Firma per una dichiarazione pontificia sul Matrimonio!

Di fronte al loro urgente dovere di discernere i “segni dei tempi”, molti cattolici avvertono un forte desiderio che il Magistero della chiesa li sostenga con coraggio profetico (parresia) proclamando in modo chiaro la verità e la bellezza della famiglia. Nonostante una sempre maggiore globalizzazione tramite i mezzi di comunicazione, il mondo odierno si presenta, per quel che riguarda la cultura e la famiglia, dilaniato da una profonda spaccatura. Vi sono come due “bestie apocalittiche” situate su poli estremi: da un lato il culto ateo della libertà tardo-occidentale, dall’altro il fanatismo religioso del fondamentalismo di matrice islamica. Per usare una formula ad effetto ci troviamo nella morsa tra «il gender e l’isis». Non a caso sono proprio gli eccidi di matrice islamica e le pretese
libertarie a contendersi regolarmente le prime pagine dei quotidiani. Ora, queste due radicalizzazioni contrapposte hanno pure generato le due maggiori minacce alla famiglia: da una parte, la sua disintegrazione soggettivistica nell’Occidente secolarizzato mediante divorzio facile, aborto, unioni omosessuali, eutanasia ecc. (cfr. la teoria del gender, le ‘femen’, la lobby LGBTQ...). Dall’altra, la pseudo-famiglia dell’islam ideologizzato che legittima poligamia, sudditanza femminile, schiavitù sessuale, matrimonio con bambine ecc. (cfr. movimenti quali al qaeda, isis, boko haram). Agli antipodi su tutto, questi due movimenti hanno alcune cose in comune (ed è forse questo l’indizio della loro medesima origine demoniaca): la violenta e iper-suscettibile intolleranza, la pretesa totalitaria al dominio universale e soprattutto la palese cristianofobia.
È questo il più importante e drammatico “segno dei tempi” che la chiesa deve affrontare e sul quale è chiamata inderogabilmente a dare un’autorevole parola di verità e di speranza. Il Sinodo sulla famiglia del 2015 è l’occasione ideale per svegliare nel popolo cristiano e tra gli uomini di buona volontà di qualsiasi convinzione religiosa e filosofica la coscienza di questa deriva globale. In pari tempo il Sinodo può far risplendere la bellezza della prospettiva cattolica sulla famiglia che concilia, in modo adatto anche alle vere conquiste della modernità, libertà umana e timor di Dio, dignità personale e religiosità. Sicché, l’attuale contesto globale può paradossalmente avverarsi come una provvidenziale opportunità per manifestare la “verità e bellezza della famiglia” quale affermazione dell’amore coniugale nella coppia monogamica aperta alla vita (considerata già da Tertulliano contrassegno del monoteismo trinitario). Questo tipo di famiglia, equidistante dagli scogli dell’anarchia libertaria occidentale e del fanatismo di matrice islamica, emerge in tutta la sua semplice e umana credibilità come famiglia tout court che non abbisogna di ulteriori qualifiche come “naturale” o “tradizionale”. Fedele al “principio” o disegno divino, la famiglia animata dall’amore tra un marito e una moglie evita sia la subordinazione della donna all’uomo che la confusione e azzeramento della differenza di genere. Essa costituisce così il miglior antidoto sia alla frantumazione delle relazioni in nome dell’idolatria libertaria sia all’umiliante discriminazione veicolata da arcaiche istituzioni socio-religiose.
Il radicalismo libertario e la teocrazia islamista rappresentano oggi, per il mondo e per la chiesa, una sfida ideologica paragonabile a quella lanciata nel XX sec. da quelle derive totalitarie della modernità che furono il comunismo ed il nazi-fascismo. Libertarismo ateo ed estremismo islamista rappresentano entrambi inauditi attacchi alla monogamia nell’amore e negano la vera comunione familiare; essi vanno contrastati con audacia e senza indugi ricorrendo alla sola forza della verità e alla bellezza dell’esperienza di vita di famiglia. È la fede nel vero amore, nel Dio rivelato come Padre da Gesù Cristo, a suscitare dignità e libertà, comunione nella diversità e fraternità. La verità è indice di se stessa.
Alla luce di questa analisi storica e considerando come provvidenziale la popolarità goduta da papa Francesco, attendiamo vivamente un solenne pronunciamento da parte sua, nel pieno rispetto della dinamica collegiale da lui stesso voluta e promossa indicendo il Sinodo sulla Famiglia. Possa il Vescovo di Roma, che presiede nella carità delle chiese, erede della missione di s. Pietro e Vicario di Cristo, principale interprete della fede cattolica e della volontà di Dio, che è verità e felicità degli uomini, forte degli insegnamenti ecclesiastici, specie quelli dei concili di Trento e del Vaticano II, proclamare una dichiarazione di questo tipo:
«La forma di unione sociale tra uomo e donna voluta da Dio è il Matrimonio, ossia l’alleanza tra marito e moglie animati da amore coniugale esclusivo e fedele, aperti al dono della vita e responsabili dell’educazione dei figli. Questo corrisponde al progetto del Creatore del genere umano e può quindi essere vissuto, con l’aiuto divino, anche da persone non cristiane animate da retta coscienza e buona volontà. Se poi vissuto nella fede in Gesù Cristo, il Matrimonio si rivela essere anche “sacramento”, cioè segno visibile, dell’Alleanza d’amore indissolubile da Lui sigillata sulla croce in virtù della quale l’umanità redenta diventa Sua Sposa per sempre.
Altre forme di unione, oggi talvolta anche legalmente accettate al pari del Matrimonio, specie quelle poligamiche o tra persone dello stesso sesso contraddicono questa verità e sono di detrimento per la vita familiare e l’insieme della società».
Il valore positivo, religioso, morale, ecumenico e interreligioso di un tale pronunciamento ex cathedra è tanto ovvio quanto urgente. Esso gioverebbe notevolmente a compattare i cattolici sulla vera sfida epocale che conosce oggi l’istituto familiare; esso servirebbe altresì a coagulare intorno a questa verità elementare i cristiani fedeli alla rivelazione biblica e alla tradizione apostolica, ma anche tutti gli uomini, appartenenti ad altre tradizioni, animati da retta ragione e buona volontà.

NB
Questo testo è stato originariamente redatto da d. Carlo Lorenzo Rossetti e p. Mario Imperatori sj
(c.lorenzo.rossetti @gmail.com).
Se come sacerdote o religioso cattolico si trova d’accordo con questa richiesta e vuole sostenerla con
la sua firma, basta comunicare la propria adesione indicando Nome Cognome e Diocesi di incardinazione/ o Ordine religioso e Provincia al seguente recapito: ecce.secretary@gmail.com.
Il 28 giugno 2015 questa Lettera sarà inviata come contributo ecclesiale alla Segreteria di Stato e alla Segreteria del Sinodo senza pubblicizzazione tramite mezzi di comunicazione.

Questo testo è disponibile per essere divulgato sia in italiano che in inglese, francese, portoghese, spagnolo, tedesco e polacco scaricando il PDF al seguente link http://ge.tt/94kYM2H2/v/0?c 

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