L'azione del Maligno

di Mons. Gino Oliosi

Azione ordinaria e straordinaria del Maligno

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Azione ordinaria

Quando gli apostoli hanno chiesto a Gesù: insegnaci a pregare, ha indicato sette domande. Noi questa sera nella prima mezz’ora ci fermeremo sulla sesta: “ non indurci, non abbandonarci alla tentazione” e questa è l’azione ordinaria del Maligno. Nella seconda mezz’ora, prima delle vostre domande, ci soffermeremo sulla settima: “liberaci dal Male, dal Maligno” è l’azione straordinaria. E mi rifaccio alla Lettera trimestrale n.61 pp.13-22 a cura dell’Associazione Internazionale Esorcisti.
Il Santo Padre Francesco nell’omelia della Solennità dell’Epifania ci descrive due tentazioni del diavolo. “Quando
arrivano a Gerusalemme loro vanno al palazzo del re, perché considerano ovvio che il nuovo re sarebbe nato nel palazzo reale. Ma là perdono la vista della stella. Quante volte si perde di vista la stella! E incontrano una tentazione, messa lì dal diavolo: è l’inganno di Erode. Il re si mostra interessato al bambino, ma non per adorarlo, bensì per eliminarlo. Nel palazzo i Magi attraversano a causa della tentazione un momento di oscurità, di desolazione, che riescono a superare grazie ai suggerimenti dello Spirito Santo, che parla mediante le profezie della Sacra Scrittura. Queste indicano che il Messia nascerà a Betlemme, la città di Davide.
A quel punto riprendono il cammino e rivedono la stella: l’evangelista annota che superata la tentazione provano “una gioia grandissima” (Mt 2,10), una vera consolazione. Giunti a Betlemme, trovarono “il bambino con Maria sua Madre” (Mt 2,11). Dopo quella di Gerusalemme, questa per loro fu la seconda grande tentazione: rifiutare questa piccolezza. E invece la superarono: ”si prostrarono e lo adorarono”. Superate le tentazioni arrivano a riconoscere che i criteri di Dio sono molto diversi da quelli degli uomini, che Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore. L’amore di Dio è grande, sì. L’amore di Dio è potente, sì. Ma l’amore di Dio è umile, tanto umile! I Magi sono così modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere come il demonio tentava”.
Questa la descrizione di Papa Francesco che noi cerchiamo, questa sera, di comprendere alla luce della Lettera trimestrale dell’A.I.E. L’attività ordinaria, continua, quotidiana del demonio sull’uomo è la tentazione, la quale non è altro che un incitamento per coinvolgere l’uomo nel male cioè a peccare. E’ questa, non quella straordinaria, l’attività più subdola, deleteria e devastante di cui dobbiamo preoccuparci pregando ogni giorno “non abbandonarci alla tentazione”. Il Maligno è il nemico numero uno, è “il tentatore per eccellenza”, lo definisce il beato Paolo VI. Si può asserire con san Tommaso che tutte le tentazioni, in modo diretto o indiretto, provengono dal demonio: in modo diretto, agendo direttamente sui sensi esterni ed interni (specialmente sulla fantasia e sulla memoria). In modo indiretto, agendo attraverso i sensi esterni e interni, nonché attraverso la tendenza al male con cui siamo concepiti o concupiscenza, conseguenza del peccato originale commesso dai nostri progenitori per istigazione di Satana. San Paolo parla della lotta degli uomini “contro gli spiriti maligni”; san Pietro ci ammonisce che il nostro “nemico”, il diavolo, “come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5,8). Ma San Paolo però ci assicura: “Dio è fedele e non  permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Cor 10,13).
La nuova vita che il battesimo ha innestato in noi, ricreati, deve fare continuamente i conti coi polloni bastardi del vecchio uomo che puntano a soffocare l’innesto. Per questo la vita del cristiano – prendo dalla meditazione mattutina di Papa Francesco del 30 ottobre – “è una milizia” e ci vogliono “forza e coraggio” per “resistere” all’azione ordinaria, quotidiana, della tentazione. Questa è la realtà del vissuto. Ma il Vicario di Cristo ci garantisce che questa “lotta è bellissima”, perché “quando il Signore vince in ogni passo, con ogni tentazione della nostra vita, ci dà gioia, una felicità grande” e raccontandolo evangelizziamo di fronte alla ragione che non sa darsi ragione del male che accade nel mondo. Certo è una “lotta spirituale” cioè lotta  per sentirci amati da Dio e per amare in tutte le tribolazioni, “per andare avanti nella vita spirituale, per crescere nell’amore di Dio in noi e attraverso di noi verso il prossimo, si deve combattere pregando ogni mattina e ogni sera, ogni Domenica insieme nella Messa “non abbandonarci alla tentazione”.
Ma spesso mi viene fatta questa domanda: come spiegare l’agire del demonio di fronte all’onnipotenza di Dio?
Quando Dio ha creato i puri spiriti, gli angeli, e gli uomini, intelligenti e liberi, ha autolimitato la sua onnipotenza, onnipotenza che manifesta nel perdono ricreando ciò che il peccato mortale distrugge, il peccato veniale ferisce e quindi traendo il bene anche dal male e “perché – san Tommaso – l’uomo si eserciti nel bene per mezzo della lotta contro ciò che è contrario al bene” e possa avere l’occasione di purificarsi e di elevarsi spiritualmente. Il non soccombere nella tentazione diventa così un mezzo di progresso spirituale. In tal modo i demoni divengono loro malgrado servi del Signore: “E’ per fare più grandi i nostri meriti, più pure e più alte le nostre virtù, più rapido il nostro cammino verso di Lui, che Dio limita la sua onnipotenza permettendo al diavolo di tentarci e di metterci alla prova” (San Tommaso d’Aquino, Commento alla Lettera agli Ebrei, 12,6). “se vi domandiamo perché Dio abbia lasciato sussistere il demonio (dopo la ribellione), rispondete: Dio l’ha lasciato perché, lungi dal nuocere agli uomini attenti e vigilanti, il demonio divenga loro utile. Non certo per il fatto della sua volontà, che è perversa, ma grazie alla coraggiosa resistenza di coloro che fanno volgere la sua malizia a loro vantaggio”: così san Giovanni Crisostomo, nella Terza Omelia sui Demoni.
Dio non si rapporta con gli angeli buoni e cattivi, con gli uomini come dei robot, ma come il Dio vivente, come si è rivelato ad Abramo, cioè da persona a persona, liberamente poiché senza libertà non c’è amore e Lui è l’Amore, è Persona e non semplicemente l’Essere impersonale dei filosofi greci, l’Energia della cultura orientale . E nel suo amore per le sue creature libere, per ognuno noi, dunque, Dio sa trarre dalle cattive intenzioni e azioni anche dei demoni un nostro vantaggio. Non può impedire senza distruggerli, avendoli creati liberi, la loro azione ordinaria – che è la tentazione per  coinvolgerci nel male, nel peccato – e più raramente quella straordinaria che è la vessazione, l’ossessione, la possessione, l’infestazione che è la materia per noi esorcisti e che tratteremo nella seconda parte – per darci l’occasione di innalzarci verso di Lui con atti di virtù. San Paolo: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28) “e non permette che siamo tentati oltre le nostre forze, ma con la tentazione, ci dà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Cor 10,13).
I demoni, pieni di odio verso di noi, utilizzano tutte le occasioni per farci sprofondare verso di loro; ma Dio ci è sempre vicino con i suoi angeli e sfrutta le stesse occasioni per farci sentire il suo amore e per amore salire verso di Lui. L’intenzione del Padre è di farci assimilare a Cristo, figli nel Figlio per opera dello Spirito santo e quindi splendere per l’eternità, anziché sprofondare con i demoni nell’inferno. Siccome il demonio si fa presente dove agisce, cerca di conoscere le nostre cattive inclinazioni e perviene a questa conoscenza, in modo ordinario, attraverso la tentazione. Se cadiamo è solo responsabilità nostra e fino al termine di questa vita possiamo lasciarci perdonare e rialzarci. Con il perdono nel Sacramento della Riconciliazione Dio non ricorda e ci dice che anche per noi è tentazione ricordare i peccati perdonati nella Confessione.
Il Demonio è sempre una creatura limitata e ha due limiti al suo potere: il primo è che il futuro è dalla parte di chi crede alla verità e al bene con la sola forza della verità e del bene. Dio non lascia a nessuno la guida della storia, anche se l’attua rispettando anche il rischio della libertà che ha dato alle sue creature angeliche e umane per una risposta di amore che il maligno ha distrutto in sé e non la vuole negli uomini. Il secondo è costituito dal consenso dell’uomo sempre richiesto dall’azione ordinaria del demonio, e non da quella straordinaria: il demonio non può portare l’uomo al peccato se l’uomo gli si oppone; può fargli giungere i pensieri più orribili ma non costringere e si pecca non con il solo pensiero ma con la volontà;  inoltre, come abbiamo visto, rinunciando a ciò che il demonio gli presenta, l’uomo dimostra di sentirsi amato e di amare Dio sopra ogni cosa, di non anteporre niente e nessuno a Cristo, e cresce nell’unione con Lui. Se il demonio sembra avere talvolta tanta forza nel mondo, è perché gli uomini ascoltano la sua voce e acconsentono. Possono non acconsentire a ciò che il maligno propone, come fecero i progenitori, potevano non ascoltare, non acconsentire. Nell’attuale contesto culturale secolarizzato sembra che la gente, perfino i giovani, siano più incuriositi e a volte impauriti dai fenomeni diabolici straordinari che non dal potere che il demonio acquista sull’uomo quando cede alla tentazione e giunge a peccare. Questa è  l’attività più subdola, deleteria e devastante, la massa sommersa più della sua punta emergente, più dello straordinario che pur sconvolgente, affidato dalla Chiesa a noi esorcisti, ma raro e normalmente non coinvolge la responsabilità di chi è colpito attraverso il corpo.
Portiamo degli esempi. Quando l’uomo, sapendolo e volendolo, giunge a commettere un peccato, spezza sicuramente la volontà di Dio su di sé e ciò è per il demonio una vittoria ottenuta per colpa dell’uomo stesso, che soccombendo alla tentazione, dà il consenso ad un atto contrario alla volontà di Dio e al proprio bene personale e dell’umanità tutta.
Anche nei grandi avvenimenti storici accade la stessa cosa. Pensiamo alla guerra, pensiamo alle persecuzioni contro i cristiani, oggi così aumentate, ai genocidi, alle atrocità di massa compiute da Hitler, Stalin, Mao e dai fondamentalismi attuali. E’ sempre stato il consenso umano  a dare il sopravvento al demonio sulla volontà di Dio, che è sempre una volontà di pace e di amore, di perdono congiungendo, non separando, il di più della misericordia  sulla giustizia e non di afflizione (“progetti di pace e non di sventura per concedervi un futuro pieno di speranza” Ger 29,11). Dio che non guarda quante volte cadiamo, ma quante volte con la sua grazia ci risolleviamo, Dio che ci ama non solo quando siamo buoni e perché siamo buoni ma per farci diventare buoni, che aspetta il tempo della mietitura, come ci viene descritto nella parabola del buon grano e della zizzania e nell’Apocalisse: allora darà a ciascuno ciò che merita. Ma tutto questo non è una sconfitta dei disegni di Dio! E’ invece il modo in cui i disegni di Dio si realizzano, nel rispetto di ogni libero arbitrio. Anche quando il demonio, attraverso il consenso dell’uomo al peccato sembra vincere, in realtà è sempre sconfitto. L’icona più chiara ci è offerta dal Sacrificio di Gesù in Croce: non c’è dubbio che il demonio ha operato con tutte le sue forze per giungere alla crocefissione di Gesù Cristo: ha ottenuto il consenso di Giuda lasciandolo entrare nel suo cuore di apostolo, di amico, baciato da Gesù, ha ottenuto il consenso del Sinedrio, di Pilato. E poi? Quello che credeva una sua grande vittoria è stata la sua decisiva sconfitta. I piani di Dio sono da Dio attuati infallibilmente, nelle grandi linee della storia, che è tutta storia di salvezza, ma le vie che Dio segue non sono quelle che pensiamo noi perché passa attraverso il libero arbitrio mai totalmente prevedibile: “Le vostre vie non sono le mie vie” (Is 55,8), non sono quelle in cui i Magi sono stati tentati. Il disegno di Dio si attua nel totale rispetto della libertà che Egli ci ha dato affinché il rapporto con Lui sia libero cioè di amore, non di costrizione. Con la nostra personale responsabilità possiamo, soccombendo nella tentazione, far fallire in noi il piano di Dio, non realizzare per noi neppure il di più di per-dono, di misericordia sulla giustizia e la sua volontà che tutti si salvino e nessuno perisca (1 Tm 2,4), ma il suo disegno di amore, di misericordia, iniziato con la creazione, giungerà comunque alla sua  realizzazione.
“Signore, Regina della Pace, fa che non vogliamo esserne esclusi soccombendo nella tentazione”.

Azione straordinaria

Come abbiamo detto nella prima mezz’ora, prima della spiegazione attinta dalla Lettera circolare n.61 dell’Associazione Internazionale Esorcisti, riporto una delle descrizioni di liberazione dalla forma questa volta straordinaria di possessione, cioè uno dei cinque esorcismi fatti da Gesù secondo Marco cui  Papa Francesco si è rifatto nell’Angelus di Domenica 1 febbraio. “La gente nella sinagoga rimane colpita, perché Gesù “insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi” (Mc 1,22)….la Parola di Dio corrisponde alla verità, è unità con la sua volontà e realizza quello che dice. Infatti Gesù, dopo aver predicato, dimostra subito la sua autorità liberando un uomo, presente nella sinagoga, che era posseduto dal demonio (Mc 1,23). Proprio l’autorità divina di Cristo aveva suscitato la reazione di satana, nascosto in quell’uomo; Gesù, a sua volta, riconobbe subito la voce del maligno e “ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!” (v.25). Con la sola forza della sua parola, libera la persona dal maligno. E ancora una volta i presenti rimangono stupiti: “Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!” (v. 27). La Parola di Dio crea in noi lo stupore. Possiede la forza di farci stupire”.
Che cosa il demonio può conoscere
Il demonio è un angelo creato buono e anche se decaduto il suo intelletto, a differenza di quello dell’uomo, conosce, in modo più o meno perfetto (in proporzione al grado della sua perfezione) anche le leggi fisiche e chimiche dell’universo e il mondo spirituale. Si tratta, però, sempre non di un dio cattivo onnipotente, ma di una creatura e quindi ha una conoscenza naturale limitata, anche se molto vasta e profonda.

Che cosa non può conoscere

Anzitutto non può conoscere in pienezza il mistero di Dio nella sua realtà divina che trascende ogni creatura, anche quella angelica, come anche la sua volontà imperscrutabile. In forza del peccato il diavolo ha avuto una certa oscurità nella sua  facoltà conoscitiva che lo rende ottuso e ignorante su molti aspetti della verità che odia. Sant’Agostino dice che per il demonio, la conoscenza priva dell’amore diventa stoltezza e chiusura mentale, grettezza e insipienza fino a cadere in gravi ingenuità. Egli è portato alla falsità e alla menzogna, ma ciò riduce notevolmente il suo campo conoscitivo. Stravolge la logica e rimane imprigionato nella sua povertà spirituale. Ciò capita anche nell’ambito della conoscenza umana quando non è illuminata dalla luce della Verità cioè da Cristo, che segue gli orientamenti della menzogna e della cattiveria, cadendo poi nella propria rovina.
Altre cose escluse dalla sfera della conoscenza del demonio sono gli avvenimenti futuri dipendenti da cause pienamente libere, e i segreti pensieri delle menti degli uomini. Può conoscere cose dipendenti da cause necessarie o congiunturali.
Il demonio, inoltre, non può conoscere, in modo diretto i pensieri dell’uomo, contro la volontà di lui; siccome però il pensiero (a causa dell’unione dell’anima con il corpo) può indurre facilmente movimenti o modificazioni nell’atteggiamento esterno dell’uomo (gioia, tristezza, ecc.), ne segue che da tali modificazioni il demonio, essere intelligente, può più o meno conoscere, in modo indiretto, il pensiero dell’uomo (San Tommaso, De malo, 16, 8°).
Dal campo conoscitivo, passiamo al campo operativo, ossia al potere del demonio in genere sulla materia corporea, in forza della sua “superiorità” sul mondo materiale visibile.

Ciò che il demonio non può fare

a)    Il demonio non può creare la materia, poiché solo una potenza infinita, quale quella di Dio, può far passare liberamente, per amore una cosa dal nulla del non essere all’esistenza dell’essere.
b)     Il demonio non può produrre mutamenti miracolosi (per esempio mutare l’acqua in vino) poiché essendo egli un essere creato e perciò un agente limitato, deve necessariamente seguire nelle sue operazioni l’ordine stabilito dalle leggi della natura cioè la grammatica della creazione: può quindi solo indurre nella materia quella forma alla quale la materia stessa è in potenza prossima. Dio è “il solo che fa cose meravigliose” (Salmo 71,18) ossia, miracoli.

Ciò che il Demonio può fare in genere

Il potere del demonio, in genere, è limitato al mutamento della materia corporea: in che modo? In modo immediato e diretto, oppure in modo mediato e indiretto?
Il demonio non può mutare in modo immediato e diretto la natura corporea: non può mutarla né sostanzialmente (trasformando, per esempio, un legno in cenere), né accidentalmente (producendo, per esempio, nell’uomo una infermità). Può produrre però nella natura corporea, in modo indiretto e immediato, cioè, mediante il moto locale dei corpi (trasportandoli da un luogo all’altro) innumerevoli alterazioni sia sostanziali che accidentali, per esempio, trasportare, con facilità e rapidità corpi pesantissimi da un luogo all’altro, sollevarli e mantenerli sospesi nell’aria; può radunare diversi elementi naturali e dare origine a fenomeni che all’uomo possono apparire sorprendenti, come fecero, per esempio, con il suo ausilio, i maghi del faraone (Es 7,8).
Il demonio, come l’angelo buono, inoltre può formarsi un corpo sia di animale che d’uomo (incluse le fattezze di un particolare individuo) ed assumerle in modo da esercitare in esso (servendosene come strumento) le funzioni ordinarie della vita: mangiare, bere, parlare, camminare, ecc., senza però che un tale corpo diventi parte essenziale della sua natura (la storia di Tobia ne è una prova). Si tratta evidentemente, di azioni pienamente meccaniche, non già vitali, poiché il corpo in un tale modo assunto non è un corpo vivente, informato dall’anima.

Ciò che il demonio  può fare in particolare riguardo all’uomo

Si tratta del potere degli esseri puramente spirituali sia sul corpo dell’uomo con i suoi sensi (esterni e interni) sia sull’anima con le sue facoltà spirituali (intelletto e volontà).
Sul corpo dell’uomo
Sul corpo dell’uomo, il demonio può esplicare un’attività straordinaria mediante la vessazione o l’ossessione o la possessione o l’infestazione.
La vessazione diabolica è l’azione, da parte del diavolo e dei demoni, tesa ad aggredire e a tormentare l’uomo fisicamente, con tagli, oppure scottature, graffi, punture, morsi, bastonate, cadute, colpi che lasciano lividi, tumefazione e piaghe a sangue, frattura di ossa, incisioni nella pelle di lettere, parole o segni che persistono per un certo tempo e poi scompaiono.
L’ossessione consiste in tentazioni molto più violente di quelle ordinarie. I demoni possono agire sui sensi esterni e su quelli interni. Su quelli esterni, ossia sulla vita (con apparizioni mostruose per atterrire, oppure seducenti, al fine di distogliere dalla pratica della virtù e attirare al male) e sul tatto (o con stimoli provocanti al male o con percosse). Su quelli interni cioè sull’immaginazione e la memoria con pensieri, idee o immagini ossessive, talvolta razionalmente assurde, ma tali che la vittima non è in grado di respingere e che pur avvertendo chiaramente come estranea a sé, giunge al punto da sembrare realmente sua. Le ossessioni possono essere di diverse forme e di diverso grado e intensità e possono giungere sino al punto di dominare completamente la mente di una persona. In quel caso si manifestano come fortissime e prolungate tentazioni, nonostante i continui sforzi di allontanarle. Laurentin dice che possono essere tentazioni dei sensi assurde (alimentari o sessuali), ma soprattutto sono contro Dio e tutti gli aspetti religiosi che ci tengono legati a Lui. Solo l’abbandono in Dio aiuta a non soccombere in questa sommersione e l’esorcismo è talora necessario per liberare da questa violenza esteriore o interiore. Spesso sono accompagnate dalla convinzione di essere impazziti e la persona diventa sempre più cupa, triste, prostrata e disperata.
Data la somiglianza e, spesso, il legame stretto tra le reali ossessioni demoniache e le malattie psichiatriche, il discernimento non sempre è facile. Vi sono casi in cui queste ultime hanno, all’origine, un’azione straordinaria del demonio ed altri ancora dove l’azione straordinaria del demonio amplifica, in maniera abnorme. Piccoli pensieri ossessivi e modesti, comportamenti compulsivi, ma che diventano improvvisamente invasivi, assillanti e continui sotto questa azione, disturbando pesantemente la psiche di una persona. Inoltre dobbiamo considerare che un soggetto isterico o squilibrato può essere vittima anche di una ossessione diabolica, la quale finisce con il sovrapporsi e con l’aggravare il suo stato. Per tutti questi motivi il campo delle ossessioni demoniache è uno dei più difficili da valutare, più delle vessazioni e delle possessioni demoniache. Queste, infatti, per i segni esterni che il più delle volte manifestano, sono più difficilmente identificabili. Per arrivare a conclusioni concrete, ogni caso deve essere esaminato a parte con analisi differenziate. Un dato, che potrebbe dare un indizio significativo sull’origine di una ossessione, è la presenza di un blocco, parziale o totale, nei confronti della preghiera; o, addirittura l’odio verso tutto ciò che è sacro, senza motivazione. Ma non sempre è così. Molti esorcisti, hanno constatato che anche persone che pregano e ricevono regolarmente i sacramenti e non presentano questi sintomi o questi atteggiamenti, possono essere soggette a forme ossessive di origine malefica. Si consideri anche, che, proprio a causa di una sovrapposizione dell’azione malefica su una ossessione patologica, c’è bisogno talora di intervenire sia con una terapia medica, sia con l’esorcismo.
La possessione diabolica, consiste in un vero dominio dispotico, di diverso grado e intensità, esercitato direttamente sul corpo e indirettamente sull’anima dell’uomo, il quale, in un tale stato, si sente impotente ad agire, per cui vien definito appunto posseduto dal demonio: non ha più la regia del suo io. Il demonio si serve delle sue membra per i suoi scopi (muove la lingua per farlo parlare, muove i piedi per farlo camminare, muove la mano per farlo scrivere automaticamente, ecc.), per cui la persona non è minimamente responsabile delle azioni che compie, anche quando sono sommamente oltraggiose ed oscene, poiché manca la libera volontà dell’uomo.
Il demonio può manifestare attraverso quella persona la capacità di parlare correttamente lingue sconosciute o capire chi le parla, può conoscere fatti distanti o nascosti, può manifestare una forza che è sproporzionata al peso e all’età della persona, e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più sono indicativi, primo fra tutti il segno di una violenta avversione al sacro, che si  esprime attraverso bestemmie a Dio e alla Madonna,  ai santi, maledizioni, parole empie, blasfeme e/o oscene. La persona posseduta in tal modo dal demonio – ma questi sono fenomeni molto rari – può sputare dalla bocca oggetti: aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, vetri di stoffa, peli, pupazzetti, pezzi di carne, corde, fili, anelli, orecchini e altre cose tra le più varie. Può persino essere sollevata per aria, oppure essere trasportata da un luogo all’altro in breve tempo.
Si può rilevare che, nel posseduto, vi sono periodi di crisi alternate a periodi di calma, più o meno lunghi, durante i quali si presenta uguale a tutti gli altri. La crisi si manifesta con l’irrigidimento o il rilassamento del corpo, con il mutamento della fisionomia, del timbro di voce, con un mutismo assoluto o con una loquacità impressionante, con urli, con gesti goffi, ecc. Nei momenti di crisi il posseduto può perdere, completamente o parzialmente la coscienza di ciò che gli accade e, passata la crisi non ricordare nulla.
L’infestazione locale è una azione del demonio sulla natura inanimata (luoghi, case, oggetti) per colpire indirettamente l’uomo, ogni uomo che Dio ama: Dio è sempre il bersaglio del Maligno. Il Rito degli esorcismi, e preghiere per circostanze particolari a cura della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, a p. 89, par. 1 afferma: “La presenza del Diavolo e di altri demoni si manifesta e si concretizza non solo nel caso di persone tentate o possedute, ma anche quando cose e luoghi sono fatti in qualche modo oggetto dell’azione diabolica…”. E il Catechismo della Chiesa Cattolica  al n. 2117, valutando le pratiche di magia e di stregoneria da un punto di vista morale, afferma testualmente: “ Tali pratiche (cioè operatori dell’occulto che permettono al demonio di operare contro persone e cose) sono ancor più da condannare, quando si accompagnano a una intenzione di nuocere o quando in esse si ricorre all’intervento dei demoni”. E una dichiarazione molto autorevole sul maleficio è quella della Conferenza Episcopale della Toscana del 1994 e riproposta nel 2014 che afferma che “non si può escludere, in pratiche di questo genere, una qualche partecipazione del gesto malefico al mondo demoniaco, e viceversa”.
Pur vigilando sui casi di aggressione diabolica da quelli derivanti da una certa “credulità” o falsa opinione che spinge alcuni, anche tra i fedeli, a ritenersi oggetto di malefici il diavolo e i demoni possono tormentare l’uomo interiormente, cioè nelle sue cose: per esempio con rumori inspiegabili in casa, sul tetto, sul pavimento o sulle mura, sulle porte o sulle finestre o sui mobili. Altri fenomeni, che sono stati segnalati, seppure rari, sono: una grandinata di sassi, che cadono come dal nulla sul tetto o anche in casa; rumori di passi invisibili; scoppi simili a quelli di petardi o di esplosioni – sebbene non materialmente avvenute – circoscritti a un luogo (ad esempio a una stanza o a un terreno); grande fracasso di catene e di ferraglie, alternati a colpi rimbombanti e a boati; voci misteriose, oppure urla, risate, strepiti; campanelli invisibili che trillano; scomparsa di oggetti, che o non vengono più ritrovati, oppure vengono ritrovati nei punti più impensati della casa o nei dintorni; quadri che si staccano dalle pareti e cadono senza motivo comprensibile; indumenti, lenzuola, coperte, sedie che lievitano per aria ecc.
Per questo la vita, anche cristiana – ha affermato Papa Francesco nell’Omelia del 30 ottobre 2014 – può essere considerata una “milizia”. Ma è, ha ricordato il Papa, “una lotta bellissima”, perché ci dà “quella gioia che il Signore ha vinto in noi, con la sua gratuità di salvezza”. Eppure, ha concluso, siamo tutti “un po’ pigri” e “ci lasciamo portare avanti dalle passioni, da alcune tentazioni, paure”. Ma anche se “siamo peccatori” non dobbiamo scoraggiarci, perdere serenità di fronte a possibili anche azioni straordinarie, “perché c’è il Signore con noi con i suoi angeli buoni, Signore che ci ha dato e ci dà tutto” e, consapevoli della sua presenza, innalzando spesso nella giornata mente e cuore a Lui cioè pregando, ci farà “anche vincere questo piccolo passo di oggi”, la tentazione o battaglia quotidiana, liberarci da eventuali effetti dell’azione straordinaria del Maligno con “la grazia della forza, del coraggio, della preghiera, della vigilanza e della gioia”.


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