di Don Giuseppe Tomaselli
I fedeli non sogliono riflettere abbastanza sulle quotidiane colpe; si va avanti alla buona nella vita spirituale, pensando molto alla misericordia di Dio e poco alla sua giustizia.
Chi cade in peccato, tenga presenti due cose: la colpa, o mancanza, e la pena corrispondente. Se il peccato è mortale, la pena corrispondente è eterna; se è veniale, la pena è temporanea o limitata.
Quando ci si confessa con le dovute disposizioni, Iddio
perdona il peccato, cioè la colpa; la pena corrispondente non scompare del tutto; se essa è eterna, cioè degna dell'inferno, dopo l'Assoluzione Sacramentale diviene temporanea, cioè da scontarsi in questa vita o nel Purgatorio; se la pena riguarda il peccato veniale, con l'Assoluzione Sacramentale può diminuire ed anche scomparire del tutto, secondo le disposizioni dell'anima penitente.
Chi confessa un solo peccato mortale, avrà da scontare in Purgatorio o in questa vita, un grado di pena temporanea; chi ne confessa due, dovrà scontare il doppio. Chi pecca gravemente cento, mille volte..., sconterà cento, mille volte in più. Questa è la dottrina della Chiesa Cattolica, secondo il parere dei più grandi Teologi ed in base alla rivelazione ed alla stessa ragione.
Mi rivolgo a coloro che dicono: Per il momento pecco; poi mi confesserò e Dio mi perdonerà!... Ho peccato tre volte? Commetto altri peccati e fa lo stesso! Il Ministro di Dio mi assolve con la stessa facilità tre peccati, oppure trentatré! ... -
Ma non riflettono costoro che più peccano e più lungo e tormentoso si preparano il Purgatorio? Se non si vogliono astenere dal male per il dispiacere che recano a Dio, che dovrebbe essere il fine principale, almeno si astengano dal peccare per interesse personale, per non accumulare pene sopra pene per il Purgatorio!
(da I nostri morti, la casa di tutti, di don Giuseppe Tomaselli)
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