Il demone della decrescita, il goscismo bilioso, la narcosi internettiana, la cultura della morte. Intervista sul fondamento nichilista della setta manovrata dal càtaro Casaleggio indossando la maschera di Beppe Grillo.
di Camillo Langone (Il Foglio 1 marzo 2014 pagina 1)
Roberto Dal Bosco è un eroe controculturale, un videoartista appena rientrato da Salt Lake City dove la sua animazione digitale del “Convito di San Gregorio Magno” di Paolo Veronese ha messo in fila oltre 230.000 spettatori, un vicentino classe 1978 che viaggia in tutti i continenti sia per lavoro sia per diletto e ovunque vada riesce a trovare una messa in latino o un Rick Santorum, fotografando il tutto per la gioia degli amici di Facebook, l’autore di due libri preziosi e rischiosi, scritti a tomba aperta, entrambi pubblicati da Fede & Cultura: nel 2012 dell’unico libro non agiografico sul Dalai Lama e adesso di “Incubo a 5 Stelle. Grillo, Casaleggio e la Cultura della Morte”.
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DOMANDA: Ti fui grato per il libro contro il nichilismo buddista ma ora ti odio perché per svelare la natura mortifera di Grillo e Casaleggio ci hai messo 299 pagine fitte di citazioni e di note. Era necessario?
RISPOSTA: Direi proprio di sì. E’ la cosa più necessaria che riesca a immaginare: c’è una creatura infernale che si prende un quarto dei voti degli italiani, e tutti fanno fischiettosamente finta di nulla. Gli anglofoni parlano di “elephant in the room”: c’è un pachiderma nella stanza e nessuno ne
vuole parlare. Ti aggiungo che due anni fa, ai tempi del libro sul buddismo, trovavo gente che mi diceva “maddai? I buddisti sono così cattivi? Da quello che dici pare che siano la cosa peggiore del mondo”. No, rispondevo, c’è qualcosa di più tremendo in circolazione: il movimento di Beppe Grillo. La radice spirituale del nichilismo buddista e del grillismo è la stessa: sono maschere diverse di quella che Giovanni Paolo II chiamava cultura della morte.
vuole parlare. Ti aggiungo che due anni fa, ai tempi del libro sul buddismo, trovavo gente che mi diceva “maddai? I buddisti sono così cattivi? Da quello che dici pare che siano la cosa peggiore del mondo”. No, rispondevo, c’è qualcosa di più tremendo in circolazione: il movimento di Beppe Grillo. La radice spirituale del nichilismo buddista e del grillismo è la stessa: sono maschere diverse di quella che Giovanni Paolo II chiamava cultura della morte.
D: Nel libro descrivi Grillo come burattino e Casaleggio come burattinaio. Possibile? A me Grillo non sembra così scemo e Casaleggio non così intelligente…
R: Grillo è furbo, ma non è intelligente, per niente. Forse lo hai visto dopo lo streaming di Renzi: i suoi discorsi sono sconclusionati, incompleti, sbagliati. Sono stato ai suoi comizi, appena avverte lo spaesamento della gente di fronte all’ennesimo nonsense lui lancia un bel “vaffanculo” e tutti applaudono. Del resto è sempre stato un personaggio in cerca di autori. Antonio Ricci, Stefano Benni, Michele Serra in passato gli hanno scritto le battute che quindi, a differenza di altri comici, non è in grado di scriversi da solo. L’ultimo di una serie di autori senza i quali Grillo non esisterebbe è proprio Casaleggio, che merita un discorso diverso. Penso anch’io che non sia intelligente come lo dipingono, la riprova è la sua capigliatura. Ma la sua idea di realtà, una rete che unisce le persone ed è più importante delle persone stesse, applicata alla politica ha funzionato spaventosamente bene.
D: Tu scrivi che si tratta del “primo partito al mondo generato su base telematica, primo partito al mondo in fatto di ideologia ecologistica estrema (di fatto, l’antiumanesimo della Deep Ecology)”. Ma com’è stato possibile, in una nazione poco informatizzata e molto cementistica?
R: L’Italia nel 1987 poteva pensarsi ancora come una delle nazioni più cattoliche del pianeta. Eppure elesse in Parlamento una attrice pornografica che a una storia di abominazioni pubbliche aggiungeva anche un curriculum di spia per i servizi segreti ungheresi. Il voto di protesta ti può portare davvero ovunque. La stragrande maggioranza degli elettori grillini non ha la più pallida idea della ideologia assassina che soggiace al movimento, sono lì solo per i vaffanculo.
D: Tu definisci il 5 stelle “partito della Cultura della Morte” sulla base della “Evangelium Vitae” di Papa Giovanni Paolo II. Mi puoi spiegare meglio il nesso?
R: La cultura della morte è ciò che si oppone alla sacralità della vita, alla dignità dell’essere umano. E’ ciò che vuole rendere l’uomo una risorsa spendibile, pronta a essere sacrificata. E’ ciò che abbassa l’uomo a un livello inferiore a quello animale, ciò che distrugge la riproduzione umana. L’umanità da evento diviene problema. Il programma di Casaleggio è questo: ridurre la fertilità, fermare lo sviluppo, ingabbiare la gente nella narcosi del virtuale. Di fatto il Movimento 5 stelle è la setta dei càtari, la lobby della morte del medio evo, arrivata in Parlamento con otto secoli di ritardo. Dei càtari Casaleggio è un fan sfegatato, li esalta ovunque. Il fondo antiumano, quindi anticristiano, quindi, concedimi, satanico, di questa ideologia mi pare evidente. Quindi sì, il Movimento 5 stelle è il partito della morte.
D: Io ho quest’idea, derivante anche dal fatto di abitare a Parma e di vedere i pentastellati all’opera o alla non opera: che Grillo sia molto meglio dei grillini. Ad esempio: Grillo non è di sinistra mentre i grillini lo sono quasi tutti. Inoltre: Grillo è un vecchio spilorcio divertente, mentre i grillini sono dei giovani pauperisti, e come tali deprimenti e depressisti.
R: Sulla spilorceria di Grillo esistono a Genova infinite leggende. Ricci dichiarò che “se sparecchiando buttavo via delle briciole Beppe le recuperava dalla spazzatura e il giorno dopo ci impanava la milanese”. La bella moglie di Grillo ha raccontato dei controlli snervanti del marito sugli scontrini, della sua avversione per i prodotti per le pulizie così come di quando con dieci persone a cena compra dal panettiere due panini due.
D: Ma queste sono appunto storie buffe.
R: I grillini sono meno buffi. Giustamente tu li definisci deprimenti e depressisti: il pauperismo è un effetto collaterale del loro goscismo bilioso e confusionario.
D: E’ vero che i pannelli fotovoltaici installati con gran strepito a Villa Grillo non coprono nemmeno un decimo del fabbisogno domestico? La vita privata di Grillo non mi interessa salvo questo episodio che ha rilievo politico: i grillini sono ambientalisti e gli ambientalisti fanno aumentare la bolletta elettrica imponendo investimenti sulle insignificanti energie rinnovabili.
R: Lo sostiene Filippo Facci, che è forse l’autore degli articoli più approfonditi sulla figura di Grillo. Il presidente dell’Enel Chicco Testa concesse a Grillo il primo allacciamento in Italia in cui una casa può fornire energia al sistema, anziché solo riceverla. Però fece fare un controllo e scoprì che la villa di Grillo impegnava 20 kilowatt, quanto sette famiglie italiane, che in genere non hanno più di 3 kilowatt per abitazione. I pannelli fotovoltaici installati da Grillo potevano produrre al massimo 2 kilowatt. Sì, fu una presa per il culo. Comunque hai ragione: certa mentalità premia le rinnovabili perché vi vede, più che una risorsa che moltiplica l’energia, un freno allo sviluppo. Dietro a ogni pannello fotovoltaico si nasconde un demone della decrescita.
D: Mi sintetizzi la convergenza Grillo-Pannella sull’aborto di cui scrivi a lungo nel libro?
R: Più che sull’aborto i due si dimostrarono d’accordo su qualcosa di più allarmante: la riduzione del 50 per cento e oltre della popolazione mondiale. Pannella lo chiama “rientro dolce”. Il satrapo radicale, che ha fiuto, capì già nel 2007 che il Grillo poteva diventare una grassa realtà politica da parassitare, così gli spedì una lettera per mettere in guardia il suo movimento rispetto ai tremendi rischi di una società che fa ancora figli. Dopo la solita tirata anticattolica, Pannella si sdilinquì in un panegirico di Aurelio Peccei e del Club di Roma, assi portanti della cultura della morte nel Dopoguerra: l’ecologismo antiumano, l’ideologia della decrescita, la cultura abortista e anticoncezionale vengono da lì. Nel libro-manifesto di Grillo-Casaleggio, “Siamo in guerra”, del Club di Roma si parla con affetto, quasi fosse una conventicola di boy scout e non un’orgia di ricconi che dovrebbe invece disgustare il grillino medio. Tanto più che il Bilderberg, di fatto una realtà parallela del Club di Roma, per i gonzi pentastellati è il grande babau.
D: Casaleggio preconizza una guerra mondiale batteriologica al termine della quale sopravviverà solo un milione di persone: ma il suo è un allarme o un auspicio?
R: E’ più che un auspicio: è un investimento. Il famoso semi-scoop dell’Espresso, trovando società di Grillo in Costa Rica svelò il progetto “Ecofeudo”, un resort per ricchi a prova di apocalisse: “Ogni abitazione sarà dotata di un bunker antiatomico fornito di filtri depuratori progettati per difendersi da contaminazioni chimiche e batteriologiche. La proprietà è circondata da pendii e si trova a 155 metri sopra il livello del mare. Questa dislocazione è stata pensata per via del global warming che influenza un lento ma continuo aumento del livello del mare”. E’ parola per parola quello che Casaleggio dice nel famoso video “Gaia”. Lui e Grillo sono dei survivalist, dei prepper, così negli Usa chiamano i pazzoidi che si preparano alla sopravvivenza del mondo post catastrofe ammassando armi e cibo in scatola.
D: Mi sembri rimpiangere il Grillo luddista che, prima della conversione all’internet-centrismo casaleggiano, nel 2000 sfasciava i computer al termine degli spettacoli. Tu vorresti che riprendesse a sfasciarli?
R: Più che i computer penso a internet, che ha un lato oscuro: ci narcotizza con la sua illusione di metterci in contatto con qualsiasi persona e qualsiasi cosa. Diventa un surrogato degli incontri con il prossimo, un surrogato del lavoro, della partecipazione politica, perfino dell’attività sessuale. Poi mi pongo una domanda semplice semplice: com’è che l’èra di internet corrisponde per l’Italia con questa crisi economica e sociale? Da quando c’è internet non siamo forse tutti più poveri? Internet non doveva renderci invece tutti più ricchi, consapevoli, intelligenti?
D: Acute riflessioni.
R: Sono cresciuto in un’Italia senza internet, con i telefoni a gettoni e le lettere d’amore cartacee. Non ho troppa nostalgia di queste cose ma di un paese che cresceva, sognava, prosperava come oggi non sa più fare, quello sì. La virtualizzazione dell’economia, la distruzione del tessuto della manifattura reso possibile dai collegamenti telematici, la fine di una cultura legata all’unicità di quello che siamo e facciamo, credo c’entrino qualcosa, e internet è il loro comune denominatore. Internet è nemica della materia, quindi dell’Italia e del cristianesimo. E della felicità.
D: Nel capitolo “Il partito della morte” non è che abbia capito benissimo i legami tra Casaleggio, la Jp Morgan, i Rockefeller, Agnelli, Aurelio Peccei…
R: Si tratta di un unico continuum necroculturale da cui, ipotizzo, derivano le posizioni antinataliste di Casaleggio. I Rockefeller si trasmettono di generazione in generazione, oltre che i quattrini, anche un pensiero fisso: la riduzione della popolazione. Hanno finanziato gli albori di Planned Parenthood, la multinazionale dell’aborto, hanno tentato di introdurre l’aborto in Usa prima della sentenza Roe Vs. Wade, hanno lodato pubblicamente la politica del figlio unico di Mao, hanno attaccato la chiesa cattolica in tutti i modi possibili, al punto da piazzare un enorme grattacielo decorato con una statua di Prometeo-Lucifero davanti alla cattedrale di San Patrizio… Peccei, uno con un carnet di contatti internazionali impressionante (alla Kissinger, diciamo), sistematizzò l’antinatalismo in una potente lobby transnazionale, il Club di Roma, poi creò con i fondi dei Rockefeller il mito della sovrappopolazione, la favola della bomba demografica… Peccei fu uomo degli Agnelli, neanche loro esattamente pro life: pensa a Susanna Agnelli che da parlamentare chiese, insieme a Emma Bonino…
D: Che per un po’ non dovrebbe fare danni.
R: Ma che allora propose insieme a Susanna Agnelli l’aborto per tutte le donne di Seveso. Insomma è una combriccola che nasce tra New York e l’Italia e diffonde un’ideologia di morte alla quale Casaleggio si abbevera. La Jp Morgan, raccontano i giornalisti pistaroli, ha rapporti con la Casaleggio &Associati. E la Jp Morgan si è fusa con la Chase, la banca dei Rockefeller.
D: Secondo te Grillo è un risentito divenuto “canalizzatore del risentimento, così come lo fu Hitler”. Penso anch’io che Grillo e i grillini ignorino totalmente il concetto di peccato originale, e quindi le loro colpe personali: ma è sufficiente per paragonarli a Hitler?
R: Leo Strauss la chiamava “Reductio ad Hitlerum”: quando vuoi squalificare il tuo avversario lo paragoni a Hitler. La tentazione di farlo coi grillini, devo ammetterlo, è fortissima. In rete circola quel discorso di Hitler che sembra pronunciato da Grillo, poi le frasi di Gramsci e Matteotti che parlano degli inizi del fascismo che si attagliano perfettamente al grillismo rampante. A me interessa il fatto che il nocciolo attivo del grillismo è fatto di ecofascisti, di gente per la quale l’uomo è secondario rispetto ai bisogni immaginari del pianeta, della madre terra Gaia. Guarda il caso di quella ragazza malata a cui gli animalisti hanno augurato la morte: secondo me tanti di quei mostri hanno votato 5 stelle. Sono ecofascisti, econazisti, chiamali come vuoi, sono gli Eichmann del chilometro zero, i Mengele della decrescita, gli Himmler dell’antispecismo. Prego che una Norimberga ce li porti via.
D: Analizzi l’anticattolicesimo grillista e in particolare dei grillini vegani. Mi sento un po’ meno solo, siccome scrivo da tempo che animalismo e vegetarianesimo sono fenomeni antiumanistici e anticristiani, raccogliendo il dileggio dei tanti che credono sia possibile essere cristiani e al contempo animalisti e vegetariani.
R: Sì, veganesimo e anticattolicesimo vanno di pari passo. Il grottesco Paolo Bernini, quello dei microchip sotto la pelle, è un esempio. Poi c’è l’onorevole Sibilia che ha proposto il matrimonio omosessuale, di gruppo o tra specie diverse, purché consenzienti.
D: Quindi potrei sposarmi con uno scimpanzé purché consenziente?
R: Sì. All’anticlericalismo becero della base si affianca l’anticattolicesimo di Casaleggio che invece è lucidissimo. L’odio di Casaleggio per la chiesa è un argomento sul quale nessuno si è davvero cimentato.
D: Individui in Casaleggio una radice dualista, che risale ai manichei, ai càtari. Quindi tecnicamente è un eresiarca?
R: Lo è in modo evidente e compiaciuto. Savonarola, Lutero e Calvino sono per lui riferimenti culturali che anticipano il messia Grillo. I càtari, per i quali Casaleggio ha una adorazione patente, erano degli anticarnalisti: mortificavano il corpo, proibivano la riproduzione, combattevano i piaceri sensuali. Odiando la vita si lasciavano morire per liberarsi dai limiti di questa creazione malvagia. Casaleggio in fondo sogna un’umanità così: sterile e a basso consumo, liberata dalla sua corporeità tramite le infinite possibilità del virtuale. Ci crede davvero, come dimostra nel video “Prometeus”. Ci crede al punto che fu tra i propalatori della transeunte ciofeca di “Second Life”, una sorta di videogame, ora fallito, che voleva plasmare un mondo alternativo al nostro. Ci fece sbarcare perfino il cliente che aveva prima di Grillo: Antonio Di Pietro.
D: A pagina 295 parli di Emanuele Severino che in uno strano articolo apparso sul Corriere sembra ipotizzare una nuova religione forse satanista, di certo non cristiana. Ma che c’entra con Grillo? A lui delle religioni vecchie o nuove è chiaro che non gliene frega assolutamente niente.
R: L’inizio del 2013 è stato un periodo un po’ speciale, ammettiamolo. Il Papa si dimette, un fulmine colpisce San Pietro, un meteorite si abbatte poco fuori Ekaterinburg. Ero di mio già abbastanza impressionato quando sul Corrierone comparve un articolo di Severino che parlava della “fine del mondo cristiano”, dell’avvento del gigante Prometeo (quello della statua al Rockefeller Center e del video di Casaleggio). Era una sorta di inno satanista impaginato dal più importante quotidiano nazionale. Nello stesso momento si affermarono i 5 stelle con la loro idolatria della rete. Ripensai alle parole di uno dei più grandi pensatori cattolici di sempre, Marshall McLuhan: “Il Principe di questo mondo è una grande P. R. Man, un grande venditore delle novità hardware e software, un grande ingegnere elettronico e un grande maestro dei media”. Poco dopo, in una conferenza, Cacciari disse che il segno della rete è l’opposto del segno della Croce, che il segno della rete è il segno dell’anticristo. In tale quadro di sfacelo spirituale, certamente pre apocalittico…
D: Ecco, ti liquideranno come autore apocalittico.
R: Questi fenomeni mi sembrano leggibili solo con le categorie della religione. Grillo è una malattia e la sua gravità è dovuta al fatto che gli anticorpi non esistono più. Non li offre la politica, non li offre la chiesa: il virus può propagarsi indefinitamente. Un partito che ha per programma l’odio nei confronti dell’uomo è per forza di cose il partito di Satana. Non so cosa si aspetti ancora a capirlo e ad agire di conseguenza.
di Camillo Langone
4 commenti:
sono cattolica amo anche gli animali ed evito di cibarmene, voto M5S ma non credo di essere un mostro come non mi sembrano mostri molti altri cattolici e vegani che conosco, anche loro elettori e alcuni anche parlamentari del M5S.
Spero siano solo delle provocazioni quelle che ho letto.
Marina Capri
dopo averci illuminato (?) sul pericolo a 5 stelle, ci dica chiaro e tondo chi dovremmo votare alle prossime elezioni.
oppure scenda in piazza, fondi un partito, e vediamo dove arriva.
Alex
*CIT
Lei è un coglione
Il problema è che molti restano in superficie e non vogliono sapere
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