E ci sarà sempre qualche imbecille, prete, vescovo, cardinale o politico non fa la differenza, che dirà che si tratta solo di pazzi integralisti.
Leggete il profetico "La pioggia di fuoco" e capirete di strage islamica in strage islamica dove finiremo:
"Molti islamici, in realtà, erano insoddisfatti di non avere ancora il potere pieno e di doverlo condividere, e quindi non poter imporre la sharia a tutta l’Europa e mettere sotto tutti quanti gli “infedeli”, debitamente ridotti a dimmhi, ma pazientavano, convinti che il frutto marcio sarebbe presto caduto da solo.
Gli islamici europei, come tutti i musulmani, odiavano profondamente la cosiddetta “società laica”, ancor più di quando odiassero i cristiani e gli ebrei. Trovavano ripugnanti l’aborto, la contraccezione, l’uguaglianza tra uomo e donna e l’ampia tolleranza, anzi l’aperto
incoraggiamento, concessi a omosessuali e pedofili, ma fingevano di accettare la situazione perché serviva benissimo a sterilizzare i non islamici, mentre i musulmani stessi esercitavano, all’interno delle proprie comunità chiuse, un controllo sociale talmente efficace da neutralizzare ogni pericolo di caduta nel pozzo dei vizi occidentali, e ogni rischio di declino demografico o di conversione ad altra religione.
Chiunque si allontanasse dalla “umma”, la comunità islamica dei “veri credenti”, infatti, perdeva automaticamente il diritto di vivere. L’islamico era autorizzato a esistere solo in quanto islamico, altrimenti veniva ammazzato, e gli assassini potevano contare sull’assoluta impunità: si erano limitati a compiere il loro dovere in osservanza al Corano, che appunto prescrive la morte per il “murtad”, l’“apostata”. L’autorità civile, in casi del genere, si guardava bene dall’intervenire.
I quartieri islamici continuavano a crescere, quelli degli altri ad avvizzire".
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