Una bestemmiatrice nel palazzo dei Papi?


di Giuliano Guzzo

L'unico modo che ha per far finta di sorridere
Sembra che Emma Bonino ce la possa fare. Non è ancora detto, ovvio, ma secondo gli scommettitori pare abbia ottime possibilità nella corsa al Quirinale. In attesa di vedere come andrà – e nella speranza che l’infausta ipotesi non s’avveri – non ci resta che dedicarci alla lettura di un testo appena pubblicato e che fa proprio al caso nostro, Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? (Fede & Cultura, Verona 2013, pp. 106, € 11 – € 9,35 in ebook).

Il coraggio dell’autore
L’autore è Danilo Quinto, per molti anni dirigente del Partito Radicale, tesoriere per l’esattezza. Uno che con Emma Bonino ha trascorso una parte significativa della propria vita; che le è stato accanto non solo in svariate manifestazioni e campagne elettorali, ma anche nella pianificazione delle medesime e nelle raccolte fondi. Uno, insomma, che la conosce bene e che può parlare di lei con cognizione
di causa. Si tratta anche di uno che le vuole bene, anche se da qualche anno sotto una luce diversa da prima. Quinto, infatti, tempo fa si è convertito al Cattolicesimo, cosa che lo ha pressoché automaticamente escluso dagli ambienti radicali, dove la Chiesa e i fedeli, si sa, non sono esattamente ben visti, anzi. Quest’isolamento è costato al Nostro una vera e propria persecuzione dai suoi ex amici, conclusasi purtroppo per lui con guai giudiziari; persecuzione che però non ha fermato la sua voglia di svelare i retroscena del piccolo ma potentissimo partito dove così a lungo ha militato.

Gli esordi di Emma Bonino
Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? è quindi un libro scomodo. Molto scomodo. Ricorda per esempio gli esordi della leader radicale a base di aborti clandestini praticati a migliaia: 10.141 tra il febbraio e la fine di dicembre del 1975, secondo quanto da lei stessa rivendicato, coi corpicini dei nascituri selvaggiamente aspirati con una pompa di bicicletta e poi riposti in vasi acquistati in «un negozio di sanitari […] un buon motivo – aggiunse lei, con opinabile ironia - per farsi quattro risate» [1]. Un’impresa, questa, che costò l’arresto ad alcuni suoi compagni ma non a lei che, dopo essersi autodenunciata, pensò bene di scappare prima alla volta di Parigi e poi verso una meta ancora più sicura: il Parlamento italiano, dove Bonino sbarca nel 1976, giusto in tempo per proteggersi dalla richiesta di autorizzazione a procedere che la magistratura inoltrò nei confronti suoi, di Pannella e di Adele Faccio (1920-2007) per procurato aborto continuato pluriaggravato e associazione a delinquere. Esordio mica male, per una che ha fatto della lotta alla partitocrazia la sua bandiera. E che, come ricorda Quinto, ha avuto comunque la spudoratezza di affermare: «Credo nella legalità» [2]. Grazie tante: è comodo predicare la legalità quando si è cullati dall’immunità parlamentare (e dopo un bel po’ di aborti praticati illegalmente).

Una star europea?
Nonostante questi esordi – piuttosto macabri e opportunisti, abbiamo visto -, la carriera di Emma Bonino non si è fermata. Anzi. E’ continuata alla grande culminando nella nomina, nel 1995, a Commissario europeo alla Pesca, per i diritti dei Consumatori e per gli Aiuti Umanitari d’urgenza. Nomina avvenuta nel 1995 grazie a Silvio Berlusconi, o meglio  grazie – come ha scritto Maria G. Maglie – ad una «distrazione dell’ancora inesperto Cav» e di «un’alleanza anche limitata a temporanea con i moderati», una manna per lei che «ha sempre avuto un debole per il centrosinistra» [3]. E di qui in poi i giudizi si dividono: c’è chi la ricorda come «un eccellente commissario» [4], e chi, invece, annota come si ricordi «raramente che quando fu commissario europeo, dal 1995 al 1999 […] la Commissione di cui faceva parte, presieduta da Santer, si dimise, travolta da brogli, corruzione, spese pazze, consulenti esterni e amici degli amici in violazione di ogni procedura legale. La Bonino, la moralista sdegnata che conosciamo, non si era accorta di niente o aveva taciuto» [5]. Ciascuno, a questo punto, si faccia l’idea che crede.
Emma la bestemmiatrice
Accanto alla carriera politica, c’è poi un universo personale di Emma Bonino di cui si sa poco eccetto alcune performance improvvise e, diciamolo, piuttosto agghiaccianti. Come la bestemmia strillata in faccia all’allora dirigente radicale Daniele Capezzone – ancora oggi visibile  su Youtube - durante una riunione della direzione di partito del 2007. Come mai quella perdita di controllo? Nervosismo? Fu solo un caso? Secondo Danilo Quinto, che la conosce bene, no: «È un atteggiamento tipico di chi sa di dover dominare la scena, di essere stata scelta per un destino, di chi non può consentire che un ragazzo dinamico, un po’ borioso e sopra le righe come Capezzone, le faccia ombra […] Sono questi i momenti nei quali la ragazza di Bra dimostra la sua identità, la sua natura. Il suo dire si fa greve. Se la prende con il Creatore e scarica su di Lui tutto il livore di cui è capace. La persona che ti dà fastidio, di cui ti vuoi sbarazzare, per Emma – o per Pannella, fa lo stesso – la devi abbattere, annientare, distruggere. Diventa il tuo nemico e quella bestemmia contro Dio serve solo per rafforzare l’odio, renderlo più consistente. Definitivo» [6].
Il lato triste (e segreto) di una leader
Oltre a questo c’è anche un aspetto meno evidente e più segreto, per così dire, del carattere della leader radicale. Ed è anche un aspetto triste. E’ l’aspetto che emerge quando lei, per esempio, riconoscendo d’aver paura di impegni seri ammette d’ aver cercato un figlio che non riuscì, però, mai ad avere: «Non ho mai avuto il coraggio di prendere un impegno per sempre. E un figlio è l’unica cosa che è davvero per sempre. Ad un certo punto della mia vita però l’ho anche cercato un figlio» [7]. Parole che spiegano come mai questa donna abbia scelto, una volta intrapresa questa strada, di dedicarsi anima e corpo alla politica: per nascondere un vuoto. Un vuoto che tuttavia, quando la politica la delude, riemerge in lei brutalmente. Assai emblematiche, al riguardo, le parole di Emma Bonino riportate da Rizzo e Stella nel loro fortunato libro La Casta, dopo la delusione dei Radicali per le politiche del 2001:«Mi sento come un limone spremuto. Non ho fame, non ho sete, non ho sonno. Mi alieno come una disadattata […] adesso ho solo bisogno di curarmi: perdo i capelli, mi ballano i denti, soffro di fotofobia. Porto gli occhiali neri, non sopporto più la luce, non riesco più a mangiare […] sono sotto anestesia» [8].

Una preghiera per lei
Se invece che sacrificarsi totalmente per la politica – peraltro per una politica nichilista e mortifera – Emma Bonino si fosse fatta una famiglia, forse pensieri così profondamente tristi non li avrebbe mai formulati. Per questo paiono quanto mai opportune le parole con cui Quinto, concludendo il suo interessantissimo libro – di cui mi permetto di consigliare caldamente la lettura -, rivolge alla sua ex collega il pensiero più caro per un cattolico: una preghiera. «Cara Emma – scrive l’Autore – mi permetto di pregare per te, perché quando alla fine della tua vita, guarderai l’abisso dell’Eterno, troverai la nuova Eva. La Vergine, donna come te, aspetta di incontrare il tuo sguardo, per donarti, fin da ora, la verità della vita» [9]. Anche noi ci accodiamo a Quinto nella consapevolezza che al Quirinale gli Italiani – tanto più in questa delicatissima fase – si meritano una figura decisamente meno parziale della leader radicale, ed anche nella certezza che ad Emma Bonino non serve certo una nuova poltrona: ne ha già avute molte, ed abbiamo visto quale vuoto le hanno lasciato nel cuore. Ha piuttosto bisogno del perdono che, guardandosi dentro, deve trovare la forza di chiedere a Dio. Questo, e non altro, è ciò che chi le vuole davvero bene deve augurarle.

Note: [1] Bonino E. cit in Quinto D. Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? Come si diventa un’icona laica della modernità e del potere, Fede & Cultura, Verona 2013, p. 45; [2] Bonino E. cit in Quinto D. Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? Come si diventa un’icona laica della modernità e del potere, p. 100; [3] Maglie M.G. La Bonino è il solito brodino per le donne, «Libero», 7/4/2013, p. 7; [4] Vespa B. Il palazzo e la piazza, Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo, Mondadori, Milano 2012, p. 205; [5] Maglie M.G. La Bonino è il solito brodino per le donne; [6] Quinto D. Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale? Come si diventa un’icona laica della modernità e del potere, p. 103; [7] Bonino E. intervistata sul settimanale «Di Più» 1/07/08, p.36; [8] Bonino E. cit. in Rizzo S. – Stella G.A. La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili, Rizzoli, Milano 2007, p. 165; [9] Quinto D. Emma Bonino. Dagli aborti al Quirinale?, op. cit. p. 103

Articolo tratto dal Blog di Giuliano Guzzo dell'11 aprile 2013

Nessun commento:

Ci siamo spostati dopo 13 anni

Cari amici, era il 2 novembre 2009 quando prendevamo in mano questo blog e gli davamo una nuova vita, come "voce culturale ufficiale...