di Danilo Quinto
L'Assemblea nazionale francese ha approvato l'articolo uno del progetto di legge che legalizza i matrimoni omosessuali: i deputati hanno dato il via libera alla norma che ridefinisce il matrimonio come "un accordo tra due persone di sesso
diverso o del medesimo sesso", avversata dal mondo cattolico, che lo scorso 13 gennaio ha portato in piazza a Parigi un milione di persone. Secondo gli ultimi sondaggi una vasta maggioranza dei francesi, il 63%, sostiene i matrimoni gay, mentre più basso, il 49%, è il sostegno alle adozioni. "Siamo onorati e fieri di aver superato questa prima tappa – ha dichiarato il ministro della Giustizia relatrice del progetto di legge chiamato "matrimonio per tutti" - noi affermeremo la libertà per tutti di poter scegliere il proprio partner con cui costruire un avvenire comune, non c'è alcuna ragione che lo stato non garantisca i diritti del matrimonio anche alle coppie gay”.
Su questa questione, si gioca una fetta importante di quel residuo di umanesimo ancora rimasto in quest’Europa secolarizzata. Molti cattolici impegnati nelle prossime elezioni, non l’hanno ancora compreso e si barcamenano tra posizioni equivoche o ambigue o, peggio, omissive e, quindi, dolose. Non nei confronti di una generica “appartenenza”, ma rispetto al loro essere credenti, che dovrebbe richiedere nettezza di posizioni e verità.
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