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di Emilio Biagini
DAL BOSCO R. (2014) Incubo a 5 stelle. Grillo, Casaleggio e la cultura della morte, Fede & Cultura, Verona
Dopo la denuncia dello spettrale buddismo, questo nuovo studio, documentatissimo e coraggioso, di Dal Bosco, testimonia una profonda cultura e si regge su un’analisi serrata non solo dell’incubo a cinque stelle vero e proprio, ma dell’intera trama ambientalista, esoterica, satanista, che vi sta dietro.
Alla base di tutto è la rete, adorata per il “cyper-utopismo” (che stabilisce cosa bisogna fare) e l’“internet-centrismo” (che stabilisce come va fatto): sono questi i cardini di
tutta la propaganda sulla superiorità del mondo nuovo baciato dalla grazia di internet.
La massa di dati prodotta da internet è uno strumento di controllo senza precedenti, che il potere può sfruttare a piacimento per sorvegliare e punire. Rappresenta la perfetta realizzazione del “panopticon”, la prigione “a sorveglianza totale” proposta dal filosofo inglese Jeremy Bentham, esponente dell’utilitarismo e difensore della pederastia. L’efficacia del panopticon consiste nella possibilità di tener d’occhio i prigionieri senza che se ne accorgano e senza che mai sappiano se sono sorvegliati o no (p. 15). Siamo tutti prigionieri. Tutto ciò che mettiamo in internet è esposto alla sorveglianza del “grande fratello” orwelliano: può darsi che il nemico ci ascolti e ci guardi, oppure no, ma non possiamo saperlo.
Nel controllo globale la posizione chiave è occupata dalla CIA, che naturalmente è al servizio del governo USA e soprattutto dei potentati usurai che controllano l’economia americana e mondiale: pochissime famiglie (Rockefeller anzitutto), che non producono nulla, ma si arricchiscono speculando, mentre distruggono le economie reali e propagano ideologie criminali come il satanismo prometeico, l’ambientalismo e il malthusianesimo legati all’operato di Peccei e dello sconcio Club di Roma, e mirano apertamente allo sterminio di gran parte dell’umanità. Il numero di abitanti che la Terra dovrebbe ospitare oscilla, secondo questi Hitler globali, fra i quattrocento milioni e il miliardo. Gli altri sei miliardi dovrebbero finire inghiottiti dal Moloch maltusiano: con aborto ed eutanasia rispettivamente al principio e verso la fine della vita, e per rovinare gli anni di mezzo la depenalizzazione della droga, per cui si batte a suon di campagne miliardarie un altro degli usurai mondiali: George Soros, il magnate che tanto si è dato da fare per la destabilizzazione dei Balcani, da cui è conseguito l’affermarsi degli estremisti islamici e l’inizio della persecuzione dei cristiani in Bosnia.
In-Q-Tel è il braccio della CIA nel settore degli investimenti commerciali. Google Earth è un veicolo finanziato dalla CIA per distruggere il mondo. Come disse il generale di corpo d’armato russo Leonid Sazhin nel 2005, “I terroristi non hanno bisogno di fare ricognizione sui loro obiettivi. Ora c’è un’azienda americana che fa il lavoro per loro.” (p. 16). Nel 2010 sia In-Q-Tel sia Google hanno investito in una società per monitorare il traffico di Twitter. La possibilità di monitorare i social media apre alla CIA infinite possibilità di influenzare gli sviluppi sociali, foraggiando i gruppi rivoluzionari, lanciando movimenti per la “libertà” e destabilizzando i regimi non graditi all’oligarchia americana, come s’è visto anche di recente nel caso delle famigerate “primavere arabe”, utili solo a portare al potere estremisti islamici (come nella criminale destabilizzazione dei Balcani ricordata sopra), e a scatenare stragi di cristiani e ondate migratorie incontrollate verso un’Europa in preda ai deliri tanatofili dell’imperialismo anglosassone. Ogni volta che gli USA si sono mossi per portare la loro mitica “libertà”, ad affogare nel sangue sono stati invariabilmente i cristiani (il Messico dei “cristeros” insegni).
Che internet abbia migliorato il mondo è tutt’altro che dimostrato. I periodi di crescita economica sono stati tutti senza internet. Con la diffusione della rete l’Occidente è entrato in una devastante crisi economica: perché? Perché le oligarchie degli usurai mondiali hanno adesso a disposizione una massa senza limiti di informazioni per alimentare le proprie speculazioni. Alla crisi, occorre aggiungere, contribuisce la contrazione dei mercati interni dell’Occidente grazie alla tragica denatalità. Ma anche questo non è un caso. È diretta conseguenza della cultura della morte, materialista, denatalista, abortista, eutanasica, in altre parole assassina e satanica, tipica dell’ambientalismo criminale. Proprio l’ideologia propagandata da Gianroberto Casaleggio e dai suoi sodali della società Casaleggio & Associati. Le predizioni catastrofiche degli ambientalisti sono state ripetutamente smentite dai fatti (ad esempio, secondo il Club di Roma, la catastrofe ecologica avrebbe dovuto colpirci intorno al 1980), ma, confidando nella memoria corta delle gente, vengono sistematicamente ripresentate con sconsolante ripetitività.
Beppe Grillo, Cespuglio Urlante di scarse idee, non è che un capopolo nichilista scelto da Casaleggio come agente di questa infame propaganda. Ciò non toglie che Grillo “abbia una sua personalità (…) spigolosa, segnata da ambizioni sfrenate come da traumi orrendi, calata dentro il ruolo di burattino, prima per intrattenere il pubblico, poi per guidare una nuova massa politica.” (p. 22).
Quella di Grillo è la “storia di un burattino cattivo”. Già da bambino si nota la sua determinazione a monopolizzare l’attenzione; in famiglia cantava lanciando urli “alla James Brown”, e il padre commentava alla madre: “Sembra una bestia. Tuo figlio è un idiota.” La passione di Cespuglio Urlante per il palco entrò in conflitto con la dura realtà. Ottenuto il diploma di ragioniere, andò a lavorare nell’azienda del padre che produceva fiamme ossidriche, ma mollò subito per fare il piazzista di una ditta di jeans. A un ritiro aziendale in Toscana, i colleghi, tirata fuori una chitarra, gli chiesero di esibirsi; il “nostro” non si fece pregare, e disse poi in famiglia che la sua esibizione era tanto piaciuta che si aspettava una promozione; invece venne licenziato.
Si dedicò allora alla carriera di cabarettista, mantenuto dagli amici e senza riuscire a crearsi un proprio repertorio, segno di deficiente creatività. L’occasione della sua vita fu l’incontro con Pippo Baudo che gli fruttò un contratto alla RAI, solo per farsi escludere per aver pronunciato una battuta contro Craxi. Fu l’inizio dell’agiografia di Grillo come “martire del sistema”. Cacciato dalla TV, si dedicò ad un nuovo tipo di spettacolo teatrale, girando l’Italia e la Svizzera italiana (dove sembra abbia preso residenza per evadere le tasse), per lanciare invettive a destra e a manca, denunciando vero o presunto malaffare a tutto campo.
L’incontro con Gianroberto Casaleggio segnò un altro punto di svolta: il capelluto Casaleggio aprì a Cespuglio Urlante la piattaforma ufficiale del partito, il blog “beppegrillo.it”, curandone ogni aspetto con la sua azienda Casaleggio & Associati.
La vita di Grillo fu segnata da due catastrofi. Il 7 dicembre 1980 presso Bec Rouge, sulle Alpi francesi, lo Chevrolet Blazer, il lussuoso ed enorme fuoristrada guidato da Grillo, uscì di strada dopo essersi avventurato su una strada ghiacciata nonostante i cartelli che la dichiaravano pericolosissima e chiusa, causando la morte di tre persone che si trovavano con lui: in pratica un’intera famiglia sterminata. Si salvò solo Grillo, gettandosi fuori dell’auto all’ultimo momento, prima che sprofondasse in un burrone di un’ottantina di metri, e venne condannato con sentenza definitiva a un anno e quattro mesi con la condizionale per omicidio colposo. Nell’agosto 1997 lo yacht Giò II, con Grillo al timone, affondò per una manovra azzardata di Grillo, che mandò l’imbarcazione sugli scogli presso Porto Cervo: la catastrofe fu evitata per pura combinazione, dato che c’era un altro yacht nelle vicinanze che si affrettò a ripescare i naufraghi. In entrambi i casi, Grillo mise a rischio i propri ospiti per soddisfare il suo narcisoide avventurismo, il suo bisogno di riaffermare in pubblico il proprio status.
Perché Casaleggio ha trovato in Cespuglio Urlante il perfetto propagandista per il suo progetto nichilista, di “un voto di protesta drogato dalla vana illusione di una fumosa democrazia diretta”? Dal Bosco indica cinque motivi: 1) Grillo riusciva a mantenere una qualche visibilità anche al di fuori del canale principale, quello della TV; 2) aveva già una sua credibilità su temi legati all’ambiente e agli scandali finanziari; 3) è un perfetto burattino, motivato da un violento rancore verso le istituzioni del paese (la TV che l’ha rifiutato, i politici che l’hanno privato del suo pubblico, i colleghi attori comici più bravi e fortunati di lui); 4) la sua tetra emotività è l’attrattore perfetto per un elettorato dominato dal risentimento (contro i politici, contro i ricchi, contro i giornali che non parlano mai di loro); 5) la sua incoscienza e mancanza di raziocinio, il suo primato assoluto dell’emozione sulla ragione, ne fanno l’ideale testa di maglio per lo scardinamento violento della società (pp. 38-40).
Dove dovrebbe condurre questo scardinamento? Ce lo dice il video “Gaia – The future of politics”, prodotto dalla Casaleggio & Associati, nel quale si preconizza una guerra mondiale contro Russia, Cina e Iran, a base di armi batteriologiche, alla fine della quale dovrebbe sopravvivere solo un miliardo di persone. Con una popolazione così tragicamente ridotta si avrà finalmente la condizione ideale per instaurare la “democrazia elettronica”, in un mondo senza stati, passaporti o rappresentanti politici, senza partiti, senza religioni, con un account internet detto “Earthlink”, di cui ogni sopravvissuto avrà bisogno per “esistere”. Una prospettiva mostruosamente apocalittica e anticristica, che Casaleggio rivendica come ideale. Le radici culturali dell’individuo sono a dir poco inquietanti e quanto mai nebulose: cicli arturiani, ideologia tecnocratico-esoterica ottocentesca di Alexandre Saint-Yves d’Alveydre.
Casaleggio gestisce la società Webegg (di consulenza internet alle aziende) inmodo del tutto scriteriato, succhiando ingenti risorse economiche, la porta al disastro e la lascia, fondando nel 2004 la Casaleggio & Associati. Grillo, per usare la terminologia casaleggesca, è l’influencer scelto per propagare la sua tanatofila ideologia. Osserva argutamente Dal Bosco che “Grillo era perfetto, anche se (…) non sarebbe stata la prima scelta. Più fresco e vitale, sarebbe stato Roberto Benigni, che era anche privo di alcune controindicazioni, come per esempio una condanna per omicidio” (p. 61).
Nel 2005, fiutato l’affare Grillo, Casaleggio fonda il (redditizio) blog di Beppe Grillo, che sfrutta Google Adsense, branca pubblicitaria di Google, è a pagamento e frutta 5 euro per ogni 1000 pagine scaricate, con un ammontare annuo stimato fra 5 e 10 milioni di euro. A Cespuglio Urlante certo questo non dispiace: la sua tirchieria è leggendaria: ben quattro presunti testimoni raccontano che girasse con una tuta senza tasche per non aver soldi da spendere.
Nel 2007 Casaleggio pianifica i V-Day, i mega-raduni che servono al lancio prima delle liste “Amici di Grillo” e poi dal Movimento 5 Stelle vero e proprio. Un’impeccabile democrazia caratterizza il movimento, tanto che in un fuorionda televisivo il consigliere emiliano Flavia viene beccato mentre dice: “tra gli eletti si sono degli infiltrati di Casaleggio, quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo. Casaleggio è spietato, vendicativo.”
I parlamentari del Movimento 5 stelle non sono che formiche, di evidente incapacità, incompetenza, demenza politica e morale, “onorevoli acefali”, come li definisce Dal Bosco (p. 186). I loro exploit, non appena aprono bocca, sono allucinanti ed esilaranti, come quello di Giampaolo Vanoli che raccomanda di bere l’urina (p. 200). Il guru Casaleggio tende a considerarli delle specie di insetti. Del resto, Paul Ehrlich, autore della criminale bufala della bomba demografica, che prospettava lo sterminio di gran parte dell’umanità era, non a caso, uno specialista di entomologia (studio degli insetti).
Per realizzare una mostruosità come quella adombrata da Casaleggio, occorre naturalmente coinvolgere i giovani. Ed ecco le proposte del M5S per la famiglia e la scuola: la diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole e la graduale abolizione dei libri di testo, i cui contenuti, se mai, rimarrebbero accessibili attarverso la rete. In tal modo si verrebbero a drogare le attività scolastiche fin dalla più tenera età dei bambini con la funesta ideologia dell’internet-centrismo, mentre la liceità di un libro di testo o di una determinata idea sarebbe decisa in rete, ossia nel luogo più soggetto al potere mistificatorio grillino. Ogni bambino crescerebbe “nell’illusione di essere ‘cittadino’ pienamente in grado di risolvere qualsiasi problema affidandosi alla magica entità chiamata rete.” (p. 274).
Non più esseri umani, dunque, ma “nodi” della “rete”, appunto come formiche, pronte a scatenarsi agli ordini di chi controlla la rete. Nell’accensione del focolaio rivoluzionario del Nordafrica via Facebook e Twitter, nel quale sembra siano implicati la CIA e i servizi segreti del Qatar, abbiamo un esempio della versione sovversiva, rivoluzionaria, di internet. Un altro esempio è il grave episodio teppistico di saccheggio avvenuto a Londra a fine estate del 2011, gestito dai delinquenti attraverso il BlackBerry (più economico di iPhone o di Samsung Galaxy). Splendida, a questo proposito, la definizione di Dal Bosco della rete come “immane, onnipervadente entità psicagogica e strangolatrice” (p. 65).
Dal Casaleggio-pensiero (Tu sei rete) si capisce come il concetto di rete sia assurto a base del progetto di conquista del mondo. L’autore cita ad esempio la rete delle comunicazioni dell’Impero romano, di quello persiano e di quello mongolo di Gengis Kahn (formato da un corpo di veloci cavalieri messaggeri, mentre i messaggeri nemici venivano sistematicamente uccisi per bloccare le comunicazioni avversarie). All’indomani dell’insediamento a Montecitorio dei deputati 5 Stelle, dopo la straordinaria vittoria elettorale del 2013, viene installata una rete wi-fi privata, separata da quella degli altri deputati, per i membri del movimento: un account blindato (5.STELLE.PHONE) a cui possono accedere solo gli eletti del M5S. Il richiamo a Gengis Kahn non è fuori luogo per un movimento che si propone l’eliminazione di sei miliardi di uomini.
Il popolo, come lo intende Casaleggio, non è qualcosa di reale, ma un concetto post-umano elettronico, sul quale si può impunemente agire per mezzo di aborti o armi batteriologiche, come si racconta nel video “Gaia”, prodotto dalla Casaleggio & Associati, nel quale si preconizza il disastro totale della cultura: scomparsa dei giornali, poi della televisione, poi dei libri; resterà solo la rete. In rete si mente meglio: secondo Casaleggio la diffusione del preservativo avrebbe diminuito l’incidenza di AIDS in Uganda dal 15% al 5%. Bufala enorme: la percentuale di sieropositivi in Uganda è prossima al 70%.
Frattanto i giornali sono, insieme alla politica, la fonte primaria dell’Agenda Setting, ossia dei temi di cui società e Stato devono occuparsi in un certo momento. Grazie a questa manipolazione, indipendentemente dalla reale urgenza dei problemi concreti, insignficanze come il matrimonio dei “ghei” o il presunto cambiamento climatico, spinte avanti dalle subdole tecniche di web-infiltration da parte di ben decisi cyber-squadristi, diventano i temi più dibattuti. I commenti negativi che tentano di farsi strada nella rete contro il dilagare delle insignificanze e delle ideologie assassine vengono sistematicamente censurati. Casaleggio predilige la categoria del marketing urbano formato da individui che sono al tempo stesso produttori e consumatori (prosumer), che producono e consumano notizie: i risultati sono fallaci se non stupidi. Si va verso la virtualizzazione del mondo: la gente dovrebbe immergersi nei mondi virtuali di internet, in modo da avere molteplici identità on line, “seconde vite”.
Vittima di tutto questo è la verità, e con essa la libertà. Non contano i fatti, ma quello che viene ripetuto ossessivamente dalla rete, aperta ai liberi commenti solo in teoria, mentre è alla mercé delle manipolazioni dall’alto e degli umori incontrollati della gente, fino a scatenare vere e proprie cacce alle streghe, come nel caso dello sventurato studente americano di origine asiatica Sunil Tripathi, sottoposto ad un vero linciaggio morale in rete come presunto colpevole dell’attentato dinamitardo alla Maratona di Boston del 2013; prima che i veri colpevoli venissero arrestati, il cadavere di Sunil venne ripescato in un fiume del Rhode Island.
L’immenso potere della rete nella manipolazione delle masse deriva dal fatto che l’immensa schiera delle nullità sfigate, convinte di essere geni misconosciuti, quando sono sedute al computer possono illudersi di essere al centro del mondo, in un autentico delirio di onnipotenza, mentre non fanno che lanciare insulti, provocazioni, soprannomi denigratori, sotto la vile copertura dell’anonimato, senza alcun risultato costruttivo. Nonostante ciò, grazie all’immenso potenziale mistificatorio della rete, il Movimento 5 Stelle viene presentato come “la nascita del più grande movimento del mondo non-ideologizzato”.
Ma è vero tutto il contrario: si tratta in realtà di un movimento iper-ideologizzato, pilotato da Casaleggio e sodali, i quali mirano a cavalcare “tutta la galassia della disobbedienza”, che lotta contro qualsiasi cosa (No-Tav, No global, ecc.), perseguendo al tempo stesso la seduzione di gente sempre più intorpidita dalla propaganda ambientalista, che impone raccolta differenziata, incentivi sul solare e la bici elettrica, e il mito della “traccia di anidride carbonica”, che Dal Bosco argutamente definisce “sostituto definitivo del Peccato Originale in questo mondo sempre più eco-blindato”. Eco-blindato e assassino: Bill Gates, padrone di Microsoft, finanzia con centinaia di milioni di dollari le multinazionali dell’aborto, come Planned Parenthood, abortifici globali che vivono sui proventi ricavati dalle vendite di computer che girano con Windows.
“La creatività dell’Uomo, la sua intrinseca capacità di opporsi all’entropia per mezzo del suo ingegno è vista con estremo sospetto: il suo ingegno è ciò che lo distingue dalle altre creature, di fatto il fattore che lo rende l’‘anomalia’ planetaria. L’uomo trasforma il mondo perché intelligente, perché dotato di capacità cognitive che lo rendono visibilmente in cima alla gerarchia delle creature terrestri. Nella visione ecologista, l’uomo non dialoga con l’universo, né può modificarlo: egli deve limitarsi a prendere ordini dalla natura, che, proprio come Gaia, assurge al ruolo di entità divinizzata, di dea pagana. Com’è possibile notare, questa è una sfiducia ontologica sull’uomo, una differenza radicale rispetto all’essere umano, una misantropia bella e buona che porta l’Uomo a una depressione suicida: l’Umanità diventa appunto la triste nemica di se stessa. Questo è anti-umanesimo, è un pensiero criminale che la civiltà deve espellere da sé se non vuole estinguersi.” (p. 135).
La diabolica farneticazione ambientalista si vale di una pseudoteoria economica edulcorata come “decrescita dolce”, e fa del Movimento 5 Stelle un partito mosso da istanze genocide fondate su una filosofia diabolica e anticristiana a scapito dei deboli, concepita dai forti: principi, re, direttori di fondazioni, megaspeculatori, intrallazzatori alla Peccei, comici miliardari (o semplicemente flaccidi poveracci che si sentono padroni del mondo quando siedono davanti a un computer con la pancia piena, e che costituiscono lo sprovveduto elettorato del movimento).
La rete a Cinque Stelle è inevitabilmente un percorso di morte, perché gli esseri umani sono soltanto di impiccio, destinati ad essere sacrificati a miliardi perché gli abitanti del pianeta si riducano al livello desiderato dai poteri forti antiumani, secondo il copione satanista gnostico già propalato un secolo fa da Helena Petrovna Blavatsky e consimili lemuri dei movimenti teosofici: satana, il serpente della Genesi sarebbe il vero creatore e benefattore dell’umanità, il brillante e radioso Lucifero che apre gli occhi all’“automa” fatto da Jehovah; e ciò sarebbe rispecchiato dal mito di Prometeo che ruba il fuoco a Zeus per darlo agli uomini. Il video caricato su YouTube il 27 giugno 2007 proclama: “L’uomo è Dio, è ovunque, è chiunque, conosce ogni cosa. Questo è il nuovo mondo di Prometeus.” Ecco un inno gnostico al sogno luciferino/prometeico, promessa eterna di ogni magia, esoterismo, yoga, culto orientale, satanismo.
Ciò è pienamente conforme alle farneticazioni del guru dell’esoterismo moderno, Aleister Crowley, pubblicate nel “Libro delle Legge” del 1876: “ora saprete che il sacerdote prescelto e apostolo dello spazio infinito è la Bestia principe-sacerdote, e alla sua donna chiamata la Donna Scarlatta è dato tutto il potere. Essi raduneranno i miei figli dentro il loro ovile: essi porteranno la gloria delle stelle nei cuori degli uomini”. Evidente il “febbrile riferimento all’Apocalisse giovannea” (p. 285). È una concezione demoniaca, che non sbocca nell’ateismo (un’idiozia alla quale i primi a non credere sono i cosiddetti atei), ma nella religione satanista, l’adorazione del figlio della perdizione, dell’anticristo, il cui obiettivo è distruggere l’immagine di Dio nell’uomo, per poter meglio distruggere l’uomo stesso. I servi della Bestia pensano forse di farla franca, o di vivere in eterno?
Nel suo odio contro la Chiesa, Casaleggio persegue lo scimmiottamento elettronico dell’onniscienza e dell’onnipresenza divina: un mondo elettronico, decarnalizzato, come per i catari e molti altri eretici, che vedevano il mondo materiale come una prigione da cui fuggire, creato da un dio malvagio, che avrebbe costretto l’uomo nella caduca dimensione terrena. Alla fine del video “Prometeus” appare il simbolo massonico de “l’occhio della Provvidenza”.
Nel video “Gaia, il futuro della politica”, Casaleggio prospetta l’incubo del Nuovo Ordine Mondiale, senza nazioni, dominato da un unico potere che, con l’occhio massonico, spia, controlla, rende schiavi i cittadini, e anela a sterminarli, con “totale indifferenza verso la dignità dell’uomo, ridotto a cifra morta, spendibile come meglio aggrada al potere. Una concezione antropologica agli antipodi del cristianesimo” (p. 141). Un mondo ineludibile che copre tutta la Terra, realizzato attraverso la rete, mentre ciò che rifiuta la rete è morte, violenza, scontro insensato. Gaia non è altro che l’inferno in terra. In tutto ciò non è azzardato vedere un segno della grande tribolazione e dell’anticristo. Per carità, solo un segno, perché il vero anticristo, secondo le rivelazioni private a grandi veggenti come Maria Valtorta e la Beata Caterina Emmerich, sarà un grand’uomo, grande nel bene dapprima e poi, dopo essersi corrotto, grandissimo nel male, e non un qualsiasi omiciattolo capelluto, delirante in internet.
È possibile che in qualcosa Cespuglio Urlante abbia ragione? Ad esempio, sono propenso a dargli ragione quando nega che esistano prove certe sui collegamenti fra AIDS e virus HIV (p. 36). Infatti molti casi di AIDS si verificano senza che sia presente l’HIV, tanto che gli “scienziati”, per evitare l’imbarazzo di spiegare questa piccola discrepanza con la teoria del HIV come causa dell’AIDS, hanno inventato un’altra sigla: ITL, appunto l’AIDS in assenza di HIV. E si conoscono casi di gente positiva al test dell’HIV ma che non ha l’AIDS, e campa per decenni senza ammalarsi; infine, dietro al problema AIDS stanno giganteschi interessi costituiti di grandi scuole americane di ricerca medica e di case farmaceutiche. Sembra quindi che, almeno su questo punto, Grillo abbia ricevuto la giusta imbeccata. Ma questo cosa cambia? È inevitabile che un individuo scatenato, che attacca tutto e tutti, finisca per imbroccare ogni tanto qualcosa di giusto. Ciò non modifica il giudizio negativo sul personaggio e tanto meno sulle politiche tanatofile e criminali di cui è burattino. Se mai è l’eccezione che conferma la regola.
Piuttosto è il caso di chiedersi, come fa Dal Bosco, se quella di Grillo e Casaleggio sia una setta, e la risposta sembra essere positiva (pp. 155-156). Tre sono, secondo lo psichiatra Robert Jay Lifton, le caratteristiche di una setta apocalittica: 1) il guru diventa oggetto di adorazione superiore rispetto ai principi religiosi (e infatti l’autorità di Grillo è in continua collisione con i principi del M5S, sia per le sue continue intromissioni nella vita del Movimento, sia per le sue personali faccende come miliardario pregiudicato e pluriomicida); 2) elementi di “riforma del pensiero” (con l’accento sulla critica, l’autocritica, la confessione dei propri errori gestita in modo programmato, le continue smentite a cui sono costretti i parlamentari grillini, il cui mandato non coincide con quello pubblico ma va rinnovato ciclicamente con l’atto della votazione in rete); 3) sfruttamento economico (tre quarti dello stipendio di parlamentari e consiglieri regionali finiscono al Movimento, cioè a Grillo e Casaleggio). Secondo Dal Bosco, un ulteriore elemento a questo proposito è il progetto di villette anti-atomiche e anti-batteriologiche e il mini-fortino in Costarica, altrettanto anti-atomico e anti-batteriologico, posto a quota di sicurezza in vista del mitico innalzamento del livello marino.
La setta non esita a ricorrere all’inganno per gonfiare artificialmente il proprio seguito: il 43,9% dei follower (seguaci) Twitter di Cespuglio Urlante è in realtà costituito dai cosiddetti “bot” (account falsi). Il fenomeno, del resto, è diffuso e ben noto: uno studio americano ha affermato che il 70% dei 29 milioni di seguaci Twitter di Lady Gaga è fasullo, e anche il 30% dei 19 milioni di seguaci Twitter di Barack Obama. In Italia sono falsi il 33% dei 150.000 seguaci Twitter di Antonio Di Pietro (a lungo cliente della Casaleggio & Associati), e il 31,61% di quelli di Nichi Vendola, e pure un 31% di quelli di Pierluigi Bersani (p. 164). L’autore dell’indagine sui falsi seguaci Twitter è il Professor Marco Camisani Calzolari, dell’Università IULM di Milano, che ha ricevuto minacce di querela da parte di Cespuglio Urlante e attacchi di cyber-squadrismo da tutti i siti controllati dalla Casaleggio & Associati, con insulti, minacce, mail-bombing (invio di un numero enorme di e-mail ad un unico indirizzo in modo da paralizzarlo) e diffusione del suo indirizzo e dei suoi dati personali. Questo tipo di teppismo di rete è noto come “trollismo”, da “troll”, i mostri carnivori e repellenti abitanti nelle caverne, inventati dal folklore nordico.
Ogni minimo attacco a Cespuglio Urlante su internet scatena una valanga di commenti quasi tutti di sostegno al personaggio, con tecniche di manipolazione della pubblica opinione che sono all’ordine del giorno alla Casaleggio & Associati. Puntuale il commento di Dal Bosco: “Capiamo insomma cosa sia in realtà il M5S: esso è l’alba della trollocrazia, l’alba dei troll al potere (...) e con tutta la loro lagna irosa, la loro superficialità umana, la loro pochezza culturale e morale, la loro demenza antisociale. Le persone che riversano il loro automatico, solitario malanimo su blog e forum, ora hanno finalmente un partito da votare. Il partito dell’odio del XXI secolo, il partito del risentimento.” (p. 165).
Un partito che, se dovesse prevalere, instaurerebbe la più tragica e irreversibile dittatura o, come la chiama Dal Bosco, “la grande truffa della Jamahiriyya elettronica” (p. 173). Cespuglio Urlante mira ad instaurare il referendum permanente, in cui il cittadino dovrebbe votare al posto dei deputati. Bel programma: la democrazia diverrebbe una burletta, dominata da oligarchi e plutocrati, ma con il popolo convinto di essere al comando. I risultati del voto sarebbero manipolati a piacimento secondo gli interessi dei poteri forti, e gli ordini dovrebbero essere accettati senza fiatare, perché sarebbe come se ce li fossimo dati da soli. Le stesse discussioni politiche in rete sarebbero certamente manipolate: esistono a questo proposito numerose ben collaudate tecniche di web-infiltration, di cui la Casaleggio & Associati è espertissima: attacchi di autenticazione, attacchi di autorizzazione, upload, iniezione di codice, attacchi database.
Non a caso, tutto questo orrore a Cinque Stelle ha ricevuto nel 2013 l’autorevole sostegno dell’ambasciatore statunitense David Thorne, in perfetta linea con lo status dell’Italia come paese a sovranità limitata. Il Thorne ha invitato a cantare a Roma, per l’Europride del 2011, la “signora” Germanotta, in arte Lady Gaga, che ha potuto cantare l’inno omosessuale “Born this way” proprio in faccia al Vaticano. Evidentemente l’ambasciatore della superpotenza prepotente ha le spalle ben coperte e chiarissime istruzioni sul da farsi (p. 230).
Negli Stati Uniti si sta applicando l’Agenda 21 dell’ONU, un piano diabolico che mira alla distruzione del ceto medio, alla formazione di una società neofeudale di pochi ricchissimi signoreggianti su un proletariato drogato dall’illusione di “ascensori sociali” veicolata dai reality show televisivi (“partecipare al ‘Grande Fratello’ e diventare qualcuno”); la mistificazione ecologica viene usata come cortina di fumo per un piano che pervade l’intera vita sociale. Se ne occupa una ONG, la ICLEI (International Council of Local Environmental Initiatives), creata a New York nel 1990, che porta le direttive internazionali fin dentro i piccoli comuni. L’Agenda 21 viene quindi applicata a livello locale come un vero programma di pulizia etnica, con piani di zonizzazione territoriale miranti a portare via la gente dalla campagna, fuori dalle case private e dentro i condomini, con i ciclisti trasformati in truppa d’assalto contro le automobili e l’industrializzazione, raggruppati in organizzazioni come “Critical Mass, che occupa sistematicamente le strade con stormi di cicli per impedire il traffico con altri mezzi”. (p. 253).
“Il lavoro per cui l’ICLEI è profumatamente pagato dal contribuente, è quello di spingere determinate policy con affinate campagne di lobbying sui poteri locali. Come quella riguardante la protezione del clima, per la quale si dovrebbe riportare il consumo mondiale di energia ai livelli pre-1985. Ciò che fu pensato nei salotti globali 30 o 40 anni fa, viene ora applicato ai nostri comuni (...) grazie ai volontari M5S, alle loro urla, ai Meetup, alle demagogie assassine con cui Grillo e Casaleggio riempiono il vuoto dei loro attivisti-automi.” (p.259).
Va aggiunto che Cespuglio Urlante e il suo burattinaio non avrebbero tanto ossigeno se non fosse per l’appoggio della casta universitaria che propaga, con dubbie ricerche pseudoscientifiche, il nefasto slogan malthusiano “Siamo troppi” e l’ambientalismo criminale, rafforzando quindi la mistificazione antiumana del Club di Roma, delle Cinque Stelle e dei loro complici. Il Dragone della falsa scienza è il principale supporto della Bestia anticristica del potere.
Confesso di essere cascato anch’io nella trappola ambientalista e darwinista, dopo un soggiorno negli USA come borsista Fulbright, nel quale ho subìto il classico lavaggio del cervello, con relative farneticazioni pseudo-pedagogiche. Ben presto, però, ho cominciato a rendermi conto dell’inganno: non solo tutto ciò è scientificamente errato, ma profondamente disonesto, perché i terroristi dell’ambiente, spaventando la gente, si accaparrano soldi e visibilità, mentre lo scienziato serio che dimostri l’assurdità dell’ecocatastrofe non attira finanziamenti e, bollato come traditore dell’avida corporazione, diventa rapidamente inviso ai lemuri che scaldano le mal acquistate cattedre. Chissà perché, non mi è neppure venuto in mente di attaccarli con metodi “troll”. Li ho affrontati a viso aperto, e credo fosse l’unica cosa da fare.
Anche Dal Bosco affronta gli spettrali nemici dell’umanità a viso aperto. Meriterebbe una cattedra universitaria, ma i lemuri accademici non gliela offriranno mai. Si può solo ammirarlo e consigliargli di guardarsi le spalle.
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