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"Dio, non l'uomo è al centro della liturgia cattolica. Noi veniamo per adorarlo. Nella liturgia non si tratta di voi o di me. Non è il luogo dove celebriamo la nostra identità e le nostre realizzazioni o dove esaltiamo o promuoviamo la nostra cultura e i valori delle nostre comunità religiose e locali. La liturgia riguarda e appartiene - anzitutto e in primo luogo - a Dio e celebra ciò che Egli ha fatto per noi. L'Onnipotente, nella Sua Divina Provvidenza, ha fondato una Chiesa e ha istituito la Sacra Liturgia. Attraverso quest'ultima ci è possibile rendere un culto autentico a Dio, in conformità con la Nuova Alleanza stabilita da
Cristo. Così facendo, e comprendendo le esigenze dei riti sacri che si sono sviluppati nella tradizione della Chiesa, noi troviamo la nostra vera identità e il senso della nostra esistenza come figli e figlie di Dio. È essenziale che noi comprendiamo questa specificità del culto cattolico, dal momento che negli ultimi decenni abbiamo visto numerose celebrazioni liturgiche nel corso delle quali le persone e le realizzazioni umane sono state troppo preminenti, quasi escludendo Dio. Il cardinale Ratzinger ha scritto che, 'se la liturgia appare innanzitutto come il laboratorio del nostro agire, si dimentica l'essenziale: Dio. Nella liturgia, infatti non si tratta di noi, ma di Dio. La dimenticanza di Dio è il pericolo più incalzante del nostro tempo'. Dobbiamo essere molto chiari sulla natura del culto cattolico se vogliamo leggere correttamente e mettere in pratica fedelmente la Costituzione sulla sacra liturgia del Concilio Vaticano II".
Cristo. Così facendo, e comprendendo le esigenze dei riti sacri che si sono sviluppati nella tradizione della Chiesa, noi troviamo la nostra vera identità e il senso della nostra esistenza come figli e figlie di Dio. È essenziale che noi comprendiamo questa specificità del culto cattolico, dal momento che negli ultimi decenni abbiamo visto numerose celebrazioni liturgiche nel corso delle quali le persone e le realizzazioni umane sono state troppo preminenti, quasi escludendo Dio. Il cardinale Ratzinger ha scritto che, 'se la liturgia appare innanzitutto come il laboratorio del nostro agire, si dimentica l'essenziale: Dio. Nella liturgia, infatti non si tratta di noi, ma di Dio. La dimenticanza di Dio è il pericolo più incalzante del nostro tempo'. Dobbiamo essere molto chiari sulla natura del culto cattolico se vogliamo leggere correttamente e mettere in pratica fedelmente la Costituzione sulla sacra liturgia del Concilio Vaticano II".
(Card. Robert Sarah, Verso un'autentica attuazione di Sacrosanctum Concilium, in Angelo Pellicioli, Rinnovare la Liturgia nella fede, pp. 152-153)
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