Enzo Bianchi è il prototipo del falso cattolico di successo. Onnipresente. |
È doloroso constatare la corruzione profonda e apparentemente irredimibile di certi cattolici del dialogo, di sinistra, della misericordia, democratici e via discorrendo. Gente ormai incapace di verità, rotta ad ogni compromesso con la coscienza retta che hanno ormai silenziato in nome del politicamente e teologicamente o ecclesialmente corretto. Gente incapace di dire apertamente quello che pensa, crede, spera. È il difetto e la colpa che si nota in particolare nei giornalisti di area cattolica e nei preti. In modo sovraeminente nei vescovi. Parlano e scrivono con l'unico fine primario di non urtare chi li potrebbe danneggiare, e come
secondo fine hanno di divulgare la sordida ideologia modernista della falsa misericordia che cancella il peccato (proprio) e la necessità del pentimento in favore di un'accoglienza senza condizioni di qualunque comportamento, ideologia, cultura, religione, fuorché quella cattolica autentica. Che è - a differenza del satanico buonismo suddetto - durissima con se stessi e misericordiosa con gli altri. Che mette in primis sì la carità, ma una carità che scaturisce dalla verità, e non dall'accettazione della menzogna. Con persone di questo genere non è possibile alcun dialogo, perché sono corrotti nell'intimo della mente e della volontà, sono incapaci di permanere nella ricerca verità, che è l'unica condizione per poter fare un autentico dialogo. Allo stesso modo che non si può giocare a poker con i bari, e chi lo fa è un cretino destinato a perdere, così non si deve dialogare con chi è intrinsecamente disonesto. Come Giacobbe si separò da Esaù, e andarono uno da una parte e l'altro dall'altra, perché altrimenti si sarebbero ammazzati, così dobbiamo fare con i cattolici di sinistra. Non abbiamo né dobbiamo avere nulla a che spartire con loro. Credo che si possa dire che non adoriamo nemmeno lo stesso Dio e che non partecipiamo agli stessi Sacramenti, perché l'eresia modernista che li avvolge nelle sue spire fa sì che essi non intendano più in essi ciò che la Chiesa intende e vuole. La cosa che mi dà un dolore immenso e mette nella tentazione della disperazione è che i vertici della Chiesa stessa, l'apparato e la gerarchia hanno fatto ormai in gran parte questa opzione ereticale o don abbondiesca. Per conservare la fede si deve ormai vivere di sola fede - a prescindere dai funzionari ecclesiastici - e afferrare la stola del primo prete buono che troviamo per non lasciarla più.
Per approfondire:
Giovanni Zenone, A sinistra di Dio
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