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Una critica rigorosa ma alla portata di tutti del pensiero di uno dei teologi più influenti della Chiesa di oggi. Da un’inchiesta condotta nell’immediato postconcilio tra gli studenti della Pontificia Università Lateranense emerse che il più grande teologo cattolico di tutti i tempi fosse non San Tommaso d’Aquino o Sant’Agostino, ma Karl Rahner. E alla luce della situazione della Chiesa oggi è vero, Karl Rahner sembra aver vinto: pastori che seminano dubbi tra i fedeli, che permettono che altri lo facciano senza intervenire, che mal sopportano che i cattolici mostrino
i muscoli per difendere i cosiddetti “principi non negoziabili”. Ecco in cosa consiste la rivoluzione portata da Rahner: una Chiesa democratica e aperta, dai confini indefiniti, strutturata a partire dalla base, pluralista dal punto di vista teologico, filosofico e dottrinale, che sostituisce la pastorale alla dottrina, che non evangelizza nessuno e che anzi non condanna più, perché ogni situazione particolare di vita può essere un buon punto di partenza. È la Chiesa che, senza una verità esclusiva da comunicare, per Rahner deve convertirsi al mondo: dietro questo cattivo assunto c’è solo una cattiva filosofia, che ha in Kant, Hegel e Heidegger i suoi riferimenti.
i muscoli per difendere i cosiddetti “principi non negoziabili”. Ecco in cosa consiste la rivoluzione portata da Rahner: una Chiesa democratica e aperta, dai confini indefiniti, strutturata a partire dalla base, pluralista dal punto di vista teologico, filosofico e dottrinale, che sostituisce la pastorale alla dottrina, che non evangelizza nessuno e che anzi non condanna più, perché ogni situazione particolare di vita può essere un buon punto di partenza. È la Chiesa che, senza una verità esclusiva da comunicare, per Rahner deve convertirsi al mondo: dietro questo cattivo assunto c’è solo una cattiva filosofia, che ha in Kant, Hegel e Heidegger i suoi riferimenti.
Tratto da: Cooperatores Veritatis del 28/03/2017
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