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La confusione di Halloween, che da qualche anno è arrivata prepotentemente anche da noi, in Italia è un miscuglio di riti pagani, pre–romani, gusto del macabro e tanto business. E’ arrivata dagli Stati Uniti e dal mondo anglosassone e affonda le sue origini nella cultura celtica nord–europea. Per i celti l’anno non iniziava il primo di gennaio, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda e iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, in cui si stava rintanati nelle proprie case, con le provviste accumulate nei
mesi soleggiati. In questa occasione si festeggiava una sorta di capodanno, che questi popoli pagani dedicavano a Samhain, il loro dio della morte. Ritenevano che, in quei giorni di passaggio dalla luce alle tenebre invernali, fantasmi e spiriti varcassero il confine che li separa dal nostro mondo e fosse quindi possibile comunicare con loro. Come tutti i popoli, desideravano che i loro nonni e bisnonni fossero ancora vivi e immaginavano di poterli aspettare almeno una volta l’anno. Per questo accendevano lanterne, compivano rituali propiziatori, lasciavano dolci e bevande sulla soglia di casa sperando di poter riabbracciare e far festa ancora una volta coi loro defunti. Quando queste popolazioni furono annesse all’Impero romano, le loro usanze non furono estirpate ma portate a compimento nella luce della fede in Gesù Cristo. Nell’anno 835 d. C., papa san Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i santi del paradiso, dal 13 maggio al 1° novembre. Poi, nel X secolo, fu introdotta la festa del 2 novembre, il giorno dei morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi che erano in Purgatorio a purificarsi dei loro peccati prima di poter essere accolti in Paradiso. L’intuizione dei Celti sul contatto con i cari defunti e sulla vita oltre la morte non fu quindi schiacciata e distrutta, ma valorizzata e illuminata dalla luce della Rivelazione. In inglese la festa di Ognissanti si chiama All Hallows ‘Day; la vigilia del giorno di Ognissanti si chiama All Hallow ‘Eve. Queste parole si sono trasformate prima in
Hallows ‘Even e da lì in Halloween. Ora, si dà il caso che i riti pagani celtici non siano mai del tutto scomparsi dai paesi nord – europei. A metà del 1800 un’epidemia spinse quasi un milione di irlandesi a emigrare in America portando con sé le proprie usanze, tra cui anche quella di festeggiare Halloween alla loro vecchia maniera. Negli Stati Uniti tutti questi rituali folcloristici (i travestimenti bizzarri, lo scambio di dolci, le lanterne, le danze e e i falò) hanno attecchito, e sono diventati il pretesto per organizzare feste e spendere soldi (mediamente due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre!) trascurandone completamente il significato religioso cristiano. E’ così oggi Halloween non è più né la festa pre–cristiana dei celti, né la ricorrenza cristiana di Ognissanti, ma solo un macabro carnevale in cui si esaltano streghe, demoni, mostri e altre creature orribili. Noi però non dobbiamo dimenticarci che la notte dei santi e il giorno dei morti hanno tutt’altro valore! Preghiamo per chi ci ha preceduto nel Regno dei Cieli, e rallegriamoci ancora una volta perché Cristo ha vinto la morte e noi con lui risorgeremo alla vita eterna!
mesi soleggiati. In questa occasione si festeggiava una sorta di capodanno, che questi popoli pagani dedicavano a Samhain, il loro dio della morte. Ritenevano che, in quei giorni di passaggio dalla luce alle tenebre invernali, fantasmi e spiriti varcassero il confine che li separa dal nostro mondo e fosse quindi possibile comunicare con loro. Come tutti i popoli, desideravano che i loro nonni e bisnonni fossero ancora vivi e immaginavano di poterli aspettare almeno una volta l’anno. Per questo accendevano lanterne, compivano rituali propiziatori, lasciavano dolci e bevande sulla soglia di casa sperando di poter riabbracciare e far festa ancora una volta coi loro defunti. Quando queste popolazioni furono annesse all’Impero romano, le loro usanze non furono estirpate ma portate a compimento nella luce della fede in Gesù Cristo. Nell’anno 835 d. C., papa san Gregorio Magno spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i santi del paradiso, dal 13 maggio al 1° novembre. Poi, nel X secolo, fu introdotta la festa del 2 novembre, il giorno dei morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi che erano in Purgatorio a purificarsi dei loro peccati prima di poter essere accolti in Paradiso. L’intuizione dei Celti sul contatto con i cari defunti e sulla vita oltre la morte non fu quindi schiacciata e distrutta, ma valorizzata e illuminata dalla luce della Rivelazione. In inglese la festa di Ognissanti si chiama All Hallows ‘Day; la vigilia del giorno di Ognissanti si chiama All Hallow ‘Eve. Queste parole si sono trasformate prima in
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Tratto da: Don Marcello Stanzione da Riscossa Cristiana
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