Il cuore umano del Figlio di Dio rivela tutta la bontà misericordiosa di Dio
di Mons. Gino Oliosi
Nella Liturgia del Sacro Cuore ci sono tre testi bellissimi. La prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio rivela l’amore di Dio per il suo popolo. Dalla prima lettera di Giovanni c’è un discorso dell’amore in modo molto profondo, affermando che
Nella Liturgia del Sacro Cuore ci sono tre testi bellissimi. La prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio rivela l’amore di Dio per il suo popolo. Dalla prima lettera di Giovanni c’è un discorso dell’amore in modo molto profondo, affermando che
Dio non è una solitudine infinita, ma è amore e noi siamo chiamati ad accoglierlo come tale e a vivere in esso in tutte le nostre relazioni. Nel Vangelo Gesù rivela la sua relazione con il Padre come Amato dell’eternamente Amante e quindi la relazione con ogni uomo che Egli ama, anche debole e fragile e rivela tutta la tenerezza del Suo cuore.
Nell’Antico Testamento l’amore di Dio si era già manifestato in maniera profonda e anche molto efficace. Mosè dice al popolo che il Signore lo ha scelto, si è innamorato sponsalmente di lui per l’unico motivo di ciò che è l’amore: “il Signore si è legato a voi e vi ha scelti non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popolo - , ma perché il Signore vi ama”. Dio è l’Onnipotente, non ha bisogno di nessuno e quindi si lega a un popolo solo per amore e lo manifesta liberandolo dalla schiavitù dell’Egitto. Certo non c’è amore senza libertà e quindi per vivere nell’Alleanza cioè in questa storia di amore occorre rispondere liberamente all’amore di Dio: “Riconoscete che il Signore vostro Dio è tutto, il Dio fedele che mantiene la Sua Alleanza e benevolenza per mille generazioni con coloro che lo amano e quindi osservano i suoi comandamenti”. Certo Dio non può non punire coloro che si dimostrano disobbedienti, coloro che rifiutano il Suo amore, perché rifiutando l’amore di Dio non divengono quello che sono e l’amore vuole la salvezza, vuole la pace, il bene, la prosperità e la felicità. Gratuito è l’amore di Dio e amare con il suo amore è farsi dono gratuitamente ai fratelli.
Gesù, il Figlio che ha assunto un volto umano ci rivela l’amore del Padre e ha accolto nel suo cuore l’amore che viene dal Padre attraverso la persona che nella vita trinitaria è la reciprocità, cioè l’Amore, lo Spirito Santo, e nella sua Incarnazione rivela la dimensione verticale dell’amore per il Padre unita a quella orizzontale per tutti noi. Gesù come uomo è pieno di gratitudine per il Padre e dice: “Tutto mi è stato dato dal Padre mio”. E rivela la piena adesione filiale alla volontà del Padre, benedice il Padre cioè Gli rende grazie per tutto quello che fa: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno Lo conosce fino in fondo se non il Figlio”. Nella Bibbia quando si usa la parola “conoscere” significa “amare”. Quindi c’è una relazione perfetta di amore che Gesù vuol comunicare agli uomini: “nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Ecco perché chiama a sé tutti gli uomini che sono affaticati e oppressi rivelando un cuore meraviglioso con un amore tenero, che vuole alleviare le sofferenze, dare conforto, riposo e ristoro. E invita a prendere il suo giogo e il giogo di Gesù si esprime con il suo comandamento: “Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amati” (Gv 15, 9.17). E Gesù invita a imparare da Lui, che è mite e umile di cuore. Così in questo passo del vangelo di Matteo, l’unico in cui Gesù parla del proprio cuore, vengono espresse le due qualità del cuore di Gesù. E’ pieno di umiltà e di mitezza, non è il cuore di un dominatore orgoglioso, ma di un fratello che si mette al nostro livello. Non è un cuore duro di conquistatore, ma un cuore mite, che cerca soltanto di capire, aiutare, propagare la comunione di amore. E chi prende su di sé questo giogo di amore trova sempre ristoro per la sua anima, viene sempre aiutato da Lui a sostenere tutte le sofferenze e le fatiche della vita come occasione di progresso nell’amore e le fatiche diventano leggere. Sant’Agostino dice: “Dove c’è amore non c’è pena, non c’è fatica: e se c’è fatica questa è amata quindi diventa leggera”.
Un cenno solo sulla seconda lettura dove troviamo la rivelazione più sublime di tutto il Nuovo Testamento con l’affermazione di Giovanni: “Dio è amore”. Dio si è rivelato come un Dio di amore, anzi un Dio che è Egli stesso l’Amore, non soltanto l’amore è da Dio, ma Dio è amore e si è rivelato nell’invio del Figlio Unigenito nel mondo per comunicarci la vita. Dice Giovanni: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi e ha mandato Suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”, cioè come “strumento di amore”, di perdono. La cosa più dolorosa nella nostra esistenza sono appunto i peccati che ci tolgono la nostra dignità e ci mettono su una via di perdizione, ma il Padre attraverso il Cristo con il dono dello Spirito, attivamente tenta e ritenta per dare una vita a tutti i suoi figli: “Amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio”; “se Dio ci ha amato e ci ama, non possiamo non amarci gli uni gli altri” proprio per essere con Dio, perché “se Dio è amore chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio in dimora in lui”.
Il Suo amore è al tempo stesso divino e umano, perché è l’amore di un cuore umano che esprime, rivela tutta la bontà di Dio. E il cuore umano di Gesù è stato formato dal cuore Immacolato di Maria e nel mese di giugno li celebriamo tutti e due con tutta la gioia di questa lieta notizia.
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