La rinuncia al mondo

di Danilo Quinto
“Non crediamo, guardando al mondo, di aver rinunciato a grandi cose; la terra intera è piccolissima a confronto di tutto il cielo. Se anche fossimo padroni di tutta la terra e vi avessimo rinunciato, neppure questo sarebbe degno del regno dei cieli! Come se uno disprezzasse una dracma di bronzo per guadagnarne cento d’oro, così chi fosse padrone di tutta la terra e vi rinunciasse, lascerebbe ben poco e riceverebbe
cento volte tanto (Mt 19,29). Se dunque neppure la terra intera è degna del regno dei cieli, chi lascia pochi acri di terra, è come se non lasciasse niente, e anche se lascia una casa e una buona quantità di oro, non deve inorgoglirsene né rattristarsene. Dobbiamo pensare piuttosto che, se non abbandoniamo i beni per virtù, li lasceremo poi alla nostra morte e spesso accadrà di lasciarli a persone a cui non volevamo, come ci ricorda l’Ecclesiaste. Perché dunque non li abbandoniamo per amore della virtù al fine di ereditare il Regno?”.
(Atanasio di Alessandria, Vita di Antonio 17,2-6).

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