Soffrire nella Chiesa e per la Chiesa

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Noi non vogliamo una Chiesa nuova a tutti costi, noi non vogliamo una Chiesa che abbia delle formulazioni più consone o accoglibili dall'orrenda mentalità anticattolica che domina la vita del mondo e con la quale la Chiesa di oggi rischia di accordarsi. Noi vogliamo la Chiesa di Cristo, la Chiesa che viene generata e rigenerata ogni giorno dallo Spirito, attraverso la Parola di Dio, attraverso i sacramenti, attraverso la vita di carità; la Chiesa appartenendo alla quale si deve soffrire per lei, sempre con letizia. Soffriamo
per la grande confusione che domina l’odierna vita ecclesiale, in cui si rincorrono voci e affermazioni equivoche, quando non chiaramente erronee. Non si può dire, per esempio, che non siamo certi della Parola del Signore perché a quel tempo non c’erano i registratori e perché si ha l’idea della Parola di Dio come un testo meramente umano che deve essere sottoposto alla contestualizzazione della cultura. Consegnare la Parola alla cultura, non a coloro che hanno la responsabilità di leggerla, di approfondirla e di
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proclamarla, è perfetto luteranesimo. N
on si può dire che Marco Pannella "è ispiratore di una vita più bella non solo per l’Italia, ma per questo nostro mondo che ha bisogno più che mai di uomini che sappiano parlare come lui" e addirittura augurarsi che il suo spirito "ci aiuti a vivere in quella stessa direzione".
Chi ha vissuto in Italia (e non sulla luna) sa bene che Pannella, con la grande battaglia (vinta da lui e dai radicali) sull'aborto ha causato la non-nascita di sette milioni di italiani e con la sua grande battaglia (vinta da lui e dai radicali) sul divorzio ha messo le premesse giuridiche perché migliaia di famiglie italiane si decomponessero come la neve al sole.
Non si può, contro le decisioni del Concilio di Trento e contro la tradizione storiografica migliore – non solo della Chiesa –,
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affermare che Lutero è un riformatore. Lutero è all'origine di tutti i degradi della modernità, compreso il razionalismo, compreso il fideismo, ma soprattutto comprese le grandi ideologie totalitarie che hanno immiserito la vita dell’Occidente. Eppure, un certo numero di istituti di scienze religiose di alcune diocesi italiane hanno inserito subito un corso o un seminario su Lutero riformatore.
Ritengo che questa situazione rischi di essere veramente di grande prova per il popolo cristiano e per tanti pastori. Chi guida dovrebbe agire per eliminare almeno i più grandi di questi equivoci con iniziative anche disciplinari, ma soprattutto dovrebbe rispondere alle domande legittime di tanti (e non solo di quattro cardinali), rendendo più chiaro il cammino nel vivere questo momento della Chiesa, anche per noi vescovi che nelle periferie abbiamo scelto di vivere, accompagnando i cristiani ad affrontare drammi che non sanno risolvere da soli.
Un’ultima cosa vorrei ricordare alla fine di questa per me faticosissima sottolineatura delle ragioni di dolore per la
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Chiesa. Georges Bernanos e Giorgio La Pira, due giganti della cultura e dell’impegno sociale dei cristiani, hanno posto in primo piano una cosa su cui molti, oggi, soprattutto fra gli ecclesiastici autorevoli, dovrebbero riflettere: uno degli elementi terribili della storia, della vita e della cultura occidentale è stata la rabbia dei poveri, l’ira dei poveri. Io credo che bisogna considerarlo, perché i poveri non si irritano perché non sono aiutati a superare la loro povertà, ma perché sono abbandonati a sé stessi nella ricerca che precede e condiziona tutti gli aspetti della vita: il problema del senso, della verità, della bellezza e della giustizia della vita. La Chiesa tradisce la sua missione quando non si cura di portare a tutti gli uomini – che sono tutti poveri – la Parola che salva: forse l’ira della gente è più vicina di quanto noi pensiamo.
(Monsignor Luigi Negri)
Tratto da: Aldo Maria Valli del 26 marzo 2017
Per approfondire: 
Angela Pellicciari, Martin Lutero (una lettura dettagliata ed argomentata che offre non pochi spunti di riflessione).
Giovanni Zenone, A sinistra di Dio (ripercorrendo la pretesa umana di farsi dio al posto di Dio, dalla Bibbia alle più varie filosofie e ideologie sino alla dittatura del relativismo denunciata da Benedetto XVI, l’Autore smaschera l’origine antiumana della cultura della morte, del pensiero dominante e del politicamente corretto).
James Schall, Il giusto modo di sconfiggere la povertà (oggi è quanto mai necessario un nuovo modo di pensare i poveri, cioè non come oggetti passivi, bensì come soggetti e protagonisti del proprio sviluppo, integrandoli in economie di mercato floride per l’accrescimento del bene comune).
Marco Bracchi, Tradidi quod et accepi (la riscoperta della Tradizione Cattolica nel contesto della modernità. Un elemento per fronteggiare le sfide del futuro senza cadere nell’archeologismo).

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