“Il segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche, né di testate nucleari e nemmeno di missili Pershing o SS.20. Il suo contenuto riguarda soltanto la nostra fede”
(Il 10 settembre 1984 il vescovo di Leira-Fatima Alberto Cosme do Amaral, presumibilmente dopo aver consultato suor Lucia) e con San Giovanni Paolo II la Famiglia.
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Da pagina 121 a pagina 129 di Fatima Tutta la verità di Saverio Gaeta
“In seguito al clamore internazionale che queste vicende avevano suscitato, il 10 settembre 1984 il vescovo di Leiria-Fatima Alberto Cosme do Amaral, presumibilmente dopo aver consultato suor Lucia, fece un intervento nell’aula magna del Politecnico di Vienna e dichiarò che ‘il Segreto di Fatima non parla né di bombe atomiche, né di testate nucleari e nemmeno di missili Pershing o SS-20. Il suo
contenuto riguarda soltanto la nostra fede. Far coincidere il segreto con annunci catastrofici con un olocausto nucleare è deformare il significato del messaggio. La perdita della fede di un continente è peggio dell’annientamento di una nazione; ed è vero che la fede sta costantemente diminuendo in Europa’.
Il medesimo padre Alonso, che come archivista di Fatima poté incontrare più volte suor Lucia ed ebbe accesso all’intera documentazione sulle apparizioni, espresse chiaramente le proprie idee al riguardo in particolare nel libro La verdad sobre el Secreto de Fatima (pubblicazione nel 1976). Fra l’altro, affermò: ‘Nel periodo che precede il grande trionfo del Cuore Immacolato di Maria, dovranno avvenire cose terribili. Queste costituiscono il contenuto della terza parte del Segreto. Quali sono ? Se ‘in Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede’, se ne può chiaramente dedurre che in altre parti della Chiesa questi dogmi stanno per divenire oscuri o addirittura persi del tutto. (…)Dunque è molto probabile che, in questo periodo intermedio che è in questione (dopo il 1960 e prima del trionfo del Cuore Immacolato di Maria), il testo faccia concreti riferimenti alla crisi della fede della Chiesa e alla negligenza degli stessi pastori. (…) Una conclusione sembra infatti fuori discussione: il contenuto della parte inedita del Segreto non si riferisce a nuove guerre o a rivolgimenti politici, ma ad avvenimenti di carattere religioso o intra ecclesiale, che per loro natura sono ancora più gravi’.
Tema al quale accennarono anche due autorevoli esponenti della Santa Sede. Il cardinale Alfredo Ottaviani, nella conferenza dell’11 febbraio 1967 alla Pontificia accademia mariana su Il terzo Segreto di Fatima, affermò: ‘Vi posso dire soltanto questo: che verranno tempi moto difficili per la Chiesa e che ha bisogno di molte preghiere perché l’apostasia non sia troppo grande’; e il cardinale Mario Luigi Ciappi, teologo personale dei Pontefici dal maggio 1955 all’ottobre 1989, confidò in una lettera al professor Maumgartner di Salisburgo che ‘nel terzo Segreto viene predetto, fra le altre cose, che la grande apostasia nella Chiesa inizierà dai suoi vertici’.
Il più volte citato frère Michel de la Sainte Trinité, autore dell’imponente trilogia Tutta la verità su Fatima, ha proposto una sua ricostruzione del Segreto integrale: ‘Mentre in Portogallo il dogma della fede sarà sempre conservato, in molte nazioni, quasi nell’intero mondo, la fede si perderà. I pastori della Chiesa difetteranno gravemente nei doveri del loro ministero. Per colpa loro, le anime consacrate e infedeli si lasceranno sedurre in gran numero da perniciosi errori diffusi dovunque. Questo sarà il tempo della battaglia decisiva tra la Vergine e il diavolo. Un’ondata di disorientamento diabolico dilagherà nel mondo. Satana si introdurrà fino al più alto vertice della Chiesa; accecherà le menti e indurrà il cuore dei Pastori; poiché Dio li abbandonerà a se stessi come castigo per il loro rifiuto di obbedire alle richieste del Cuore Immacolato di Maria. Questa sarà la grande apostasia predetta per gli ultimi tempi; il ‘falso Agnello’ e il ‘falso Profeta’ tradiranno la Chiesa a vantaggio della ‘ bestia’, secondo la profezia dell’Apocalisse’.
Su tale tematica, un dibattito si innescò a metà degli anni Ottanta in merito ad alcuni cambiamenti che si notarono fra l’anticipazione giornalistica e la pubblicazione in volume dell’intervista del cardinale Joseph Ratzinger, all’epoca prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, con Vittorio Messori. Nell’anticipazione sul mensile Jesus, il cardinale rispondeva così alla domanda sulla mancata divulgazione del terzo Segreto: ’Perché, stando al giudizio die Pontefici, non aggiunge nulla di diverso a quanto un cristiano deve sapere della Rivelazione: una chiamata radicale alla conversione, l’assoluta serietà della storia, i pericoli che incombono sulla fede e la vita del cristiano e dunque del mondo. E poi, l’importanza dei Novissimi. Se non lo si pubblica – almeno per ora – è per evitare di far scambiare la profezia religiosa con il sensazionalismo. Ma i contenuti di quel ‘terzo Segreto ’ corrispondono all’annuncio della Scrittura e sono ribaditi da molte altre apparizioni mariane, a cominciare da quella stessa di Fatima, nei suoi contenuti noti. Conversione, penitenza, sono condizioni essenziali alla salvezza’.
Nel testo definitivo si leggeva invece: ‘Se finora non si è presa questa decisione, non è perché i Papi vogliano nascondere qualcosa di terribile. Se anche ci fosse, ebbene, questo non farebbe che confermare la parte già nota del messaggio di Fatima. Da quel luogo è stato lanciato un segnale severo, che va contro la faciloneria imperante, un richiamo alla serietà della vita e della storia, ai pericoli che incombono sull’umanità. E’ quanto Gesù stesso ricorda assai spesso, non temendo di dire: ‘Se non vi convertite, tutti perirete’ (Luca 13,3). La conversione – e Fatima lo ricorda in pieno – è un’esigenza perenne della vita cristiana. Dovremmo già saperlo da tutta quanta la Scrittura. Il Santo Padre giudica che non aggiungerebbe nulla a quanto un cristiano deve sapere dalla Rivelazione e, anche, dalle apparizioni mariane approvate dalla Chiesa nei loro contenuti noti, che non fanno che confermare l’urgenza della penitenza, di conversione, di perdono, di digiuno. Pubblicare il ‘terzo Segreto ’ significherebbe anche esporsi al pericolo di utilizzazioni sensazionalistiche del contenuto’.
A tale riguardo, Messori è però intervenuto nel 2006 per dare un taglio alla polemica, assumendosi la responsabilità delle modifiche: ‘Da molti anni, innumerevoli pubblicazioni, in molte lingue, si dedicano all’esegesi delle parole su Fatima pronunciate nel 1984 da Joseph Ratzinger. (…)Colgo l’occasione per mettere in guardia da simili analisi, che non sono giustificate dalla genesi di quelle interviste. Rapporto sulla fede nacque da oltre venti ore di registrazione. Mi fu data, poi, ogni libertà redazionale; con il solo, ovvio impegno, di sottoporre al cardinale il manoscritto che avrei ricavato dal lunghissimo colloquio. Il testo fu approvato senza quasi ritocchi, così come erano stati approvati dallo stesso interessato in preannunci su Jesus. Il prefetto della Fede volle presentare di persona il libro in una tumultuosa conferenza stampa e volle, bontà sua, ringraziami pubblicamente per la ‘fedeltà’, però, che non mi aveva impedito di impostare con energia il voluminoso materiale, dandogli forma in uno schema, anche con aggiunte e ritocchi tratti da pubblicazioni e documenti precedenti del cardinale. Un editing in profondità, dunque, il cui risultato peraltro soddisfece il mio interlocutore, che in quelle pagine disse sempre, in ogni sede, di riconoscersi’.
Un’altra tematica, sottolineata con forza da Giovanni Paolo II, è stata quella della crisi della famiglia. Nel messaggio per la giornata mondiale del malato del 1997, Papa Wojtyla affermò che ‘la Signora del messaggio sembra leggere con una singolare perspicacia i segni dei tempi, i segni del nostro tempo. (…) L’insistente invito di Maria santissima alla penitenza non è che la manifestazione della sua sollecitudine materna per le sorti della famiglia umana, bisognosa di conversione e di perdono ’. Ma, ancor più, è la singola famiglia che si rivela al centro delle preoccupazioni della Vergine, come ha documentato il cardinale Caffarra, citando una lettera che ricevette da suor Lucia agli inizi del 1981, quando fu nominato presidente del Pontificio istituto ‘Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia’: ‘All’inizio di questo lavoro, ho scritto a suor Lucia. Inspiegabilmente, benché non mi attendessi una risposta, perché chiedevo solo preghiere, mi arrivò dopo pochi giorni una lunghissima lettera autografa in cui è scritto: ‘Lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. Non abbia paura, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti i modi, perché questo è il punto decisivo’. E poi concludeva: ‘Ma la Madonna gli ha già schiacciato la testa’. Perciò non è superfluo ricordare proprio qui che l’attentato contro papa Wojtyla avvenne esattamente nel giorno in cui fu costituito il Pontificio consiglio per la famiglia.
Infine un’idea intrigante è stata lanciata dallo scrittore Antonio Socci, il quale, partendo dal presupposto di una parte inedita del Segreto (da lui rilanciata nel libro dal titolo giornalistico Il quarto segreto di Fatima), ha ipotizzato che “alla morte di Lucia il Papa si sentì in dovere di tener fede all’impegno assunto con la veggente che quel 13 maggio 2000, davanti alle telecamere di tutto il mondo, gli consegnò una lettera il cui contenuto resta tuttora misterioso (come molti suoi scritti e memorie segretati). Ma come rendere nota quella parte del terzo Segreto che ha atterrito tutti i Papi che l’hanno letta? Questo era il problema. Da notizie riservate in nostro possesso, confermate da tre autorevoli fonti vaticane, risulta che Papa Wojtyla e il cardinale Ratzinger decisero di tener fede all’impegno rivelando quel contenuto in forma velata, cioè nei contenuti essenziali, ma senza dichiararne la fonte. L’occasione scelta fu la Via Crucis del Venerdì santo che nel 2005 cadeva il 25 marzo. Infatti fu una Via Crucis molto insolita non solo perché, stranamente, a scriverne il testo fu il cardinale Ratzinger, ma anche perché segnò il passaggio di consegne fra Papa Wojtyla (che sarebbe morto una settimana dopo) e lo stesso prelato. Sicuramente quel drammatico testo fu scritto o riveduto a quattro amni, una sorta di testamento comune dei due pastori’.
Prosegue il saggista: ‘I passaggi che fecero più impressione furono proprio quelli dove era racchiuso il ‘quarto segreto ’. Fin dalla prima stazione c’è un riferimento penitenziale all’infedeltà di Pietro: ’Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia. Dona forza, nella nostra vita, alla voce sottile della coscienza, alla tua voce. Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento’. Quindi viene ‘ alla storia più recente’, a riconoscere ‘ come la cristianità, staccatasi dalla fede, abbia abbandonato il Signore’. Denuncia ‘il potere delle ideologie, intessute di menzogne’ che ‘hanno costruito un nuovo paganesimo’ e per eliminare Dio hanno eliminato l’uomo. Ma aggiungono i due autori,’ non dobbiamo pensare anche quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di Lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a Lui! …Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue, è certamente il più grande dolore del Redentore’. E ancora: ‘Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti…Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti. Tu però ti rialzerai’. Come si deduce anche da queste parole, qualcosa di grave deve esserci, nel messaggio di Fatima, che si riferisce alla liturgia e alla crisi del clero”.
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