Signore, grazie per questa bella domenica in marcia per la vita. I parrocchiani son stati molto contenti, qualcuno è partito credendo di andare a fare il solito pellegrinaggio a Roma, ma quando siamo stati al Colosseo ha capito che era molto di più.
“Reverendo – mi ha detto Luigi mentre la moglie sistemava i panini – mo qui si fa sul serio, mica siamo alla solita gita della parrocchia!”
Signore, anche Luigi si è reso conto che bisognava esserci. “Don Camillo – mi aveva detto alla
partenza – la Gina vuol che venga a tutti i costi, dice che dobbiamo difendere la vita. Io non ho studiato molto, ma che i bambini non si ammazzano nella pancia della mamma lo capisco bene. E capisco anche che i bambini, boia d’un mondo ladro, li han sempre fatti un uomo e una donna, altroché storie” Eh sì, la gente della bassa arriva subito al punto.
Quando poi hanno visto Papa Francesco è stata una festa grande.
Signore, le Sue pecorelle in questa domenica si son sentite capaci di belare contro i lupi che vorrebbero scannarle. Si son sentiti gregge, perché 30.000 pecore non saranno tante, ma hanno trovato il coraggio di uscire dall’ovile per dire: “Ci siamo anche noi”.
Papa Francesco ha detto che il pastore deve puzzare dell’odore delle pecore. Signore le confesso che io, in questa Marcia per la Vita, sono stato fiero di aver preso l’odore di questo gregge.
Alla fine anche Luigi mi ha detto: “Reverendo non so lei, ma io l’anno prossimo ci torno e intanto racconto allo Smilzo che si sbaglia di grosso: le gite parrocchiali sono una cosa seria.” Amen.
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