Potrebbe sembrare una boutade, quella di Grillo, sui sindacati. Da eliminare, dice. “Qualunquismo fascistoide”, replica Bersani. In realtà, il comico genovese, come sovente gli capita – ad esempio, quando propone di abolire Equitalia - coglie un aspetto decisivo della realtà italiana. Ci sono molti articoli della Costituzione rimasti inattuati e, tra questi, uno riguarda i sindacati. L’articolo 39, dopo aver detto che “L'organizzazione sindacale è libera”, sancisce: “Ai sindacati
non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”.
L’intera seconda parte di quest’articolo è rimasta inattuata. Non si è mai voluta la registrazione dei sindacati e la conseguenza della loro personalità giuridica. Se fosse stata prevista la registrazione, gli iscritti al sindacato sarebbero stati conosciuti nel loro numero certo e nella loro realtà, con la relativa certezza della loro rappresentanza sindacale. Non solo: i bilanci dei sindacati sarebbero stati pubblici e si sarebbero conosciuti i dati relativi agli oltre 700mila dipendenti sindacali e all’immenso patrimonio sindacale. Ancora: i sindacati, direttamente o indirettamente, non avrebbero usufruito di consistenti elargizioni di denaro pubblico per svolgere la loro attività. Da ultimo: molto probabilmente, la storia del paese sarebbe stata un’altra e non ci sarebbe stata una zavorra di questo tipo che ha concorso ad impedire le riforme necessarie.
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