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"Quando si pensa all'infallibilità della prescienza divina e all'immutabilità dei decreti provvidenziali, non di rado si presenta alla mente la difficoltà sull'utilità della preghiera Quello che deve avvenire avverrà, eppure il Vangelo dice: 'Chiedete e vi sarà dato' (Lc 11,9). La preghiera si fonda sulla provvidenza: il nostro errore è di credere che essa abbia principio in noi, come se per suo tramite noi potessimo far mutare i disegni di Dio. Al contrario la preghiera, voluta da Dio, risponde a un decreto provvidenziale che prevede e vuole
tutto ciò che avviene e, insieme, anche il modo in cui le cose avvengono, le cause che producono gli avvenimenti, i mezzi che per i quali si ottengono i fini. Non siamo noi che abbiamo inventato la preghiera, è il Signore che la ordinò e la ispirò ai primi uomini come a noi. Ripetiamo: in tutti gli ordini, dal più basso al più alto, in vista di certi effetti, Dio preparò le cause che li devono produrre in vista di certi fini. Egli preparò i mezzi proporzionati. Per le messi materiali preparò la semenza materiale, per le messi spirituali preparò semenze spirituali, tra le quali bisogna annoverare la preghiera. La preghiera è una causa preparata da tutta l'eternità dalla provvidenza per produrre, nell'ordine spirituale, quell'effetto che è il conseguimento dei doni di Dio necessari alla salvezza. Tutte le creature vivono dei doni di Dio, ma soltanto l'essere intelligente, come l'uomo o l'angelo, se ne può rendere conto e lo deve riconoscere".
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