“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete
al Vangelo”. Non c’è tempo da perdere, occorre agire subito; il regno di Dio
cioè il suo amore si è fatto vicino, bisogna accoglierlo
di Mons. Gino Oliosi
In questa domenica Il Vangelo ci fa rivivere, ci rende attuale l’inizio del ministero di Gesù. Dopo il battesimo e le tentazioni nel deserto, egli comincia il suo ministero con un messaggio fondamentale e con una iniziativa importante: la chiamata dei primi discepoli.
In questa domenica Il Vangelo ci fa rivivere, ci rende attuale l’inizio del ministero di Gesù. Dopo il battesimo e le tentazioni nel deserto, egli comincia il suo ministero con un messaggio fondamentale e con una iniziativa importante: la chiamata dei primi discepoli.
Il messaggio di Gesù è: “Il tempo
è compiuto e il regno di Dio è vicino…” e il suo regno non è un al di là
immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è già
presente là dove Egli è amato e dove il
suo amore ci raggiunge anche oggi per risolvere la drammatica spaccatura tra
chi sperpera e chi muore di fame. Solo il suo amore ci dà la possibilità di
perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della
speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto. E il suo amore, allo
stesso tempo, è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo
e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo: la vita che è “veramente” vita, l’unica
speranza affidabile: “convertitevi e credete al Vangelo, a questa lieta
notizia”. Questo messaggio punta a cambiare completamente l’orientamento della
nostra vita cioè il modo di pensare e di vivere. E’ un messaggio urgente per
tutti, anche se spesso non preso sul serio, e Gesù ne è consapevole: non c’è
tempo da perdere, occorre agire subito accogliendo il regno di Dio cioè il suo
amore. Viene accolto in due modi: convertendosi e facendo esperienza concreta
del suo amore. Gesù ci invita a convertirci cioè a distaccarci tutti dalle cose
cattive che possono avvicinare anche una guerra atomica per come oggi il mondo
vive ed opera senza più ancorarsi a Dio e alla speranza affidabile.
La prima lettura, tratta dal
libro di Giona, illustra il tema della conversione. Questo brano ci ha
raccontato la missione di Giona a Ninive che vivevano come la cultura che
predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale generando un nuovo
costume di vita che esclude dalla vita
pubblica Dio riducendo l’uomo a semplice
prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile
di essere trattato come ogni altro animale. L’etica viene ricondotta entro i
confini del relativismo e l’utilitarismo, con l’esclusione di ogni principio
morale che sia valido e vincolante per se stesso. Non è difficile vedere come
questo tipo di cultura rappresenti un taglio radicale e profondo non solo con
il cristianesimo ma più in generale con le tradizioni religiose e morali
dell’umanità. Anche Giona, come dice Gesù, dice che il tempo è compiuto e che
l’intervento di Dio ormai è inevitabile. Il tono della sua minaccia sembra
negativo, ma in realtà essa ha un senso positivo, e gli abitanti di Ninive lo
capiscono e “I cittadini credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono di
sacco, dal più grande al più piccolo” . Dio che non costringe ma attende una
risposta al suo amore vede che i niniviti si sono convertiti dal loro modo di
pensare e dal loro comportamento, e così può realizzare per loro il suo
disegno, che è sempre in disegno di amore e di salvezza: “Dio si impietosì
riguardo al male che aveva fatto intravvedere”. Cosi i niniviti vengono
salvati.
Siamo nella Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani con tutte le tradizioni religiose e morali
dell’umanità: l’attuale cultura secolare non è in grado di instaurare un vero
dialogo con le altre culture, nelle quali la dimensione religiosa è fortemente
presente, per superare l’attuale frattura tra chi sperpera e chi patisce la
fame, oltre a non rispondere alle domande fondamentali sul senso e la direzione
della nostra vita. Perciò questa cultura egemone è contrassegnata da una
profonda carenza, ma anche da un grande e inutilmente nascosto bisogno di
speranza. Insieme cristiani, religiosi, umanisti possono aiutare anche
storicamente. Madre della Chiesa e dell’umanità, prega per noi.
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