di Lorenzo Penotti
C'era una volta un lupo. Era un lupo fiacco, e a stare in mezzo al branco di lupi faceva sempre magre colazioni e pranzi perché gli altri erano più forti e cattivi e gli lasciavano solo gli scarti. Pensò allora: Se vivessi nell'ovile delle pecore potrei banchettare con carne di pecora da mattina a sera. Allora si tinse il pelo di bianco e andò in mezzo alle pecore dicendo: Sono cambiato, ora non sono più un lupo cattivo, sono cambiato, sono diventato una pecora come voi! Queste sentivano che puzzava di lupo e che non era una pecora come loro, ma si lasciarono impietosire e lo accolsero con
affetto fra di loro nell'ovile. Pochi giorni dopo il lupo cominciò a diventare prepotente e a insegnare alle pecore che l'unica vera pecora era lui, mentre tutte le altre erano ovini bastardi senza qualità. Un giorno addirittura disse che le altre pecore erano i lupi, mentre lui era la vera pecora degna di guidare il gregge. Era così rabbioso che molte pecore si accorsero che non era altri che un lupo. Anche perché la tintura - col crescere del pelo - si mostrava per quello che era: un trucco buono solo per chi lo vedeva da lontano. Ma il lupo ormai era così convinto che tutte le pecore dovessero obbedirgli e servirgli da colazione, pranzo e cena senza fiatare che, oltre ad azzannare le pecorelle che lo avevano accolto con amore e generosità, smise di tingersi e lasciò che le sue orrende forme e il colore di lupo tornassero visibili. Solo che ormai era dentro all'ovile, e così i danni che fece furono molti.
Un giorno però tornerà il pastore.
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