La santa Messa proibita

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"Subito dopo le sei, dunque, l’altare fu pronto e il prete vestito. Arretrò un passo dall’altare, si segnò, e con Mr. John Fitzherbert da un lato e suo figlio Thomas dall’altro cominciò la preparazione…
Una vista strana e incoraggiante si presentò al giovane prete (perché era Mr. Simpson a dire messa) quando lui si voltò dopo il Vangelo per fare il suo breve sermone. La cappella era piena da cima a fondo, così stipata che pochi riuscivano a inginocchiarsi e nessuno poteva sedersi. Le due porte erano aperte e qui due facce sbirciavano dentro; dietro, rango dopo rango sugli scalini e lungo il piccolo passaggio, la gente era in piedi o inginocchiata, senza riuscire a vedere né il prete né l’altare, e quasi fuori dalla portata del suono. Il santuario era pieno di bambini – i cui occhi rotondi e visi solenni lo
fissavano – bambini che sapevano poco o niente di cosa stesse succedendo, tranne che erano lì per adorare Dio, ma che, da tutto quello, ricevevano impressioni e associazioni che non li avrebbero più abbandonati in futuro. La cappella era ancora completamente buia, perché la debole luce dell’alba veniva lasciata fuori da pesanti tendoni sulle finestre, e c’era solo la luce delle due candele a rendere visibile le persone tra di loro e il prete a tutti".
(Robert Hugh Benson, Vieni ruota! Vieni Forca!, pp. 94-95)

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