di Camillo Langone
Che Leopardi non sia solo Giacomo, sia anche Monaldo.
Non era ottuso come ci hanno fatto credere, il padre del grande poeta, bensì un polemista che dopo due secoli risulta perfettamente leggibile e incredibilmente attuale. “Monaldo e Pulcinella. Dialogo sui rischi della libertà” (Fede & Cultura) anticipa la presente distruzione del matrimonio, nel dialogo tra “una donna filosofessa e una donna cristiana”. La prima, araldo del nuovo, proclama che “nell'Evangelo dei filosofi non ci è più questa seccatura dei matrimonii perpetui”. Mentre la seconda con realismo avvisa: “Finché i maritati sapranno che non c'è rimedio e bisogna vivere insieme perpetuamente, faranno di necessità virtù e si andranno sopportando uno coll'altro, ma se il vincolo matrimoniale diventerà un
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filo di stoppa il consorzio coniugale sarà una continua battaglia”. Ecco spiegato come i matrimoni cosiddetti civili e la Rota cosiddetta Sacra hanno trasformato l’oro della fusione nel piombo della competizione. Monaldo aveva previsto anche gli incombenti contratti del cosiddetto amore, gli accordi pre-matrimoniali che stanno arrivando da Hollywood: “E se non sarà un sacramento, cosa sarà un matrimonio? Come prendere una casa in affitto, come comprare una gallina al mercato?”.
Articolo tratto da Il Foglio del 17 marzo 2015
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