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di Emilio Biagini
Questo piccolo libro di preghiere rappresenta un mirabile compendio teologico di preghiera in tempo di ingiusta persecuzione, tanto più acerba perché proveniente dalla Chiesa. Le orazioni sono divise in trentatré giorni, quanti gli anni di vita sulla terra di Nostro Signore Gesù Cristo.
Con estrema economia di mezzi espressivi, le preghiere toccano, con stupenda sintesi, tutti gli aspetti principali della vita cristiana. Vi sono preghiere per le virtù teologali e cardinali, per vincere i vizi capitali, per ottenere
doni dallo Spirito Santo, sui Novissimi, per la Chiesa, a Dio Padre, alla Madre di Dio, per accettare ed amare la necessaria obbedienza.
Due commoventi prose si intitolano il “Libro della Sofferenza e della speranza” e il “Libro della riflessione spirituale nel 2012” (anno dell’infame persecuzione). Si tratta di testi profondamente sentiti, a tratti perfino sublimi, pieni di umiltà cristiana, proprio quello che manca ai grassi gerarchi dell’Alta Chiesa, i nuovi farisei. Difficile scegliere fra tanta ricchezza di pensiero e di spiritualità. Se ne offre solo qualche frammento scelto a caso.
“Un poco, nel tempo, ho saputo capire che la carità vera vuole la capacità di vedere nel prossimo anzitutto l’anima.” (Preghiera per capire e attuare la carità).
“Dammi umiltà anche per comprendere che senza il tuo aiuto nulla di veramente buono potrò mai fare ...” (Preghiera per vincere la superbia).
“Infondi... in me il dono della sapienza per saper intendere quale deve essere il senso della mia vita...” (Preghiera per ottenere il dono della Sapienza).
“Ma non sapendo neppure più pregare, chiediamo la nostra volontà e non la Tua su di noi. Abbi pazienza, aiutami a ricominciare, ad assumermi le mie responsabilità e non disperare...” (Preghiera per sapere fare opere di misericordia spirituale).
“Fai che la Tua Chiesa operi solo per santificare il mondo e fai che nessuno alla sua guida si lasci sedurre da lusinghe e tentazioni.” (Preghiera per la Chiesa). Essenziale al giorno d’oggi contro le derive pastorali e dottrinali che tentano di inquinare il Deposito della Fede.
“È bene ricordare che pietà e giustizia verso il più debole non sono da attuare solo perché pretese da Te, ma Tu le pretendi perché sono indispensabili per la nostra santificazione.” (Preghiera per chi commette peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio).
“Ti chiedo di condividere con Te le mie sofferenze, non avendo nessuno sofferto al par tuo. Ti chiedo di condividere le mie speranze e certezze, non avendo nessuno più certezze di Te sulla divinità di Tuo Figlio e speranze che queste fossero beneficio per il genere umano. Aiutami perciò a produrre nella mia vita quotidiana questi sentimenti e capacità di soffrire e sperare con Te con la certezza che siano gradite a Dio tuo figlio.” (Preghiera alla Madre di Dio e madre mia).
Commovente il raffronto con Giobbe nel “Libro della Sofferenza e della speranza”: “C’era nella terra piacentina un uomo chiamato Ettore; era imperfetto ma lottava per esser santo sulla terra, integro, timorato di Dio e alieno dal male... Egli aveva avuto, cercando di non peccare, tra i più grandi onori, privilegi, soddisfazioni e gioie sulla terra. Il Signore disse a satana: ‘Perché hai posto il tuo cuore sul mio servo Ettore...?’ E Satana rispose: ‘È tuo servo perché hai benedetto la sua opera e le sue soddisfazioni abbondano sulla terra, prova a toccare ciò che è suo, e vedrai se continuerà a benedirti.’”.
Così, sotto l’attacco di satana, ha ben motivo di soffrire Gotti Tedeschi, violentemente defenestrato dalla Banca vaticana dai satanassi annidati nel cuore stesso della Cristianità, con menzogne e calunnie di ogni genere, solo per aver tentato di condurre la finanza lungo linee morali e cristiane. Papa Benedetto aveva ristabilito l’immediata riabilitazione pubblica di Gotti Tedeschi ma non la poté compiere a causa delle sue dimissioni, e Papa Francesco non ritenne opportuno procedere.
Abbondano del resto le persecuzioni inflitte dalla Chiesa ai suoi figli migliori: Padre Pio, Antonio Rosmini, Maria Valtorta e infiniti altri. Ma Ettore, come Giobbe, non cessa di lodare Dio e di trovare nelle tribolazioni motivo per dare gloria a Dio. Infatti nessuno che sia sulla terra, a meno che muoia in tenera età, sfugge al morso di satana e alla sua persecuzione, riportandone ferite che risplenderanno di gloria dinanzi al Trono di Dio.
Ma tanto più amara è la persecuzione quanto più essa proviene non dai nemici, dai quali non ci si può aspettare altro, ma dalla stessa Madre Chiesa, inquinata dal settemplice peccato – modernista, relativista, materialista, mondialista, scientista, ambientalista, malthusiano – e perciò non più capace di sostenere e nutrire i suoi agnelli. In quest’ora oscura abbiamo più che mai bisogno bisogno di uomini come Ettore, che non cessano di essere fedeli nonostante tutto, come Padre Pio perseguitato che diceva: “Bacio la mano che mi percuote”.
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