è sostenuta sfacciatamente dai giornali mainstream totalmente dominati dalla massoneria.
Con fermezza e serenità, sulla base di
una inoppugnabile documentazione, l’autrice mette invece a nudo il carattere profondamente
criminale del “risorgimento”, basato sulla violenza più barbara, sul profondo
disprezzo per il cattolicesimo e per la vita, sull’inganno più sfrontato, sul
saccheggio a man salva, sull’oppressione fiscale e morale, sulla sudditanza
alla massoneria, sull’odio dello straniero che riversò fiumi di denaro (soprattutto
britannico e americano) sui traditori, sulla devastazione culturale, sulla
distruzione dell’insegnamento cattolico e di tutte le istituzioni cattoliche,
con metodi che nulla hanno da invidiare alle peggiori dittature, imponendo una
disgustosa tirannide liberale all’assoluta maggioranza cattolica.
L’Italia non aveva alcun bisogno di
un’affermazione nazionalistica. Gli italiani erano da sempre abituati a vedersi
al centro del mondo, grazie all’eredità romana, anzitutto il diritto, e poi per
il fatto di essere al centro del Cristianesimo. Il diavolo fece di tutto per
distruggere la Chiesa e l’Italia. Il “morso di satana” (per usare
un’espressione valtortiana) dapprima staccò dalla Chiesa parti importanti, con
scismi e con la dannata falsa “riforma”. Quella fu la prima rivoluzione,
secondo Plinio Corrêa de Oliveira, e la seconda fu la rivoluzione francese,
che si proiettò nell’aggressione napoleonica e nelle rivoluzioni nazionaliste
dell’Ottocento, come l’invasione risorgimentale dell’Italia.
Gli invasori perpetrarono la distruzione
dell’economia meridionale a vantaggio dei vampiri calati dal Piemonte, la
regione più arretrata d’Italia e la più indebitata, che sanò il suo bilancio
depredando i popoli conquistati del resto d’Italia, imponendo una fiscalità
brutale e assassina, il tutto in nome della “libertà”, del “riscatto nazionale”
e del “progresso”. Esattamente lo stesso che aveva fatto la Francia
rivoluzionaria invadendo il resto d’Europa per sanare la bancarotta provocata
dalle proprie frenesie rivoluzionarie.
La rivoluzione, con Lutero e poi con Kant
e l’illuminismo, blatera di “libertà” (che è solo libertà dalla Parola di Dio)
per consegnare l’uomo alla tirannide dei principi e poi alla tirannide segreta
della setta massonica. Sorge però una domanda: le colpe degli uomini di Chiesa
non saranno responsabili di questa persecuzione? Se dobbiamo credere alla Vita di Anna Caterina Emmerick” (pp.
81-82), premessa alle visioni di lei sulla Passione, pare sia proprio così: la
Chiesa militante trascura, dissipa e perde le grazie ricevute dal Cielo (fra
cui ovviamente le rivelazioni private), e deve poi ripagarle “fino all’ultimo
obolo”, ed è quindi punita delle negligenze e delle infedeltà dei suoi servi
mediante l’oppressione dei suoi nemici e le umiliazioni temporali. Naturalmente quelli che infliggono
oppressione e umiliazioni alla Santa Madre Chiesa sono tutt’altro che scusati,
e vanno incontro ad un giudizio terribile. Gli assiri non erano forse un giusto
strumento per punire i peccati di Israele? Eppure non sfuggirono a loro volta
alla giustizia divina.
L’autrice dà rilievo alla vicenda della
Spagna cattolica, la quale, dopo la Scoperta dell’America, profuse immense
risorse per evangelizzare gli indios, proteggerli ed insegnare loro mestieri
utili. Non mancarono, naturalmente, i martiri tra i missionari. Ma successivamente
la nazione sembrò impazzire: nel sec. XX, grazie alle logge, vi fu scatenata
una delle più mostruose persecuzioni anticattoliche mai viste. La cosa non
dispiacque affatto a Hitler, il quale dichiarò che, se non fosse stato per il
pericolo bolscevico, non sarebbe affatto intervenuto nella guerra civile
spagnola.
Le vittorie di Napoleone furono in gran
parte frutto di tradimenti massonici. I massoni infatti devono lealtà (sotto
pena di morte) alla setta, per cui sono prontissimi a tradire la patria se la
loggia lo ordina. Poi Napoleone stesso fu tradito a sua volta quando alle logge
non faceva più comodo: ormai aveva svolto il suo compito spodestando i principi
legittimi e andava a sua volta spodestato.
L’ingresso dell’Italia nella prima guerra
mondiale, che la popolazione non voleva, fu fortemente voluta dalle logge, che
teorizzavano la supremazia dei popoli “civili” su quelli “incivili”, ad esempio
degli italiani in Dalmazia sugli slavi. Il patto di Londra del 1915, in base al
quale l’Italia venne attirata nell’“inutile strage”, prevede l’esclusione della
Santa Sede da qualsiasi conferenza di pace (art. 14), e la segretezza del
trattato stesso (art. 15), discusso e approvato sulla testa del parlamento e
del popolo.
Vi è un’esatta specularità fra Mussolini
e Gramsci, entrambi favorevoli alla violenza, ma quella di Gramsci era
“migliore”, diceva lui, perché comunista e rappresentativa della “maggioranza”.
Con la differenza che Gramsci non venne ucciso ma solo imprigionato e morì di
morte naturale non in carcere ma in una clinica, mentre i fascisti furono
trucidati (non solo loro, ma anche molti la cui unica colpa era essere preti o
seminaristi) e certo non poterono lasciare nessun “Quaderno dal carcere”. Il
filo della massoneria lega l’interventismo, le origini del fascismo e il
fascismo delle origini. Ad esempio, il “Popolo d’Italia” fu finanziato dalle
logge.
La massoneria agisce con operazioni a
doppio livello: prima di partecipare a una riunione di partito in cui si
trovino dei “profani” (ossia non massoni), i massoni che vi operano all’interno
sono tenuti a discuterne preventivamente in loggia, in modo da orientarne i
lavori in senso favorevole alla massoneria, così che le decisioni dei partiti
finiscono per rispecchiare decisioni prese altrove e in modo tutt’altro che
democratico. Poi i massoni hanno il coraggio di affermare, nelle costituzioni
di Anderson e ad ogni piè sospinto, che la massoneria non si occupa di
politica.
L’ingerenza massonica nella politica
assume anche aspetti simbolici, che sanno molto di magia nera: l’architetto
massone Zavoli ha cosparso di stelline al titanio Piazza Montecitorio, formando
un disegno di simboli massonici: il pentacolo fiammeggiante e il candelabro a
sette braccia ebraico (menorah) che la massoneria ha assunto come proprio, così
che i parlamentari italiani, entrando e uscendo, sono costretti ad attraversare
regolarmente questi simboli del “progresso”, della “scienza” e della “libertà”
massonica.
Non va mai dimenticato che tali termini
hanno, nella neolingua massonica, un significato ben diverso da quello comune:
la “libertà” è la loro libertà di imporci quel che loro piace, il “progresso” è
la distruzione del cristianesimo, la “scienza” è la scusa per imporre un
relativismo che scuote alla radice ogni certezza a cominciare da quelle
religiose, dato che la “scienza” muta le sue prospettive e a tali nuove
prospettive occorre adattarsi. Il risultato di questa “scienza” è la danza
macabra dell’aborto, dello sfruttamento degli embrioni, dell’eutanasia,
dell’eugenetica, e (va aggiunto) del controllo capillare sulla popolazione.
La democrazia sposata al relativismo
genera mostri. Onu e Ong impongono una vera e propria dittatura massonica,
intimidendo e perseguitando gli Stati nazionali, e non sottostanno ad alcun
controllo. Mirano alla distruzione del Cristianesimo, inventano sempre nuovi
“diritti” che portano alle più mostruose aberrazioni, fino alla sterilizzazione
degli individui “inferiori” (eugenetica), all’assassinio (aborto ed eutanasia),
alla distruzione del senso morale (omosessualismo, educazione sessuale). Con la
scusa dell’“uguaglianza”, ecco la lotta al “razzismo”, inteso in modo così vago
da permettere di criminalizzare chiunque, anzitutto i cristiani. Uno dei più
disastrosi mostri prodotti dall’ossessiva ingerenza massonica è la Carta dei
diritti europea che cancella di fatto il Cristianesimo, di cui non fa parola.
Se i membri delle logge parlano della
Chiesa è per caricarla di ogni nefandezza, fiancheggiati in questo da preti fin
troppo accomodanti, se non addirittura complici. Ad esempio, l’odio antiebraico
nasce con Lutero e Voltaire, e quindi proprio dallo stesso mondo settario, ma i
settari che pontificano dalle corazzate mediatiche ne accusano invece la
Chiesa.
E sono pure monotoni. Il Consiglio
d’Europa (15 persone) promulga leggi in segreto, senza alcun controllo, proprio
come in passato fece il parlamento subalpino, scatenando le atrocità del
“risorgimento”. Orfani del comunismo trasformati in nichilisti difensori
dell’arbitrio individuale, ignorano volutamente le radici romane e cristiane
che hanno fatto l’Europa. L’Italia fu ridotta a una colonia dai poteri forti
col “risorgimento” anticristiano, e lo stesso si tenta, non senza successo, di
fare in tutto il resto d’Europa ancora non del tutto sottomesso all’arbitrio
massonico.
Marx e Hitler non hanno fatto perso. Ha
vinto il loro comune denominatore: la gnosi. Questo mostro filosofico opera con
la dittatura della scienza, il terrore rivoluzionario, la guerra spietata alla
religione, l’eugenetica, gli esperimenti su malati e disabili, la morte nei
gulag e nei lager. Oggi la gnosi, in nome della libertà, dell’uguaglianza e
della scienza, dimentica Dio e impone la sua tirannide sull’uomo: eutanasia
estesa ai bambini, fine della famiglia, creazione di una neolingua orwelliana
con scomparsa delle parola mamma e papà, educazione sessuale con la masturbazione
imposta fin dall’asilo, imposizione dell’ignobile teoria “scientifica” del gender
come un tempo si imponevano le teorie “scientifiche” della razza o della classe
“eletta”.
Destabilizzare e distruggere è un’opera
diabolica molto utile per aggredire il nemico cattolico e portare ai popoli
assetati di lumi il benefico balsamo della luce massonica. Ed ecco quindi le
famigerate “primavere arabe”, scatenate dai poteri forti, che hanno dato avvio all’invasione
dei migranti. La Francia imperialista ha aggredito la Libia amica dell’Italia
per sostituirvi il proprio dominio, sempre in nome degli “immortali principi”
(meglio sarebbe dire “immorali”).
Anche il crollo di Berlusconi è avvenuto
per gli attacchi dei poteri forti coadiuvati dai Quisling nostrani che
speravano di lucrare qualcosa dal saccheggio nemico. Lo stesso avvenne durante
l’aggressione napoleonica e durante quella risorgimentale. I Quisling
accettarono e propalarono la menzogna massonica di una Chiesa nemica
dell’Italia, mentre al contrario è all’origine della vera gloria italiana.
Il caso di Eluana Englaro è stato usato
dai poteri forti e digrignanti per promuovere la loro infame causa
dell’eutanasia, imponendo una concezione gnostica della vita, una cultura della
morte in nome della tecnoscienza e di un relativismo cialtrone che calpesta la
natura umana e le leggi divine, che porta al trionfo dei desideri incontrollati
e ad uno spietato relativismo: tutto ciò conduce al ripugnante trionfo dei
deliri di onnipotenza dei ristretti gruppi di “illuminati”.
Sulla base di precisi documenti di parte
massonica sequestrati dalle forze dell’ordine, l’autrice illustra la programmatica
corruzione mirante a distruggere la famiglia promossa dalla setta massonica, isolando
e rendendo disperati gli individui, in modo che si sentano attratti da altre
forme di associazione, e finiscano preda della massoneria. Nella misura in cui
questo diabolico piano ha avuto successo, si sono ottenuti il crollo della
natalità e la crisi economica.
Si è giunti persino, con l’autorevole
scienziato Veronesi, ampiamente ripreso dalla gran cassa mediatica mondialista,
all’orrore di proclamare “più puro” il cosiddetto “amore omosessuale”, perché
non fa figli. Questo non è altro che gnosi, esattamente come predicavano i
catari nel sec. XII, favorevoli a qualunque tipo di accoppiamento purché non
fecondo: “la carne va distrutta per liberare lo spirito”, dicevano. Ancora e
sempre cultura della morte.
La radio del Sole Ventiquattrore
sponsorizza l’omosessualità come la Lehman Brothers l’ha sponsorizzata in Asia
immediatamente prima di fallire in modo clamoroso. Questo interesse dell’alta
finanza usuraia per la diffusione del vizio contronatura (per chiamarlo col suo
vero nome), si richiama a ben precise direttive mondialiste dell’ambientalismo
malthusiano. E quindi ancora e sempre cultura della morte.
Così l’Occidente senza Dio e senza figli,
prima di sprofondare, si sforza di trascinarsi dietro il resto del mondo. In
particolare l’Inghilterra (ma anche gran parte dell’Occidente) ha perduto il
senso della vita per abbracciare la morte che è entrata nel mondo per l’invidia
del diavolo, la morte che sarà l’ultimo nemico ad essere abbattuto da Cristo. Si
è addirittura sentito proclamare a Radio radicale il “diritto a morire”, come
se la morte non dovesse toccare a tutti. È una danza macabra: la danza
dell’ateismo. Le madri fanno a pezzi i loro bambini e questo lo chiamano “il
diritto della donna”. Dio ha creato l’uomo per l’immortalità, ma della morte
fanno esperienza coloro che appartengono al diavolo, ed è la morte eterna.
Come Pio IX all’inizio, così viene
osannato dai laicisti anticristiani anche Bergoglio; solo che Pio IX si accorse
ben presto dell’inganno, mentre Bergoglio ci nuota e si esalta per la Bonino
abortista, né dà segno di fare marcia indietro, anzi.
Concludendo, si tratta di un libro molto
ripetitivo, essendo fatto di articoli di giornale che ritornano spesso sui
medesimi argomenti, talora con le medesime parole, ma non importa: repetita iuvant. È un’opera che andrebbe
letta e meditata nei seminari e in tutte le scuole, se gli insegnanti non
fossero preda, essi per primi, della cultura della morte. Un’opera di una
grande studiosa alla quale non sarà mai offerta una cattedra nella pietosa università
italiana, dove regna la gnosi politicamente corretta.
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