Il Giornale, sabato 22 agosto 2015. Clicca per leggere |
Un romanzo straordinario di Maria Antonietta Novara Biagini, Nonna non raccontava le favole. Uno di quei libri che ti ricreano l'anima e - senza rendertene conto - ti ritrovi cattolico. Un esempio di come si possa divertire ed edificare il prossimo nello stesso tempo. Quando la bellezza, la storia e la verità camminano insieme.
Massimiliano Lussana, Il Giornale, sabato 22 agosto 2015
Ci sono libri che restano, persino aldilà del contenuto, della storia raccontata della trama. Perché sono libri e opere che raccontano anche un'epoca, un mondo, un contesto, aldilà del testo. Sono spesso i libri di ambientazione siciliana, dai Viceré di Federico de Roberto, al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma, anche a modo loro, I malavoglia di Giovanni Verga o - per cambiare latitudine o arte - passando dalla letteratura al cinema, film come La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana o Novecento di Bernardo Bertolucci. O, per venire alle canzoni, Belle Epoque di Francesco de Gregori, che è un omaggio a Dino Campana e ai suoi Canti Orfici, ma racconta anche e soprattutto l'ultima notte del Novecento.
Ecco, Nonna non raccontava le favole, l'ultimo libro di Maria Antonietta Novara Biagini, è un libro di quella razza. Un grande romanzo storico che è sì un affresco che racconta la famiglia dell’autrice. Ma, allo stesso modo, è un viaggio in un
secolo di Genova. Quasi un secondo siglo de oro, solo che nel Novecento. E, come in tutti i grandi romanzi storici, le vicende dei protagonisti si intrecciano e si intersecano con quelli della città e della Liguria con via Aassarotti, con le Cinque Terre e le strade di Albaro e il respiro di quella Genova, di quel mondo. Che, purtroppo, non sono gli stessi di oggi. E la cosa bellissima è che, dalle pagine, oltre alla storia, sembrano uscire sapori e colori di quell'epoca, che in qualche caso, sopravvive nella Genova odierna ed è l'eredità più bella che ci è stata lasciata. Nel senso letterale della parola: la tripperia di Vico Casana, la frutta secca da Armanio in Sottoripa, lo storico negozio di Panarello per i biscotti in via Petrarca, le millefoglie alla crema da Cavo in via Brigata Liguria e le stoffe di Odone...
E così, un po' alla volta il libro diventa quasi un enciclopedia genovese. Dal cibo alle strade, fino al racconto delle conformazioni delle case, a metà fra architettura e ingegneria. Con un tocco di dolcezza che è una piacevole novità per Maria Antonietta Novara Biagini che, fino ad oggi, anche in compagnia di suo marito Emilio Biagini aveva sfoderato il suo stile più ironico e sarcastico, ad esempio nelle loro esilaranti Satire.
Insomma, vale la pena di attrezzarsi, mettersi alla ricerca del libro (per istruzioni sulla distribuzione www.edizionigondolin.com, € 16,50, disponibile anche in ebook), perché siamo nei dintorni della storiografia delle Annales, del racconto di un'epoca attraverso i suoi particolari, e le sue storie, la sua Fede, i suoi cuori.
Se la storia siamo noi, questo chicco di grano quello di Maria Antonietta Novara Biagini è un campo intero.
Massimiliano Lussana, Il Giornale, sabato 22 agosto 2015
Ci sono libri che restano, persino aldilà del contenuto, della storia raccontata della trama. Perché sono libri e opere che raccontano anche un'epoca, un mondo, un contesto, aldilà del testo. Sono spesso i libri di ambientazione siciliana, dai Viceré di Federico de Roberto, al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma, anche a modo loro, I malavoglia di Giovanni Verga o - per cambiare latitudine o arte - passando dalla letteratura al cinema, film come La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana o Novecento di Bernardo Bertolucci. O, per venire alle canzoni, Belle Epoque di Francesco de Gregori, che è un omaggio a Dino Campana e ai suoi Canti Orfici, ma racconta anche e soprattutto l'ultima notte del Novecento.
Ecco, Nonna non raccontava le favole, l'ultimo libro di Maria Antonietta Novara Biagini, è un libro di quella razza. Un grande romanzo storico che è sì un affresco che racconta la famiglia dell’autrice. Ma, allo stesso modo, è un viaggio in un
secolo di Genova. Quasi un secondo siglo de oro, solo che nel Novecento. E, come in tutti i grandi romanzi storici, le vicende dei protagonisti si intrecciano e si intersecano con quelli della città e della Liguria con via Aassarotti, con le Cinque Terre e le strade di Albaro e il respiro di quella Genova, di quel mondo. Che, purtroppo, non sono gli stessi di oggi. E la cosa bellissima è che, dalle pagine, oltre alla storia, sembrano uscire sapori e colori di quell'epoca, che in qualche caso, sopravvive nella Genova odierna ed è l'eredità più bella che ci è stata lasciata. Nel senso letterale della parola: la tripperia di Vico Casana, la frutta secca da Armanio in Sottoripa, lo storico negozio di Panarello per i biscotti in via Petrarca, le millefoglie alla crema da Cavo in via Brigata Liguria e le stoffe di Odone...
E così, un po' alla volta il libro diventa quasi un enciclopedia genovese. Dal cibo alle strade, fino al racconto delle conformazioni delle case, a metà fra architettura e ingegneria. Con un tocco di dolcezza che è una piacevole novità per Maria Antonietta Novara Biagini che, fino ad oggi, anche in compagnia di suo marito Emilio Biagini aveva sfoderato il suo stile più ironico e sarcastico, ad esempio nelle loro esilaranti Satire.
Insomma, vale la pena di attrezzarsi, mettersi alla ricerca del libro (per istruzioni sulla distribuzione www.edizionigondolin.com, € 16,50, disponibile anche in ebook), perché siamo nei dintorni della storiografia delle Annales, del racconto di un'epoca attraverso i suoi particolari, e le sue storie, la sua Fede, i suoi cuori.
Se la storia siamo noi, questo chicco di grano quello di Maria Antonietta Novara Biagini è un campo intero.
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