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"Venne poi la Riforma e batté innanzitutto sull'organo della vita nelle società cristiane: fece cessare il sacrificio di lode. Distaccò la cristianità dalle rovine delle nostre chiese. I sacerdoti, i monaci, le vergini furono scacciati o massacrati e i templi che sopravvissero furono condannati a restare muti in una parte dell'Europa. Nell'altra, soprattutto in Francia, la voce della preghiera si affievolì; molti infatti dei santuari devastati dalle rovine non si risollevarono più dalle loro rovine. Così si vive la fede diminuire, il razionalismo prendere sviluppi
minacciosi e infine, ai nostri giorni, la società umana scuotersi dalle fondamenta. Poiché le distruzioni violente che aveva prodotto il calvinismo non furono le ultime. La Francia e altri Paesi cattolici furono portati a quello spirito d'orgoglio che è nemico della preghiera, poiché esso dice, la preghiera non è l'azione; come se ogni opera buona dell'uomo non fosse un dono di Dio, un dono che suppone la richiesta che se ne è fatta e il ringraziamento che se ne rende. Si trovarono dunque degli uomini che dissero: Facciamo cessare le feste di Dio sulla faccia della terra; e allora scese su di noi quella calamità universale, che il pio Mardocheo supplicava al Signore di risparmiare al suo popolo, quando diceva: Non chiudere, o Signore, le bocche che cantano le tue lodi".
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